SBK | Rea e Kawasaki: fine di un’era, il 2024 è una pagina…blu
In un'emotiva domenica andalusa, Jonathan Rea ha tagliato il traguardo di Gara 2 riportando al box Kawasaki la ZX-10RR per l'ultima volta. Da domani, il nordirlandese sarà ufficialmente un pilota Yamaha e ieri si è chiusa un'era. Ne comincerà un'altra, che sarà tutta da scoprire.
104 vittorie, 221 podi, 39 pole position, 6 titoli mondiali. Sì, avete già capito di chi parliamo. La leggenda, colui che ha battuto ogni record e che sembra non essere ancora stanco di andare a tutta velocità: Jonathan Rea è sceso ieri dalla sua Kawasaki per l’ultima volta, in una celebrazione che sembrava quasi un addio. Ma è tutt’altro: il nordirlandese lascia la ZX-10RR per abbracciare un nuovo progetto e già da domani, quando inizieranno i test 2024, lo vedremo vestito di blu.
Inizia una nuova era per il sei volte campione del mondo, che sarà in Yamaha al posto di Toprak Razgatlioglu ed è probabilmente (in quanto a palmarès) l’unico in grado di colmare il vuoto che il turco lascia per prendere altre strade. La sfida per Rea è interessante, si tratterà di mettersi nuovamente in gioco a 36 anni. Ma si sa, l’inizio di un’era nuova segna inevitabilmente la fine della vecchia. Con l’addio di Johnny alla Kawasaki se ne va un binomio che ha riscritto la storia delle derivate di serie, cambiando i canoni e alzando sempre di più l’asticella.
Tanti rivali sono passati, ma Rea è rimasto. Resta ancora impresso il primo titolo mondiale conquistato nel 2015 proprio con Kawasaki, quello che ha consacrato il nordirlandese e che ci ha dato prova della nascita di un campione. All’epoca non sapevamo di trovarci di fronte al primo di una lunga serie di mondiali, l’inizio del dominio incontrastato che ha portato molti a dire: “Quanto è noiosa la Superbike”. Già, le gare dominate spesso non piacciono, tuttavia abbiamo assistito a una parte di storia fondamentale delle derivate di serie.
Rea ha battuto ogni record e ad oggi è, con distacco, il pilota più vincente della storia della Superbike. Certo, la sua avventura in Kawasaki non si è conclusa in gloria come avrebbe voluto. Una caduta in Gara 2 mentre era al comando lo ha costretto a correre nelle retrovie, rientrando al box senza trofeo, ma accolto dall’amore della sua gente vestita di verde, che l’ha accompagnato verso la gloria.
"Sono sensazioni strane nel complesso ad essere onesti, non dal punto di vista delle prestazioni o dei risultati, ma perché lascio una squadra incredibile. È il mio ultimo giorno in verde e questo è strano. Ovviamente non è il risultato che volevo ottenere per la mia squadra, che meritava molto di più. Quello che abbiamo dimostrato è che la Ninja ZX-10RR ha ancora del potenziale”, ha affermato Rea nella domenica pomeriggio di Jerez.
La voglia di tagliare il traguardo, di concludere la sua ultima gara sotto la bandiera a scacchi era troppa. Ed è stato proprio in Gara 2 che Rea ha riassunto la sua stagione e la determinazione (tra gli altri aspetti) che in questi anni lo ha portato a essere il più vincente: "Volevo finire la gara perché sarebbe stato troppo facile ritirarsi. La mia pedana si era rotta e il manubrio si era piegato in avanti, ma sono riuscito comunque a girare in 1'41". Questo mi rende ancora più deluso per quello che avrebbe potuto essere, ma quella era la nostra gara. Questo riassume gli alti e i bassi che abbiamo avuto quest'anno; alcuni alti incredibili ma anche momenti difficili, ma non possono oscurare i momenti che ho avuto al KRT. È stato un viaggio vorticoso e qualcosa che non dimenticherò mai".
Il giorno dell’addio è stato sicuramente emotivo, ma ora inizia una nuova avventura. Jonathan Rea è un pilota Yamaha. Sarà strano vederlo vestito di blu, ma la curiosità di vedere un sei volte campione del mondo ripartire da zero e mettersi alla prova è enorme. Sarà l’inizio di un’altra era? Non ci resta che scoprirlo in quella che sarà una stagione 2024 ricca di cambiamenti e incognite.
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