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Intervista

Deganello: "Giugliano? Veloce, generoso e sensibile"

Aligi Deganello e Paolo Biasio, “new entry” nel box Aruba.it Racing - Ducati, raccontano i primi passi con Davide

Davide Giugliano, Ducati Team
Davide Giugliano, Ducati Team
Davide Giugliano, Ducati Team
Davide Giugliano, Ducati Team
Davide Giugliano, Ducati Team
Davide Giugliano, Ducati Team
Davide Giugliano, Ducati Team e Chaz Davies, Ducati Team
Davide Giugliano, Ducati Team
Davide Giugliano, Ducati Team
Davide Giugliano, Ducati Team
Davide Giugliano, Ducati Team
Davide Giugliano, Ducati Superbike Team, sul podio di Portimao
Davide Giugliano, Ducati Superbike Team
Davide Giugliano, Ducati Superbike Team
Davide Giugliano e Serafino Foti, team manager Ducati Superbike Team
Davide Giugliano, Ducati Superbike Team

Nonostante fosse iniziata sotto i migliori auspici – con una serie di primi tempi durante i test invernali – la stagione 2015 non è andata secondo i piani per Davide Giugliano. Il romano ha potuto suo malgrado partecipare a soltanto cinque degli appuntamenti in calendario – raccogliendo comunque tre podi, due pole position ed un best lap in gara – a causa di due cadute che lo hanno tenuto a lungo ai box. Tuttavia, arrendersi non fa parte del vocabolario del pilota 26enne, determinato a sfruttare le avversità per temprare spirito e corpo e dare vita ad un nuovo corso. Al suo fianco, in un’avventura appena iniziata, Giugliano ha trovato due nuovi “alleati”, Aligi Deganello e Paolo Biasio, rispettivamente nei ruoli di capotecnico ed elettronico. 

Deganello e Biasio hanno già lavorato insieme, con risultati memorabili. Uno su tutti, il titolo vinto in 250 insieme al compianto Marco Simoncelli, al quale Giugliano era legato da una profonda amicizia fin dai tempi delle minimoto. Una motivazione in più in vista di una nuova sfida. Alla vigilia dei primi test del 2016, abbiamo fatto una chiacchierata con le "new entry" nei box del team Aruba.it Racing - Ducati.

Non è la prima volta che dividete un box. Raccontateci qualche curiosità sul passato…
Deganello: “Abbiamo iniziato a lavorare insieme nel 2007 con Simoncelli, ed abbiamo continuato fino al 2008/2009. Erano anni di grandi cambiamenti, il controllo trazione aveva appena iniziato ad essere sviluppato anche nelle classi minori…”.
Biasio: “Non dimentichiamoci del 2014, quando abbiamo seguito rispettivamente Melandri e Guintoli in SBK. Anche con piloti in diretta competizione, abbiamo sempre avuto un'ottima collaborazione”.

Qual è l’aspetto più bello del vostro lavoro?
Deganello: “Il fatto che il domani non sia mai uguale all’oggi. È un mondo in continua evoluzione e non si smette mai di imparare, non c’è niente di scontato”.
Biasio: “Che la parte tecnica sia abbinata a quella sportiva. Il pilota è in competizione con altri. Così il lavoro si trasforma in passione”.

Cosa vi ha portato a fare questo mestiere?
Deganello: “Volevo pagarmi la moto per correre e mi sono messo a lavorare con il preparatore Fabrizio Guidotti. Poi mi sono accorto di essere abbastanza portato, e ho trovato gli stimoli per fare di questo lavoro una carriera”.
Biasio: “La passione per le due ruote e la competizione. Se non hai quella non puoi farlo, perché è un lavoro faticoso, anche fisicamente ti impegna molto e ti tiene lontano da casa e dalla famiglia”.

Quali sono i maggiori pregi dell’altro?
Deganello: “Una delle doti più preziose di Paolo è la calma. Lavorare con lui ti dà serenità. Poi è molto preparato e meticoloso, non lascia mai nulla al caso”.
Biasio: “Aligi è un grande professionista. Mi sono sempre trovato bene con lui, e abbiamo sempre collaborato in maniera costruttiva. Tecnicamente è molto preparato, ha il metodo giusto per tirare fuori il massimo dal pilota e dalla moto. E poi ha molta esperienza, e quella è fondamentale per raggiungere certi risultati”.

Com’è stato il debutto in pista con Davide Giugliano?
Deganello: “Sapevo che è molto veloce, lo sanno anche i sassi (ride). Ora bisogna dimostrare a tutti che può essere anche costante. Mi è sempre dispiaciuto vedere piloti generosi come lui non raccogliere risultati alla loro portata e soffrire, anche fisicamente. Ha una gran voglia di riscatto, e sa che deve cambiare qualcosa nel suo approccio alle gare per sfruttare il potenziale a sua disposizione. Corre con il cuore, ma a volte non basta. Dalla sua ha la determinazione ed una grande passione, e poi mi è sembrato un ragazzo molto sincero, in grado di dare indicazioni corrette. Personalmente, è genuino e positivo, rende gradevole passare del tempo con lui”.
Biasio: “Non conoscevo il suo carattere e nemmeno mi ero fatto un’idea particolare del suo stile da pilota. Era un foglio bianco per me, e siamo solo all’inizio. Sicuramente è un ragazzo espansivo e simpatico, e come pilota è molto determinato e diretto, sia nella guida che nel riportare le sue sensazioni. E poi è sicuramente sensibile, percepisce cose guidando che denotano una certa precisione nel ‘registrare’ quello che avviene in sella”.

Come si articola il vostro programma per questo inizio di 2016?
Deganello: “A novembre abbiamo provato la Panigale in versione 2016 per la prima volta. Nei prossimi test ripartiremo da una moto già ‘sgrezzata’, quindi dovremo ‘cucirgliela addosso’ come un vestito sartoriale. Ovviamente ci sarà anche qualche evoluzione da definire, quindi valuteremo insieme alcune modifiche e andremo alla ricerca di un setting di base per cominciare il campionato”.
Biasio: “L’obiettivo dei test dello scorso anno a Jerez era mettere a fuoco eventuali problematiche, per poter migliorare. Abbiamo raccolto dei feedback importanti sotto alcuni aspetti, e ci siamo concentrati su quelli. Si parte sempre dalle esigenze del pilota per poi approfondirle nello specifico. D’ora in poi dovremo fare le giuste modifiche”.

Nella vostra esperienza, cosa fa la differenza a questo livello per un pilota?
Deganello: “Mantenere lucidità, sia in sella che giù dalla moto. Davide mi ha già dimostrato di sapere quello che serve per fare il risultato. Basta che mantenga sempre questo approccio. A volte in gara ragiona più col cuore, ma serve anche la lucidità per portare a casa il risultato migliore possibile, e non ho dubbi che ce la farà”.
Biasio: “Per puntare al massimo risultato ci vuole tanto lavoro, da parte di tutti. La cultura del lavoro significa non lasciare nulla al caso, neanche il più piccolo dettaglio, e mattone dopo mattone mettere tutto in ordine per essere sempre al massimo delle potenzialità. Poi quello che ti porta ad essere vincente è l’approccio alla stagione, non al singolo evento. Bisogna pensare al numero di manche a disposizione, ai punti in gioco, e pesare bene le scelte. Sia dal punto di vista tecnico che sportivo. Bisogna fare i passi giusti, con i tempi giusti, altrimenti si rischia di andare indietro”.

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