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Intervista

Muller: minacce di morte a Yvan e alla famiglia per il ritorno!

Alcuni tifosi ungheresi di Michelisz non hanno gradito il rientro del francese nel WTCC per aiutare Björk a battere "Norbi" nella sfida per il titolo. Il pilota Volvo ha ricevuto messaggi inquietanti e si è sfogato.

Yvan Muller, Polestar Cyan Racing, Volvo S60 Polestar TC1

Yvan Muller, Polestar Cyan Racing, Volvo S60 Polestar TC1

FIA WTCC

Yvan Muller, Polestar Cyan Racing, Volvo S60 Polestar TC1
Yvan Muller, Polestar Cyan Racing, Volvo S60 Polestar TC1
Yvan Muller, Polestar Cyan Racing, Volvo S60 Polestar TC1
Yvan Muller, Polestar Cyan Racing, Volvo S60 Polestar TC1
Norbert Michelisz, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC
Norbert Michelisz, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC
Yvan Muller, Polestar Cyan Racing, Volvo S60 Polestar TC1

Purtroppo anche nel motorsport ogni tanto si manifestano le figure dei facinorosi, che scambiano le piste e i paddock per curve di stadi dove inveire ed insultare gratuitamente e senza ogni logica.

A farne le spese questa volta è stato Yvan Muller, chiamato dalla Polestar Cyan Racing per correre le ultime gare del WTCC al volante della Volvo S60 TC1 e dare una mano a Thed Björk a vincere il titolo Mondiale.

La cosa non è stata presa bene da alcuni tifosi (se così si possono chiamare...) di Norbert Michelisz, diretto rivale di Björk nella corsa all'iride, i quali hanno minacciato malamente Muller, reo a loro - opinabilissimo - parere di rinunciare al ritiro dalle corse per mettere i bastoni fra le ruote al pilota Honda.

"Da quando è uscito il comunicato stampa dove si diceva che tornavo a correre sono diventato il bersaglio di parecchi fan di "Norbi" - ha rivelato Muller a Motorsport.com - Mi sono arrivati messaggi assurdi, del tipo: "ti ammazziamo e violenteremo tua moglie e tua figlia". Secondo me si è esagerato, dico comunque che la situazione è sotto controllo, ma questo è sfociare nel fanatismo e non nel semplice tifo".

"Abbiamo superato il limite. Un conto è rivolgere certe espressioni a me, ma quando si coinvolge anche la mia famiglia non è più accettabile. Ragazzi, è solo sport e alla fine si tratta di un gioco. Sono certo che Michelisz, da marito e padre di famiglia, capisca tutto, sia d'accordo con me e possa fare qualcosa per arginare la situazione".

Informazioni aggiuntive di Neil Hudson

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