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WomenTouringCarChampionship, Parte 3: Francesca Valdani

Ultima puntata della rubrica sulle donne del Mondiale. Oggi è il turno del Team Manager della ROAL Motorsport

Terza ed ultima parte della mini-rubrica WomenTouringCarChampionship, dedicata alle "quote rosa" che lavorano nelle squadre del WTCC.

Dopo aver conosciuto Claire Magnant (Citroën) e Julie Berthelot (Sébastien Loeb Racing), oggi passiamo ad un volto di casa nostra facendo visita alla ROAL Motorsport, dove il co-proprietario Roberto Ravaglia ha affidato la gestione della squadra a Francesca Valdani, che fra le altre cose quest'anno ha avuto l'onore di ritirare il premio per la vittoria nel Trofeo Yokohama Team. Vediamo, dunque, chi è il Team Manager della squadra veneta.

Il fatto che una leggenda del turismo come Roberto Ravaglia sia co-proprietario del team ti ha invogliato ad entrarvi quando ti si è palesata l'opportunità di approdare nel WTCC?
"Sinceramente è accaduto tutto molto in fretta. Roberto mi ha chiamato lo scorso anno la settimana prima di Marrakech dicendomi che non c'era tempo per parlare, ma solo per effettuare un test; dopo un paio d'ore sono stata ufficialmente inserita nel team".

Perché secondo te ti ha affidato questo ruolo?
"Sono arrivata al WTCC dopo sei anni passati in altri campionati fra Italia ed Europa. Quello che ho imparato nelle stagioni passate mi è tornato molto utile, se approdi in un campionato del mondo senza esserti fatto una esperienza è tutto molto duro".

Il 2015 è stato un anno difficile, fra incidenti e problemi tecnici...
"Sì, soprattutto per i meccanici, i quali si sono ritrovati con tanto lavoro. In quattro gare non abbiamo percorso nemmeno 1500m, in Asia non siamo riusciti a prendere un punto. E' stata una sfortuna incredibile, ma spero sia finita qui".

Come hai fatto a motivare la squadra in questa situazione?
"E' il ruolo principale! Dopo tante ore di lavoro c'è stanchezza, ma bisogna mantenere lo spirito a livelli alti".

Quanti giorni richiede una preparazione perfetta per una gara del WTCC?
"Essendo un campionato molto ben organizzato almeno tre o quattro. Solitamente lavoro da casa, non in ufficio, il che è molto più comodo per organizzare il tutto. La serie dura un anno intero, dunque per 12 mesi sono impegnatissima".

Qual è la cosa migliore del tuo lavoro?
"Sono nata con il sogno di lavorare nel motorsport, vivere il paddock e passare molto tempo a casa lavorando. Ogni esperienza vissuta serve a comporre il puzzle".

Quindi è stata la passione per i motori?
"Vivo vicino a Monza e sento il rombo dei motori da casa mia. Ho deciso di lavorare in questo mondo dopo aver visto per la prima volta la F1".

Il tuo sogno era diventare ingegnere o altro?
"Ho studiato per diventare personal trainer, ma per una donna è difficile avvicinarsi ai piloti. Feci un test con un piccolo team ai tempi dell'università, iniziai da lì praticamente. Per noi donne diventare team manager è molto più semplice che essere un personal trainer nel motorsport".

Hai parlato molto con Roberto Ravaglia per sentirne i consigli?
"E' uno molto carismatico e quando non è in pista con noi sentiamo la sua assenza. Penso sia una figura molto importante per il nostro team".

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