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Intervista

Monteiro: "Ho rischiato danni permanenti e la morte, sto recuperando"

Dopo il terribile incidente nei test di Barcellona, il portoghese della Honda sta affrontando un periodo di riabilitazione. Al momento non è certo quando tornerà in pista, ma ha rischiato davvero tantissimo, come lui stesso racconta.

Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC

Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC

Alexander Trienitz

Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS
Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC
Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS, Tom Coronel, Roal Motorsport, Chevrolet RML Cruze TC1
Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC
Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC
Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC and Rui Santos
Podium: Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC
Alessandro Mariani, Team Principal Honda Team JAS with Norbert Michelisz, Honda Racing Team JAS, Hon
Podium: Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC
Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC
Podium: Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC
Podium: Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC
Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC
Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC
Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC
Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC
Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC
Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC
Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC
Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC
Norbert Michelisz, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC and Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS
Emiliano Ventura, race winner Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS
Emiliano Ventura, Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS
Norbert Michelisz, Honda Racing Team JAS, Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC

Tiago Monteiro, leader del FIA World Touring Car Championship, ha finalmente parlato dopo il brutto incidente di cui è stato vittima sul Circuit de Catalunya di Barcellona alcune settimane fa.

Il portoghese si era recato in Spagna per provare in vista del finale di stagione, ma è uscito ad altissima velocità mentre si trovava al volante della propria Honda Civic WTCC, finendo poi in ospedale e costretto ad un periodo di riabilitazione.

“Corro da 20 anni e ho avuto pochi incidenti – ha dichiarato Monteiro in una lunga ed interessante intervista pubblicata sulla pagina Facebook ufficiale del WTCC – Questa è stata la prima volta che mi sono fatto veramente male”.

“Alla fine del rettilineo principale, probabilmente il punto più duro per una staccata, mi sono ritrovato completamente senza freni. E’ stata una sensazione stranissima, il tuo corpo si aspetta una decelerazione che non arriva, è indescrivibile. Sicuramente era la variante peggiore, ci si arriva a 255km/h”.

“Ho tentato di evitare il muro davanti a me provando a prendere la via di fuga sulla destra che porta alla curva 2, ma purtroppo tagliando la curva l’auto ha saltato sull’erba e cominciato a piroettare. Prima ho sbattuto col posteriore e poi lateralmente, è stato ovviamente un impatto violentissimo, il colpo di frusta che ho subito è stato il dolore peggiore”.

“Avevo un gran male a tutta la parte destra del mio corpo, dove ho riportato anche alcune ferite. Quando ho capito che avrei sbattuto contro al muro ho cercato di proteggermi raccogliendo le braccia, poi non ricordo più niente dell’impatto. Sicuramente è stato durissimo e mi ha messo K.O.”

La paura dopo l'incidente ha preso il sopravvento: ecco come prosegue il suo racconto che tocca anche il momento nel quale ha temuto per le sue condizioni vitali durante il ricovero a Barcellona.

"I primi giorni dopo l'incidente sono stati molto duri perché non respiravo bene e non riuscivo a muovere le articolazioni come avrei voluto. Soffrivo un mal di testa tremendo e tutte le volte che aprivo gli occhi mi sentivo veramente male e vedevo doppio, mi veniva da rimettere. Oltre al fatto che faticavo a parlare, o meglio, sapevo cosa dire nelle varie lingue che conosco, ma non riuscivo ad articolare bene le parole e le frasi".

"Ho pensato a tornare a respirare per bene con calma, anche perché per i primi quattro o cinque giorni non riuscivo a mangiare e a bere, ma sapevo che serviva pazienza. Inoltre non potevo dormire per più di 15' in una posizione, avvertivo continuamente dolore e il mal di testa mi svegliava tanto era forte; è stata veramente dura perché ero ancor più stanco e nervoso, il che rendeva le cose molto più insopportabili".

"In quei momenti pensi solo se riuscirai a tornare a parlare bene, a vedere, a muoverti. La cosa positiva era che la mia spina dorsale era a posto, per cui gambe e braccia le sentivo e muovevo. Anche se non capivo se lo stavo facendo nel modo giusto o no".

Monteiro è poi stato trasferito in Portogallo per proseguire il recupero.

"Psicologicamente è stato un salto in avanti notevole, mi sentivo meglio ed ero vicino alla mia famiglia. Ho iniziato a leggere i messaggi che mi erano stati inviati, veramente fantastici. E' bello vedere che tanta gente ti pensa; sono il tipo di parole che ti autano e ridanno le motivazioni per guardare avanti. Sono state quattro settimane impegnative, ma ora le cose vanno decisamente meglio".

Proseguendo il racconto, il nativo di Porto ha parlato di come la sua Honda Civic WTCC lo abbia protetto da danni più gravi.

"Ora inizio a capire cosa mi è successo, parlando molto coi medici e leggendo gli esiti degli esami cui mi sottopongo. Quando certe cose accadono a te o ad un tuo famigliare, allora tendi ad interessarti maggiormente della cosa".

"Il problema principale è che nel mio cranio c'erano due coaguli di sangue, poi ovviamente lo stato delle vertebre e i nervi ottici schiacciati dal sangue. Sono tutte parti del corpo che debbono essere a posto se vuoi correre. Sarebbe bastato un po' più di sangue coagulato o un colpo al collo per farmi smettere definitivamente, quindi poteva andare molto peggio, ne sono consapevole".

"Sono stato molto fortunato, i medici mi hanno detto che ho rischiato danni permamenti e anche la morte. Alla fine capisci quanto queste macchine che guidiamo siano resistenti, di fatto la mia Civic mi ha salvato la vita avendo un telaio che regge gli urti in modo perfetto. Chiaramente ha riportato diverse rotture, ma è evidente che l'auto è resistente in sè".

"Il tuo corpo non può ovviamente sopportare certi urti, mi sono infortunato colpendo parecchie cose all'interno dell'abitacolo, ma per fortuna non mi sono rotto nulla. Di fatto sono stato protetto al massimo, per questo dico che sarebbe potuta andare molto peggio".

"Oggi sono qui, posso camminare, muovermi e in poche settimane sarò al 100% per correre, con la mia famiglia al mio fianco che è tutto ciò che conta. A volte non capisci certe situazioni, quando ti capitano cominci a pensare a come recuperare e ti innervosisci sapendo che non puoi fare di più. Ci vuole pazienza e lavorare passo dopo passo. Quando tutto sarà finito, sono certo che ci riderò sopra perché alcuni episodi sono divertenti. Ma ci vorrà tempo".

Ora tutto è in mano ai medici, che dovranno stabilire se Monteiro sia in grado di guidare una macchina da corsa.

"I dottori sono convinti che tutti gli infortuni che ho subito non siano permanenti. Per la compressione, il nervo ottico è la parte che più mi dà problemi al momento, ma è temporanea e si sistemerà. La domanda è "quando". Già a Barcellona mi avevano detto che ogni infortunio o dolore sarebbe sparito, per cui è solo una questione di tempo".

"Subito ho detto che non ne avrei avuto molto, dato che in un mese e mezzo c'era una gara da correre e sarei dovuto essere pronto. Alcuni medici mi hanno detto "vedremo", mentre altri mi hanno anche fatto notare che certi problemi si risolvono più in fretta di quanto viene predetto, per cui non era da escludere la possibilità di andare in Cina".

"Sono rimasto molto sorpreso nel vedere che in quattro/cinque giorni abbia recuperato così tanto. So anche che potrebbe essere pericoloso bruciare le tappe, a me piacerebbe andare in Cina, ma lo saprò solo all'ultimo momento".

"Il mio team mi sostiene e fa di tutto perché possa esserci, così come i dottori e i fisioterapisti, la mia famiglia e tutti coloro che conoscono i miei obiettivi. E' una corsa contro il tempo e dovrò vedere come il mio corpo risponderà. So anche che se i medici mi vieteranno di correre è per il mio bene. Se dovesse esserci anche il minimo rischio, o la possibilità che il mio corpo non possa reggere un altro incidente, lo capirei. Ovviamente dentro di me so che vorrei esserci".

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