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SBK | Toprak, il diamante che segna il ricambio generazionale

Toprak Razgatlioglu è il nuovo campione del mondo della Superbike, il turco è riuscito a battere Rea dopo sei anni di dominio incontrastato. Ma il titolo del pilota Yamaha non rappresenta solo un cambiamento al vertice, segna anche il rinnovo del campionato, un ricambio generazionale che disegna un bel futuro per le derivate di serie.

Toprak Razgatlioglu, PATA Yamaha WorldSBK Team, World Champion

Toprak Razgatlioglu, PATA Yamaha WorldSBK Team, World Champion

Gold and Goose / Motorsport Images

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21 novembre 2021, la data che ha cambiato la storia della Superbike, almeno quella recente. Dopo sei anni di dominio Rea-Kawasaki, Toprak Razgatlioglu ha conquistato il titolo mondiale, diventando il primo turco, il primo musulmano a laurearsi campione del mondo, il primo a battere il nordirlandese, che sembrava inarrestabile nella sua corsa a suon di record battuti.

Eppure Toprak Razgatlioglu non è solo il pilota che è stato in grado di interrompere l’egemonia di Rea durata sei anni. Il turco segna un cambio generazionale non indifferente, è il simbolo di una Superbike che sta cambiando, si sta evolvendo in maniera diversa rispetto a qualche anno fa. Lo dice la griglia di partenza di quest’anno e lo dirà anche quella del 2022. Si respira aria nuova, c’è una freschezza diversa, che non toglie nulla all’esperienza dei più veterani, anzi. Aggiunge qualcosa che forse mancava da un po’.

Toprak Razgatlioglu, PATA Yamaha WorldSBK Team, World Champion

Toprak Razgatlioglu, PATA Yamaha WorldSBK Team, World Champion

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Supebike: da “campionato per vecchi” a vivaio di giovani

Si è detto più volte nel corso degli anni che la Superbike fosse un campionato per vecchi, una categoria dove i piloti finivano a correre una volta conclusa la carriera in MotoGP. Ultra trentenni hanno disputato diverse stagioni nel mondiale delle derivate di serie, vincendo anche titoli mondiali. Viene subito in mente Max Biaggi, approdato in Superbike nel 2013, quando aveva 36 anni. Ancora oggi, il Corsaro è il pilota più grande ad aver conquistato un mondiale: conquistò il suo sesto e ultimo titolo nel 2012, a 41 anni.

Tanti però sono i nomi di piloti che si sono schierati in griglia di partenza nonostante non fossero più dei “ragazzini”. Lo stesso Marco Melandri, classe 1982, ha corso fino all’età di 38 anni, annunciando il ritiro alla fine del 2019 ma rimettendosi in gioco l’anno seguente per alcune gare con il team Barni. È mancato il titolo nella sua tappa in Superbike, ma ha rappresentato un punto di riferimento per la categoria.

Ma Biaggi e Melandri sono solo alcuni dei nomi che spiccano maggiormente. Lo stesso Rea, cardine della Superbike, ha quasi 35 anni e al termine della stagione 2021 abbiamo salutato diversi piloti che sono stati un pilastro del mondiale. Primo fra tutti Leon Haslam, classe 1983, mai vincitore di un titolo (il suo miglior risultato fu il secondo posto nella classifica finale nel 2010). Tuttavia, il britannico ha rappresentato un simbolo della categoria, correndo per diversi anni, prima da titolare ininterrottamente dal 2009 al 2015 da grande protagonista, e poi rientrando nel 2019, lasciando a fine 2021 ma senza l’intenzione di fermarsi.

A salutare il paddock della Superbike è anche Tom Sykes, più giovane di due anni rispetto a Haslam, ma comunque ampiamente ultratrentenne. Vincitore del mondiale con Kawasaki nel 2013, il pilota inglese è stato per diversi anni un protagonista della categoria. Memorabile è la stagione 2012, in cui perse per mezzo punti il titolo contro Max Biaggi. All’epoca il Corsaro aveva 41 anni e Sykes 27 (già un’età avanzata, se si pensa a quanto in MotoGP i primi titoli arrivano a poco più di vent’anni).

Infine lascia anche Chaz Davies, ma stavolta senza dirigersi in altre categorie. Il gallese ha annunciato il ritiro, chiudendo la sua carriera in età più giovane rispetto ai suoi colleghi. Classe 1987, Davies appende il casco al chiodo al termine di un percorso che non lo ha mai visto vincere un mondiale, ma che lo ha fatto diventare un punto di riferimento della categoria. Fedele a Ducati per diversi anni, ha corso in Superbike dal 2012 al 2021, una presenza fissa importante per le derivate di serie.

Toprak Razgatlioglu, PATA Yamaha WorldSBK Team

Toprak Razgatlioglu, PATA Yamaha WorldSBK Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Razgatlioglu, portabandiera del movimento giovane

Ma, per una generazione che lascia, ce n’è un’altra pronta a diventare un nuovo punto di riferimento. La Superbike si sta rinnovando e lo abbiamo già iniziato a vedere durante la stagione appena conclusa. In griglia di partenza si è schierato Axel Bassani, il pilota più giovane con soli 22 anni. Ma lo schieramento vantava la presenza di piloti ben al di sotto dei 30 anni. L’età media si è abbassata nel 2021, ma non solo abbiamo visto piloti più giovani, questi si sono fatti strada sin da subito.

Il “portabandiera” di questo ricambio generazionale altri non è che Razgatlioglu, vincitore del titolo mondiale poco meno di una settimana fa. Toprak, classe 1996, è il terzo pilota più giovane della storia ad aver vinto un titolo mondiale. Il turco è diventato campione a 25 anni, mentre il secondo è Troy Corser, poco meno che 25enne. James Toseland, vincitore del suo primo titolo nel 2004, è in cima alla classifica dei più giovani, avendo conquistato il mondiale a 24 anni. 

Il titolo di Razgatlioglu dunque diventa uno spartiacque importante se si guarda al futuro della Superbike. l’età media della maggior parte dei piloti si aggira sui 25 anni, mentre il più “vecchio” sarà Alvaro Bautista, dall’alto dei suoi 37 anni. Esperienza e maturità contro voglia di arrivare e di crescere. La stagione 2022 si presenta giovane, fresca e rinnovata. Basti pensare che il prossimo anno piloti del calibro di Axel Bassani e Andrea Locatelli avranno acquisito esperienza, dopo un 2021 di debutto con risultati di rilievo.

Pronti a lottare saranno anche Michael Ruben Rinaldi e Garrett Gerloff, che già si sono mostrati all’altezza dei più maturi di questa categoria. Non si possono dimenticare anche i piloti di centro gruppo, che pur correndo nelle posizioni di rincalzo stanno crescendo. Nel 2022 inoltre, il più giovane in assoluto sarà Luca Bernardi, primo pilota Superbike nato nel 2001 e che sarà in forza al team Ducati con Barni.

Il giovane pilota sammarinese tornerà in pista il prossimo anno dopo un infortunio alla schiena che lo ha costretto a restare fermo e a concludere in anticipo la stagione in Supersport. Quello che ha mostrato però non gli ha impedito di essere uno dei prescelti per debuttare in Superbike e di essere uno dei debuttanti su cui saranno puntati gli occhi.

La griglia di partenza dunque non solo si rinnova, ma si riempie di giovani di belle speranze, che sono pronti a prendere il posto dei veterani che hanno lasciato o che sono nella fase più avanzata della loro carriera. Attenzione Rea, Bautista...la carica della nuova generazione sta arrivando!

Toprak Razgatlioglu, PATA Yamaha WorldSBK Team, Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team WorldSBK

Toprak Razgatlioglu, PATA Yamaha WorldSBK Team, Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team WorldSBK

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

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