Che la
Suzuki fosse cresciuta molto nel corso dell'inverno lo si era capito, ma forse nessuno avrebbe scommesso un euro su una vittoria di
Eugene Laverty nella prima gara del
Mondiale Superbike 2014. Invece il vice-campione del mondo ha letteralmente aggredito l'asfalto di
Phillip Island e si è imposto meritatamente in gara 1, riportando la casa di Hamamatsu al successo dopo oltre tre anni, nonostante una partenza non troppo brillante.
Nei primi giri, infatti, si è trovato in bagarre per la quarta posizione, mentre davanti provavano a fare il vuoto le due
Aprilia di Sylvain Guintoli e Marco Melandri e la
Ducati di Davide Giugliano. Una volta arrivato ai piedi del podio, il nordirlandese si è ritrovato con oltre 3" da recuperare nei confronti del terzetto di testa, ma evidentemente
Eugene aveva grande fiducia nel potenziale della sua
GSX-R1000, perchè non si è perso d'animo ed ha continuato a spingere fortissimo.
La sua progressione è stata davvero clamorosa: al 13esimo giro si è accodato al gruppetto di testa ed ha immediatamente scavalcato
Melandri. Due giri più tardi è toccato a
Giugliano, ma il sorpasso decisivo è arrivato all'inizio della 17esima tornata, quando ha avuto la meglio su
Sylvain Guintoli alla seconda curva.
Da quel momento la corsa è diventata un vero e proprio monologo di
Laverty, che ha fatto il vuoto alle sue spalle, tagliando alla fine il traguardo con un vantaggio di quasi 3" sulle due
RSV4 (cosa che potrebbe aver reso ancora più dolce la vittoria, vista la separazione difficile dalla Casa di Noale a fine 2013), che hanno regalato un bel duello per la piazza d'onore. A spuntarla è stato
Melandri, che quindi bagna il suo ritorno in Aprilia con un secondo posto, davanti ad un
Guintoli al quale non è bastato comandare la corsa per 16 giri per fare meglio del terzo posto.
Alla fine
Davide Giugliano si è quindi dovuto accontentare della "medaglia di legno", anche se il bicchiere deve essere sicuramente mezzo pieno per la
Ducati, che rispetto alla passata stagione ha ridotto in maniera clamorosa il distacco dalla vetta della
1199 Panigale. Forse un piazzamento sul podio sarebbe stato la ciliegina sulla torta, ma se il buon giorno si vede dal mattina, a Borgo Panigale possono essere davvero contenti.
La grande delusione di questa prima gara dell'anno è stata sicuramente il campione del mondo in carica
Tom Sykes, che si è dovuto accontentare del settimo posto: il pilota della
Kawasaki non ha mai amato la pista di
Phillip Island, ma da lui ci si aspettava sicuramente di più che vederlo alle spalle della
ZX-10R gemella di
Loris Baz ed alla
Honda di Jonathan Rea.
Ottava piazza per l'altra
Ducati di Chaz Davies, che ha preceduto il terzetto che ha battagliato per il successo nella classe
EVO composto dalla
Kawasaki di David Salom, dalla
Ducati di Niccolò Canepa e dalla
BMW di Glenn Allerton. Ad imporsi è stato lo spagnolo della "verdona", ma la corsa si è decisa veramente all'ultimo metro, con uno spettacolare duello carena contro carena con l'italiano.
Continuando a scorrere la classifica, in 13esima posizione troviamo la
MV Agusta di Claudio Corti, che quindi si piazza a punti all'esordio, ma bisogna registrare anche dei ritiri illustri come quelli di
Leon Haslam, Toni Elias ed Alex Lowes: quest'ultimo, partito con una caviglia malconcia, si è allontanato dalla sua
Suzuki zoppicando, ma non dovrebbe trattarsi di nulla di grave.
World Superbike - Phillip Island - Gara 1
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