SBK nel caos, l’Argentina chiude le frontiere: voli cancellati e round a rischio
L'inasprimento delle restrizioni per entrare in Argentina sta mettendo a rischio gli spostamenti verso il paese, dove fra meno di due settimane avrà luogo il round della Superbike. Tuttavia i team non sanno come raggiungere San Juan per le frontiere chiuse e la cancellazione dei voli, oltre ai costi ingenti che tutto ciò comporta.
Griglia in gara 2 a Villicum
Gold and Goose / Motorsport Images
La stagione europea del mondiale Superbike si è conclusa questo fine settimana a Portimao e ora l’intero circus delle derivate di serie si sposta oltreoceano per gli ultimi due appuntamenti del 2021. O almeno dovrebbe. Già, perché il prossimo round è programmato in Argentina, ma la situazione in Sudamerica è tutt’altro che tranquilla. Il governo argentino ha infatti chiuso le frontiere, complicando in maniera importante lo spostamento di tutti i membri del paddock dall’Europa verso Buenos Aires, unico aeroporto che ancora consente i voli internazionali, per poi percorrere 1000 chilometri verso San Juan.
Voli cancellati e nessuna soluzione alternativa: questa è la situazione che le squadre stanno fronteggiando, a pochissimi giorni dall’ipotetica partenza, dato che il round di San Juan avrà luogo fra poco meno di due settimane. La Superbike è nel caos, non solo dal punto di vista logistico ma anche da quello economico. In assenza di voli di linea, che hanno deciso di cancellare le proprie tratte a seguito dell’inasprimento delle restrizioni in Argentina, i team dovrebbero rivolgersi a compagnie private. Ma questo ha un costo che non tutti riescono a sostenere.
Dorna e il governo argentino stanno cercando un punto di incontro e l’unica soluzione fino ad ora trovata è la cancellazione della quarantena obbligatoria. Chi proviene da fuori l’Argentina infatti, è costretto a sottoporsi a 14 giorni di quarantena prima di spostarsi all’interno del paese. Ma questo non consentirebbe al round di avere luogo, dato che si svolgerà tra meno di due settimane. Pertanto, una volta arrivati, i membri del paddock non saranno obbligati a restare isolati, come da prassi.
Il problema però sarà arrivare. Già durante il fine settimana di Portimao avevano iniziato a sorgere problemi logistici, con voli cancellati o spostati. Se in un primo momento però sembrava si trattasse di casi isolati, col passare dei giorni sempre più persone hanno avuto problemi. Qualcuno ha acquistato nuovamente i biglietti per i pochi voli rimasti, ma non tutte le squadre possono sostenere le ingenti spese di viaggio per spostare un intero gruppo di persone e mezzi. In particolare il problema nasce anche per i prezzi schizzati alle stelle, condizione che non permette a molti di affrontare la spesa.
Lo denuncia attraverso il suo profilo Twitter Sol Alvarez, Team Coordinator di GRT Yamaha: “Siamo stati obbligati a cambiare la data di arrivo, un giorno più tardi del solito. Ora non abbiamo né voli charter né di linea per arrivare da Buenos Aires a San Juan o Mendoza. Le agenzie di viaggio ci suggeriscono di usare un jet privato. Ma è una spesa che non possiamo affrontare dopo quello che abbiamo dovuto pagare per i voli a Buenos Aires. Ora anche l’hotel vuole approfittare della situazione, dato che a San Juan è tutto prenotato. Ci ha alzato il prezzo pretendendo che paghiamo in contanti o ci lasciano in strada. Inoltre, siccome non sappiamo come arrivare a San Juan, non abbiamo noleggiato auto e ora non c’è alcuna disponibilità in tutta la provincia”.
Una situazione surreale quella che è venuta a crearsi a pochi giorni dalla partenza per l’Argentina, che non solo è più complicata del previsto dal punto di vista logistico, ma rischia di tenere fuori dal paese metà paddock. Chi non riuscirà a sostenere le spese infatti sarà costretto a restare a casa e in griglia di partenza non si potranno vedere tutte le moto, andando a inficiare così sulla salute del campionato. La preoccupazione in vista di questo round è palpabile, tuttavia, nonostante gli enormi problemi che si stanno venendo a creare, sembra che non venga messo in discussione.
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