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SBK, Ducati da mondiale: il rammarico di una stagione incostante

In una stagione così avvincente e con una classifica così corta, manca un po' all'appello Ducati, che vede assottigliarsi sempre di più la speranza di rivendicare il titolo a dieci anni dall'ultimo mondiale. Nonostante si mostri spesso efficace e nettamente superiore ai rivali, la Rossa di Borgo Panigale ha pagato l'incostanza in una stagione che non lascia margine di errore.

Axel Bassani, Motocorsa Racing, Scott Redding, Aruba.It Racing - Ducati, Michael Ruben Rinaldi, Aruba.It Racing - Ducati,

Axel Bassani, Motocorsa Racing, Scott Redding, Aruba.It Racing - Ducati, Michael Ruben Rinaldi, Aruba.It Racing - Ducati,

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La stagione 2021 volge ormai al termine e ci sta regalando una delle lotte mondiale più emozionanti degli ultimi anni. A Magny-Cours Jonathan Rea diceva: “Sogno di vincere il mondiale all’ultima gara come Colin Edwards con Troy Bayliss nel 2002” e per ora il corso del campionato sembra accontentarlo. Il pilota Kawasaki e Toprak Razgatligolu sono separati da un solo punto a tre (forse quattro) round dal termine della stagione, con il turco che comanda la generale.

In questa battaglia c’è però una grande assente. Ducati. Già, perché se lo scorso anno Scott Redding aveva portato la lotta iridata fino all’ultimo appuntamento, quest’anno la matematica gli dà ragione ma il tempo un po’ meno. Al termine del round di Portimao, evento di chiusura del 2020, il britannico aveva affermato: “Alla fine dell’ultimo appuntamento del 2021 voglio esserci io in testa alla classifica”. Era un chiaro messaggio al rivale Rea, vincitore del suo sesto titolo consecutivo, stavolta un po’ sofferto per l’arrivo di un nuovo avversario che si era rivelato molto duro e pronto a togliergli lo scettro.

Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team WorldSBK, Scott Redding, Aruba.It Racing - Ducati

Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team WorldSBK, Scott Redding, Aruba.It Racing - Ducati

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Tuttavia il 2021 ha preso una piega diversa, nonostante un avvio di stagione esplosivo, Scott Redding ha visto allontanarsi sempre di più l’idea di poter rivendicare il titolo a un Jonathan Rea che è stato invece messo in difficoltà da Toprak Razgatlioglu. Già nella prima fase di campionato però, il pilota Ducati aveva mostrato una certa incostanza, passando da trionfi a cadute e delineando un mondiale che ben presto si è trasformato in un duello fra il turco e il campione in carica.

Misano, round di casa Ducati, ha rappresentato forse il momento peggiore dell’anno per Redding, che si è visto demolire dal suo compagno di squadra, Michael Ruben Rinaldi. Sulla sua pista, il romagnolo ha inanellato due vittorie consecutive, salendo sul podio tre volte in tre gare e candidandosi di fatto come il pilota di riferimento della Casa di Borgo Panigale. Stavano inoltre già iniziando a diffondersi le voci di un possibile divorzio tra Redding e Ducati a fine stagione.

Nei primi tre appuntamenti del 2021, quando andava forte uno soffriva l’altro e questo ha permesso a Rea e Razgatlioglu di iniziare a scappare via, nonostante la Panigale V4R sembrava la moto che meglio si adattasse alle caratteristiche dei diversi piloti. La costanza di rendimento di uno o di entrambi i piloti è stato ciò che maggiormente ha caratterizzato i round iniziali di questa stagione così adrenalinica, che nelle prime fasi vedeva uscire e rientrare Redding nella lotta per il titolo.

Negli ultimi tre round però, Ducati è il costruttore che vanta il maggior numero di vittorie, ben quattro successi su nove gare disputate, più o meno il 44%. Una cifra incredibile se pensiamo a quello che è diventata la lotta iridata fra Razgatlioglu e Rea nel corso dell’anno. Con una classifica così corta ci si immagina davvero un’egemonia dei due contendenti, eppure spesso sono stati beffati dagli alfieri Ducati, che hanno messo le proprie ruote davanti alla R1 e alla ZX-10RR.

Axel Bassani, Motocorsa Racing, Scott Redding, Aruba.It Racing - Ducati, Michael Ruben Rinaldi, Aruba.It Racing - Ducati

Axel Bassani, Motocorsa Racing, Scott Redding, Aruba.It Racing - Ducati, Michael Ruben Rinaldi, Aruba.It Racing - Ducati

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Emblematica ed esemplificativa è la tripletta di Gara 1 a Barcellona. Su una pista che sulla carta avrebbe un po’ fatto soffrire la quattro cilindri, Redding, Rinaldi e Bassani hanno monopolizzato il podio, regalando a Ducati una favolosa tripletta. L’ultima volta che tre Rosse avevano occupato l’intero podio era il 2012, ad Assen. Da allora sono passate otto stagioni e il cambio generazionale ha dato i suoi frutti: se da una parte abbiamo Scott Redding che ha rappresentato l’esperienza di un pilota che proviene dalla MotoGP e che conosce bene l’ambiente del mondiale, dall’altra abbiamo Michael Ruben Rinaldi, che ha conquistato lo scorso anno la sua prima affermazione mondiale e che per la prima volta quest’anno milita in un team ufficiale. Degno di nota è inoltre Axel Bassani, pilota più giovane della griglia e alla sua prima stagione da pilota titolare. Sulla privatissima Panigale V4R del team Motocorsa, il pilota italiano aveva già dato prova di essere in grado di potersi avvicinare ai grandi, fino a darne dimostrazione proprio a Barcellona, dove ha trovato il suo primo podio finendo anche davanti a Rinaldi.

Una Ducati da mondiale, dunque. Un tracciato non favorevole come il Montmelo è diventato teatro di un dominio incontrastato, con Rinaldi che ha firmato uno splendido trionfo in Gara 2, confermando di fatto lo strapotere della quattro cilindri tra le curve catalane. Una Ducati così non si vedeva da molto, Scott Redding e Michael Ruben Rinaldi sono terzo e quarto nella generale e nelle prime quattro posizioni troviamo due Ducati. Tuttavia la classifica è impietosa a dispetto di quanto visto lo scorso fine settimana: il britannico paga un distacco di 60 punti dalla vetta e il romagnolo è distante addirittura 181 lunghezze.

Un grande rammarico per la Ducati che abbiamo visto al Montmelo. Nei round di Navarra, Magny-Cours e Barcellona, Ducati ha accumulato un totale di 175 punti, la cifra più alta rispetto ai 136 di Yamaha (divisi tra Razgatlioglu e Locatelli) e ai 120 di Kawasaki (spartiti fra Rea e Lowes). Questo indica una maggiore completezza del mezzo, che però in questo momento non sta raccogliendo i frutti in ottica iridata. L’incostanza è stata sicuramente la chiave per un mondiale al di sotto delle aspettative e, quando ormai mancano due (forse tre) round al termine della stagione, è difficile agganciare i due contendenti, che ormai viaggiano in solitaria verso uno dei duelli più belli degli ultimi anni.

Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team WorldSBK, Toprak Razgatlioglu, PATA Yamaha WorldSBK Team

Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team WorldSBK, Toprak Razgatlioglu, PATA Yamaha WorldSBK Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

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