Honda "nascoste" nei test di Monza? "Abbiamo margine da sfruttare"
Nelle prove sul tracciato brianzolo le Civic non hanno brillato come tempi cronometrati, ma il team principal Alessandro Mariani non è affatto preoccupato e sottolinea la concentrazione nel fare bene il proprio lavoro.
Foto di: Honda Racing Team JAS
I test collettivi del WTCC a Monza sono stati la prima occasione di confrontarsi in pista per tutte le squadre che prenderanno parte al campionato 2017.
Nelle giornate di martedì e mercoledì, sul tracciato brianzolo abbiamo visto in azione Citroën, Volvo, Chevrolet, LADA e Honda.
E proprio queste ultime vetture sono state una sorta di mistero fino al pomeriggio del secondo giorno, quando finalmente le Civic WTCC di Tiago Monteiro, Norbert Michelisz e Ryo Michigami hanno fatto capolino in Top5 nella classifica dei tempi.
Vero è che durante i test ognuno svolge il proprio lavoro, ma qualcuno è rimasto piuttosto stupito nel vedere girare così poco e lentamente (rispetto agli altri) le tre auto di Castrol Honda World Touring Car Championship e Honda Racing Team JAS.
Il team principal Alessandro Mariani non ha però mostrato alcuna preoccupazione in merito, come spiega in questa intervista esclusiva rilasciata a Motorsport.com per fare il punto della situazione al termine di queste due intense giornate.
Partiamo dal problemino che vi ha tenuto fermi ai box lungamente martedì, di cosa si è trattato?
"Riguardava la coibentazione dello scarico sulla macchina di Monteiro, in pratica si è cotta la colla rischiando di bruciare tutto. Per sicurezza abbiamo preferito fermare tutte e tre le vetture e rifare il sistema onde evitare ulteriori danni. Per il resto c'è stato qualche altro lieve grattacapo, ma nulla di estremamente preoccupante".
Quanto vi siete nascosti?
"Non ci siamo nascosti, semplicemente abbiamo preferito concentrarci sul nostro lavoro per proseguire lo sviluppo. E' stato diviso sulle tre auto che abbiamo nei box: su una abbiamo verificato diversi set-up di sospensioni e geometrie, sulla seconda il motore e sulla terza l'aerodinamica. Stiamo raccogliendo dati, ma puntare alle prestazioni ora non ha molto senso perché le temperature sono ancora basse e le condizioni che troveremo quando inizierà il campionato saranno molto diverse con più caldo".
Monza è una pista dove serve velocità di punta, aspetto dove solitamente la Civic ha sofferto di più in passato. A che punto siete?
"E' vero, ma la bella notizia è che oggi siamo in linea con gli altri, segno che il lavoro fatto in inverno è servito e ha funzionato. Chiaramente Monza non sarà fra le piste favorevoli a noi quest'anno e anche io ero un po' preoccupato prima di iniziare questi test. Invece i risultati ottenuti sono stati molto buoni".
Una conferma della vostra crescita, insomma...
"Assolutamente sì. Un anno fa non eravamo in queste condizioni, non c'era grande differenza fra un assetto aerodinamico e l'altro, mentre oggi possiamo giocare tantissimo sotto questo aspetto e c'è un bel margine di efficienza da sfruttare".
Il primo confronto con gli avversari com'è andato dal vostro punto di vista?
"Due anni fa pareva fosse andato tutto bene, poi qualcuno si era nascosto bene e noi ci siamo cascati, ritrovandoci poi dietro ad inizio stagione. Abbiamo imparato che bisogna seguire il proprio programma senza badare ai risultati altrui, le somme si tirano quando si affrontano le prime gare".
Però gli avversari erano qui, non potete averli ignorati...
"Le Volvo si vede che hanno lavorato molto, mentre le Citroën sappiamo che sono vetture forti e ben collaudate. Con Bennani e Chilton, che già nel 2016 avevano fatto ottime cose, oggi hanno anche Huff, che lo scorso anno era con noi e conosciamo bene. In generale, però, non ho avuto sorprese".
Hai girato lungo la pista per vedere il comportamento delle macchine?
"No perché anche sotto questo aspetto ho imparato che le variabili sono tante e l'idea che ti fai può essere totalmente sbagliata. E comunque un pilota che sa guidare lo si vede subito da come lavora".
Michigami a che punto di crescita è arrivato?
"Deve girare ancora tanto, ma come avevo già detto il suo approccio è sereno e molto professionale. Stiamo facendogli fare diverse prove per fargli capire meglio i vari parametri della vettura e delle componenti".
Honda dicono tutti che è obbligata a vincere quest'anno: quanta pressione avete?
"Distinguiamo: noi vogliamo vincere e su questo non ci piove, dunque chiaramente la pressione c'è. Ma non credo che siamo noi quelli obbligati, dato che Volvo ha tre piloti forti, ha girato tantissimo in inverno per sviluppare l'auto sfruttando il lavoro dello scorso anno, mentre le Citroën restano comunque con un vantaggio per tanti motivi. Andiamo in pista per vincere, ma i rivali ci sono e quindi non corriamo da soli".
Honda ha investito tanto nel WTCC e senza la Citroën in veste ufficiale potrebbe però esserci il sorpasso...
"La Citroën ha avuto il grande vantaggio di omologare una vettura ad inizio ciclo dopo 40.000km di test, mentre noi solo con 3.000km all'attivo. La Volvo ha fatto un anno senza pressioni e con l'intenzione di accumulare informazioni per metterle in pratica ora. Noi siamo invece sempre stati costretti a rincorrere la Citroën, che sfruttando anche il regolamento ha mantenuto comunque un margine su chi le stava dietro. Con loro in pista non abbiamo nessun obbligo di vittoria, anzi; battendoli diventeremo bravi perché vuol dire che siamo stati in grado di colmare il divario precedentemente accumulato".
Sei ancora dell'idea che le Citroën caleranno senza l'appoggio del team ufficiale, come avevi affermato tempo fa?
"E' sicuro che non potranno dominare come in precedenza, ma hanno talmente tanto vantaggio da sfruttare che ovviamente partono favorite. Basta ricordarsi cosa fece Muller nel 2013 con la Chevrolet del Team RML, quindi non più ufficiale; era la Citroën di quegli anni, eppure vinse a mani basse lo stesso. Magari fanno la differenza i piccoli dettagli, ma le prestazioni restano competitive, non le perdi".
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