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Intervista

Rea, leader con record: “13 vittorie ad Assen, mi sento vecchio!”

Ad Assen in arriva un nuovo trionfo per Jonathan Rea, che diventa il pilota più vincente di sempre su una singola pista. Quella di Gara 1 è infatti la vittoria numero 13 per il pilota Kawasaki, che si presenta alle due gare di domenica da grande favorito, dopo essere tornato al comando della classifica generale.

Il polesitter Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team WorldSBK

Il polesitter Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team WorldSBK

Gold and Goose / Motorsport Images

Arrivava ad Assen da inseguitore e ora si presenta alla domenica del round olandese da leader e grande favorito: Jonathan Rea è tornato a vincere una gara lunga (ad eccezione della Superpole Race di Donington, mancava da Gara 2 dell’Estoril) e arriva alla giornata conclusiva di questo weekend da leader del mondiale. In Gara 1 il campione in carica ha trionfato tornando così al comando della classifica, con una prova di forza incredibile.

Rea ha scritto un’altra pagina di storia della Superbike, al mattino ha fatto segnare una Superpole che gli ha consentito di partire dalla prima casella in Gara 1, dove ha battuto un nuovo record: il pilota Kawasaki arrivava al weekend olandese con 12 successi sullo storico tracciato di Assen, stesso numero di Carl Fogarty. Con il trionfo odierno, lo supera e si porta a quota 13, diventando il pilota più vincente su un singolo tracciato.

Assen dunque è uno dei circuiti talismano del pluricampione del mondo, che commenta questo record con meno entusiasmo rispetto ai precedenti, ma comunque con grande orgoglio: “Corro qui da 12 o 13 anni, la pista è molto fluida. Ma quest’anno è completamente diverso, perché l’asfalto è stato rinnovato. Il record non lo sento così speciale ad essere onesti, chiaramente ne sono orgoglioso, ma mi fa sentire vecchio (ride). Ovviamente abbiamo anche tre gare per weekend, ma comunque provo molto orgoglio”.

Costruire la vittoria però non è stato semplice per Rea, che si è dovuto confrontare con due rivali agguerritissimi. Scott Redding e Toprak Razgatlioglu, diretti rivali in classifica, gli hanno dato filo da torcere soprattutto nelle prime fasi di gara, ma si sono dovuti piegare allo strapotere del pilota Kawasaki: “Quando ero con Toprak e Scott vedevo i tempi sul pitboard ed era davvero difficile andare via, ho cercato di massimizzare, non commettere errori e cercare di tenere un po’ di gap. Comunque ho avuto un buon ritmo, sentivo solo un po’ di vibrazioni alla gomma posteriore verso la fine della gara. Quindi invece di spingere e stressare la gomma ancora di più ho cercato di gestire, ma il gap non è diminuito. È una bella sensazione e non vedo l’ora della gara di domani. Sembra che avremo delle condizioni diverse domani, quindi dovremo essere preparati”.

Una delle chiavi di questa gara è stata senza dubbio la scelta delle gomme, diventate ormai fondamentali per il successo. Rea ha optato per la SCX, scelta in controtendenza rispetto ai suoi avversari che erano in prima fila con lui. Sembrava un azzardo, tuttavia si è rivelata una scelta vincente: “Ho usato la SCX, avevo fatto un long run ieri con questa mescola e mi ero sentito abbastanza bene. Abbiamo fatto un buon piano, Pirelli ha portato una nuova anteriore e l’abbiamo provata. È positivo quando il lavoro che fai viene ripagato. Il passo era più lento di quello che mi aspettassi, ma ieri ho fatto un run di 17 giri e ogni giro era 34’9, ma le temperature erano diverse”.

Una volta battuto un altro record, a Jonathan Rea resta quello delle Superpole, che però crede di non riuscire a raggiungere: “Abbiamo messo tutto insieme, moto, team. Quando guido bene tutto lavora alla grande, ma è stato difficile fare la pole anche per via della regola delle bandiere gialle. Tutti vanno più al limite, quindi c’è più possibilità che venga esposta una bandiera gialla, perché la Superbike è competitiva attualmente. Devi anche essere fortunato, ma noi abbiamo anche una buona moto. Chiaramente anche il record di Superpole è importante, ma Tom Sykes è più famoso come uomo della Superpole, la differenza di 18 pole è molta. Credo che non arriverò a raggiungerlo, ci proverò, ma sarà difficile”.

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