SBK | Iannone: la vittoria dopo 2967 giorni che profuma di rinascita
Dopo 2967 lunghi giorni, Andrea Iannone è tornato a vincere una gara, trionfando per la prima volta in Superbike ad Aragon. Difficilmente il pilota del team Goeleven dimenticherà quel giorno, in cui è tornato a respirare ed è rinato assaporando di nuovo, dopo tanto tempo, il sapore della vittoria.
Andrea Iannone, Team Go Eleven
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
Si può nascere più di una volta? Se questa domanda la poniamo ad Andrea Iannone, la sua risposta sarà affermativa. Il pilota di Vasto è rinato lo scorso novembre, quando è tornato in sella a una moto per i primi test Superbike in vista del 2024. È rinato a Phillip Island, dove ha dato il via alla sua avventura nelle derivate di serie mostrandosi competitivo sin da subito.
Ma Andrea Iannone è rinato anche ad Aragon, dove sabato scorso, in Gara 1, è tornato sul gradino più alto del podio. Il portacolori Goeleven ha atteso 2967 giorni prima di assaporare di nuovo la dolcezza della vittoria. Quel sabato pomeriggio al Motorland, l’aria era più fresca: era tornato a respirare davvero. Un pilota duro, un uomo che sembra non possa essere scalfito da nulla, ha lasciato che le emozioni uscissero fuori prepotentemente durante l’Inno de’ Mameli, che sabato pomeriggio suonava per lui.
Questi 2967 giorni sono stati lunghi, lunghissimi. Iannone li ha raccontati, ha reso partecipi tutti della sua sofferenza, di quella che secondo lui è stata un’ingiustizia che gli ha tolto quattro anni di gare. Un pilota costretto a non gareggiare è un leone in gabbia, cerca alternative, si reinventa e prova a distrarsi. Ma nulla è come la sensazione di correre in moto e vincere le gare.
Iannone è stato l’unico che in Moto2 è riuscito a tenere testa, ma soprattutto a battere Marc Marquez. Un’impresa non scontata, se pensiamo a quello che è stato il dominio dello spagnolo. Ma, principalmente, Iannone è rimasto nel cuore dei ducatisti per quella vittoria in Austria. Al Red Bull Ring, il pilota di Vasto ha centrato il suo primo (e fino ad ora unico) successo in MotoGP, riportando la Ducati sul gradino più alto del podio per la prima volta dopo l’ultimo trionfo di Casey Stoner a Philipp Island sei anni prima.
Poi la parentesi in Suzuki e, infine, la stagione in Aprilia che non è riuscito a completare per il buio che l’ha avvolto per i successivi quattro anni. Un quadriennio ricco di domande, pensieri, rabbia e sconforto. Ma con un’unica certezza: la voglia di tornare in moto e dimostrare la propria innocenza, ma soprattutto tornare a respirare l’aria pulita, fresca e piacevole della pista.
Quella del team Goeleven è stata una scommessa: la squadra capitanata da Gianni Ramello ama le sfide, è un gruppo a cui non spaventa lanciarsi in nuove avventure e non poteva esserci un posto migliore per la rinascita di Andrea Iannone. In un team non ufficiale, con una gestione familiare e un ambiente tutt’altro che ostile, è ripartita la vita da pilota dell’abruzzese, che ha trovato nella squadra piemontese l’atmosfera ideale per esplodere di nuovo.
Andrea Iannone, Team Go Eleven
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
Così è stato: non sono mancate le difficoltà, in un nuovo ambiente si devono prendere le misure, ci si deve adattare e conoscere. Eppure, pronti, via, in Australia è tornato a gareggiare dando la sensazione che non si fosse mai fermato. Riuscire a salire sul terzo gradino del podio dopo quattro anni di stop ha alzato le aspettative di tutti, che credevano possibile una lotta mondiale costante.
La realtà è stata diversa e, per quanto sognare sia bello, non sempre è tutto facile. Ma passo dopo passo, mattone dopo mattone, Iannone e il team hanno posto le basi per poter provare a guardare di nuovo tutti dall’alto. Le soddisfazioni dopo il duro lavoro sono arrivate ad Aragon, dove tutto profumava di spumante e il cuore era tornato leggero. Dove Andrea Iannone è rinato.
Bentornato, Andrea!
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