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Intervista

Murdzevski Schedvin: "Volvo ha vinto perché fa tutto in casa, in Honda c'è caos"

Alla Polestar Cyan Racing continuano le celebrazioni per il doppio titolo Mondiale conquistato nel 2017 ai danni di Honda-JAS, dove secondo il team principal della Volvo c'è troppa gente di nazionalità diverse che lavora.

Thed Björk, Polestar Cyan Racing, Volvo S60 Polestar TC1 nel parco chiuso

Thed Björk, Polestar Cyan Racing, Volvo S60 Polestar TC1 nel parco chiuso

FIA WTCC

Thed Björk, Polestar Cyan Racing, Volvo S60 Polestar TC1, Norbert Michelisz, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC, Tom Chilton, Sébastien Loeb Racing, Citroën C-Elysée WTCC
Il campione del mondo Thed Björk, Polestar Cyan Racing, Volvo S60 Polestar TC1 con il team
Podio: Nicky Catsburg, Polestar Cyan Racing, Volvo S60 Polestar TC1 e Thed Björk, Polestar Cyan Racing, Volvo S60 Polestar TC1
Il campione del mondo Thed Björk, Polestar Cyan Racing, Volvo S60 Polestar TC1
Il campione del mondo Thed Björk, Polestar Cyan Racing, Volvo S60 Polestar TC1
Thed Björk, Polestar Cyan Racing, Volvo S60 Polestar TC1
Podio: il campione del mondo Thed Björk, Polestar Cyan Racing, Volvo S60 Polestar TC1
Yvan Muller, Polestar Cyan Racing, Volvo S60 Polestar TC1
Conferenza stampa, Thed Björk, Polestar Cyan Racing, Volvo S60 Polestar TC1
Partenza
Thed Björk, Polestar Cyan Racing, Volvo S60 Polestar TC1
Thed Björk, Polestar Cyan Racing, Volvo S60 Polestar TC1

In casa Volvo si continua a festeggiare con grandissima gioia il doppio titolo Mondiale conquistato nel WTCC 2017.

Al termine di una stagione emozionante, Thed Björk e la Polestar Cyan Racing si sono issati sul tetto del mondo battendo i grandi rivali della Honda Racing-JAS Motorsport, che per tutto l'anno hanno dato filo da torcere alle Volvo S60 TC1 ufficiali.

E proprio sulla grande bagarre con la squadra italo-giapponese, il team principal Alexander Murdzevski Schedvin ha fatto una analisi molto interessante sul come si è arrivati alla vittoria del Costruttori e Piloti contro le Civic WTCC.

"Il perché della nostra vittoria deriva dal fatto che svolgiamo il nostro lavoro tutti sotto lo stesso tetto - ha affermato Murdzevski Schedvin parlando con Motorsport.com - William De Braekeleer, che è il manager di Honda Europe, riceve motori fatti in Giappone, li ricostruisce nel Regno Unito e poi li monta su un telaio realizzato da un team italiano, all'interno del cui box ci sono una serie di ingegneri di varie nazionalità. In pratica si sentono parlare 15 lingue diverse nel paddock e nessuno capisce nulla".

Una stoccata non da poco che poi viene rincarata dal capo della Polestar esaltando il lavoro svolto in Svezia.

"Il nostro punto di forza è proprio questo, nessuno mette becco in quello che fa l'altro e ognuno si può concentrare sul proprio lavoro. Vogliamo un unico collaboratore, non altri costruttori o clienti. Lavoriamo come un sistema industriale, le idee vengono prese e messe insieme come accade nel reparto Ricerca & Sviluppo, ma chi non si occupa di corse resta alla larga dal progetto. Lo abbiamo dimostrato quest'anno ed è per questo che abbiamo vinto".

Murdzevski Schedvin ha anche fatto un passo indietro ripercorrendo quanto accaduto nel 2016, anno del debutto di Volvo Polestar nel WTCC, e dell'accelerazione della squadra nel corso della stagione appena conclusa pur di arrivare al successo.

"Nel primo anno effettivamente siamo arrivati quasi al vertice, cosa che non avevamo programmato ad inizio stagione. Poi abbiamo saputo subito che Citroën non avrebbe proseguito, che LADA voleva vendere le sue auto e che Honda sarebbe andata avanti con la sua vecchia Civic. Di fatto restavamo solo noi, loro e Chevrolet".

"Senza nuove iscrizioni per il 2018 sarebbe stato molto difficile avere un campionato con un titolo riservato ad un Costruttore Ufficiale. Inoltre erano cominciati i colloqui tra FIA e altre organizzazioni per un nuovo campionato, dunque sapevamo che il WTCC avrebbe cambiato volto. E' per questo che abbiamo fatto di tutto per vincere il Mondiale nel 2017, in modo da guardarci alle spalle con orgoglio per aver scritto una importante pagina di storia di questo sport".

Informazioni aggiuntive di Jack Cozens

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