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Laguna Seca, Gara 2: Sykes ok tra le bandiere rosse

Paura per il brutto incidente di Barrier, che però è cosciente. Melandri scivola e spiana la strada al leader iridato

Ci sono stagioni in cui sembra andarti davvero tutto per il verso giusto e quest'anno pare saperne qualcosa Tom Sykes: a Laguna Seca il leader del Mondiale sembrava in una situazione di sfavore rispetto ai rivali dell'Aprilia, ma alla fine il pilota della Kawasaki arriva alla pausa estiva con un punto in più di vantaggio rispetto al round scorso, ovvero con 44 lunghezze su Sylvain Guintoli.

Bisogna ammettere che questa volta però "The Grinner" ha sfruttato anche un paio di situazioni favorevoli per andare a firmare la sua ottava vittoria stagionale. Dopo ben due interruzioni, con annessi attimi di apprensione, alla fine questa gara 2 è stata una vera e propria gara sprint, della durata appena 7 tornate.

Ma partiamo proprio dalle interruzioni: la prima bandiera rossa è arrivata dopo 11 giri, quando Alex Lowes è arrivato lunghissimo in staccata al Cavatappi, centrando la Kawasaki di Loris Baz e venendo sbalzato ad un'altezza impressionante dalla sua Suzuki. L'atterraggio nella via di fuga è stato molto pesante e il britannico ha preso una brutta botta alla caviglia sinistra, venendo portato al Centro Medico per accertamenti.

Dopo aver soccorso Lowes, la direzione gara ha ridato il via per una gara sprint di soli 7 giri, ma nel corso del secondo c'è stato un incidente che ha fatto letteralmente gelare il sangue: Sylvain Barrier ha perso il controllo della sua BMW all'ingresso del rettilineo di partenza, venendo sbalzato ed andando ad urtare molto violentemente il muretto dei box, fortunatamente di piedi e non di testa.

Per diversi minuti si è temuto il peggio per il portacolori della BMW Motorrad Italia, che tra le altre cose era reduce da un grave trauma cranico durante l'inverno a causa di un incidente stradale (era stato anche in coma per un paio di giorni). Un messaggio ufficiale della Dorna però ha rassicurato tutti quasi subito: Sylvain era cosciente e parlava, ma è stato immobilizzato e portato al Centro Medico per scongiurare delle lesioni.

A questo punto la direzione gara ha deciso di dare vita ad una nuova gara di soli 7 giri e stavolta è filato tutto liscio. Purtroppo non per i ragazzi di casa nostra però: Marco Melandri, che dopo la bella vittoria di gara 1 pareva ancora molto in palla, è caduto quasi subito all'ultima curva. E pochi secondi più tardi la stessa sorte è toccata a Davide Giugliano, la cui Ducati ha attraversato pericolosamente la pista al Cavatappi, venendo fortunatamente evitata da tutti i piloti che seguivano.

Per Sykes è quindi diventato tutto fin troppo semplice: Tom non ha dovuto fare altro che tenere a distanza l'Aprilia di Guintoli che, come detto, dopo la lunga pausa estiva si ritroverà a dover provare a recuperare ben 44 punti. I numerosi ritiri, inolte, hanno dato modo a Jonathan Rea di andare a prendersi l'ultimo posto disponibile sul podio. Il pilota della Honda però è stato molto bravo a spuntarla sulla Suzuki di Eugene Laverty e sull'Aprilia di Toni Elias, che aveva accarezzato il sogno del podio fino ad un giro e mezzo dalla fine.

Per quanto riguarda le EVO, sotto alla bandiera a scacchi c'era stata una bella doppietta per le Bimota BB3 di Ayrton Badovini e Christian Iddon, che hanno tagliato il traguardo in ottava e nona piazza. Le moto del Team Alstare però non hanno ancora ricevuto l'omologazione e quindi restano trasparenti per la classifica. Ad approfittarne è stato quindi David Salom, cogliendo la vittoria con la sua Kawasaki davanti ad un ottimo Alessandro Andreozzi. Top ten poi anche per la MV Agusta con Leon Camier, chiamato in California per sostituire l'indisponibile Claudio Corti.

Da segnalare, infine, che Chaz Davies non ha neanche preso il via con la seconda Ducati ufficiale: il britannico è stato dichiarato "unfit for race" dopo la brutta caduta avvenuta nelle prime fasi di gara 1.

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