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SBK, Donington, Sykes beffato dal regolamento: “È una barzelletta!”

Il pilota BMW viene privato del podio nella Superpole Race a causa della caduta nel giro di rientro, non essendo tornato nei cinque minuti richiesti dal regolamento. Sykes critica la gestione dell’emergenza in pista, Jonathan Rea e Alex Lowes si schierano con lui e chiedono maggiore buonsenso. Leon Haslam è una voce fuori dal coro.

Tom Sykes, BMW Motorrad WorldSBK Team

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Nel round dominato da Jonathan Rea, Tom Sykes è stato un grande protagonista, nel bene e nel male. Ha dato prova dei grandi passi in avanti fatti da BMW, che sulla pista di Donington è apparsa decisamente competitiva. Ma il britannico ricorderà questo ottavo appuntamento della stagione per quanto accaduto nella Superpole Race di domenica.

L’alfiere BMW è secondo quando la gara viene interrotta, a tre giri dal termine. La causa è da attribuire all’olio in pista lasciato dalla S1000 RR del suo compagno di squadra Peter Hickman. La chiazza ha provocato una serie di cadute, in cui sono rimasti coinvolti ben sei piloti, perciò la Direzione Gara è costretta ad esporre bandiera rossa. È nel giro di rientro che Tom Sykes subisce la beffa: non si rende conto della presenza dell’olio e scivola, finendo nella ghiaia e non riuscendo a tornare ai box con la propria moto.

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Proprio per questo motivo, il britannico viene escluso dal podio. Il regolamento infatti recita che i piloti devono rientrare nei box sulle proprie moto entro cinque minuti, mentre Sykes arriva al Parco Chiuso senza la sua S1000 RR. L’ex pilota Kawasaki viene dichiarato fuori gara e nella seconda manche del weekend scatta dalla decima casella. Perde così il secondo podio della stagione e Gara 2 è estremamente compromessa, la BMW non è ancora a livello dei primi ed una partenza da metà gruppo non permette una rimonta alla ricerca di un buon risultato.

È un finale amaro per Tom Sykes, che prende atto del regolamento ma è furioso con la gestione dell’emergenza in pista: “Ho visto le bandiere che segnalavano l’olio in pista all’interno della Melbourne, ma quella curva è cieca, quando arrivi lì è già troppo tardi. In quel momento c’era un’auto parcheggiata a bordo pista, c’erano piloti, moto e commissari di pista ovunque. Ho alzato lo sguardo per cercare di capire se ci fosse qualcuno che stesse provando ad entrare in pista e sono finito sull’olio. Ce n’era una tonnellata, anche Rea e Razgatlioglu sono quasi caduti. Sfortunatamente, io sono scivolato e non sono andato lontano dalla macchina parcheggiata, mentre la mia moto ha quasi colpito un marshal. È una barzelletta”.

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A schierarsi con il campione del mondo 2013 è il suo ex compagno di squadra Jonathan Rea. Il vincitore della Superpole Race è piuttosto critico e difende il connazionale, dando la sua versione dei fatti: “Non ho visto le bandiere fino a che non sono arrivato al luogo dell’incidente. Lì c’era una bandiera sulla destra, ma entrando nella chicane non ho visto nessuno. Sono stato molto fortunato a non cadere, ho dovuto allungare il piede in modo che l’anteriore non cedesse. Sono molto dispiaciuto per Tom, stava combattendo per la vittoria”.

Anche Alex Lowes prende le difese di Sykes ed è ancora più severo nei riguardi del regolamento e di quanto accaduto in pista: “Questi sono i momenti in cui odio il regolamento. Quindi, per logica, se finisci la benzina nel giro di rientro, vieni squalificato? Tom ha disputato una grande gara ed è caduto, ma non per colpa sua. Ogni tanto un po’ di buonsenso non guasterebbe”.

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“Con questo non voglio dire nulla di negativo sui marshal – continua il pilota Yamaha – perché senza di loro non potremmo scendere in pista. Apprezzo molto il loro sostegno e quello che fanno, svolgono un lavoro duro e ci permettono di correre. Ma non c’erano segnalazioni sufficienti e quando sei in sella non puoi vedere l’olio. Avrebbero dovuto guidarci all’interno della pista”.

Chi ha tratto vantaggio dall’esclusione di Tom Sykes è Leon Haslam, che nella Superpole Race guadagna così il terzo gradino del podio. Il pilota Kawasaki non mostra la minima solidarietà nei confronti dell’avversario, anzi. Sostiene che se le regole ci sono, è giusto che vengano applicate: “È ciò che dice il regolamento, non importa se non ci sono segnalazioni in pista. Se non riporti la moto entro cinque minuti, allora non vieni contato".

"Tom era secondo e stava andando bene, ma le regole sono chiare. Tutti noi abbiamo avuto difficoltà in quelle condizioni. Era ovvio che ci fosse un problema, perché c’erano delle bandiere e piloti dappertutto, non abbiamo saputo cosa fosse successo fino a che non siamo arrivati in quel punto”.

Tom Sykes, BMW Motorrad WorldSBK Team, Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team
Tom Sykes, BMW Motorrad WorldSBK Team
Tom Sykes, BMW Motorrad WorldSBK Team
Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team, Tom Sykes, BMW Motorrad WorldSBK Team
Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team, Tom Sykes, BMW Motorrad WorldSBK Team
Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team, Tom Sykes, BMW Motorrad WorldSBK Team
Dettaglio della tuta strappata di Tom Sykes, BMW Motorrad WorldSBK Team
Tom Sykes, BMW Motorrad WorldSBK Team
Tom Sykes, BMW Motorrad WorldSBK Team
Tom Sykes, BMW Motorrad WorldSBK Team
Tom Sykes, BMW Motorrad WorldSBK Team
Tom Sykes, BMW Motorrad WorldSBK Team
Tom Sykes, BMW Motorrad WorldSBK Team
Tom Sykes, BMW Motorrad WorldSBK Team
Tom Sykes, BMW Motorrad WorldSBK Team
Tom Sykes, BMW Motorrad WorldSBK Team
Tom Sykes, BMW Motorrad WorldSBK Team
Tom Sykes, BMW Motorrad WorldSBK Team
Tom Sykes, BMW Motorrad WorldSBK Team
Tom Sykes, BMW Motorrad WorldSBK Team
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