Rea contrattacca: “Nessuna pressione, si poteva correre”
Jonathan Rea afferma di essere completamente in disaccordo con il boicottaggio di Gara 1 in Argentina e ha negato di aver ricevuto pressioni per correre.
Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team, Riba
Gold and Goose / Motorsport Images
Parte del circuito di San Jaun Villicum è stato riasfaltato solo una settimana prima del round del mondiale Superbike, l’olio filtrava dall’asfalto e la polvere presente sulla pista hanno portato sei piloti a boicottare Gara 1 per questioni di sicurezza.
Del 90% di piloti che si diceva non volesse correre, sembrava ne facesse parte anche Jonathan Rea, secondo quanto affermato da Chaz Davies, Eugene Laverty e Leon Camier, dunque il campione in carica sosteneva la causa. Tuttavia, il pilota Kawasaki si è schierato in griglia di partenza e per questo è stato definito “senza spina dorsale” da Laverty.
Rea ha dato la sua visione, ignorando il commento di Laverty e affermando: “Ero alla riunione tra i piloti e gli organizzatori e non voglio parlare di quanto successo lì, non mi va di fare proclami perché ognuno ha il proprio punto di vista, che sia perché ha qualcosa da guadagnare o meno. Ma, se devo essere onesto, ero completamente in disaccordo sul fatto di marciare in pitlane senza le tute prima della gara come una specie di esercito non era la miglior cosa da fare. Comunque, le opinioni sono opinioni, io ho la mia”.
“Non è giusto, siamo un’identità qui, siamo la Superbike, almeno dobbiamo provarci, no? Questo è un paese in difficoltà e ci sono persone che pagano i biglietti per venire a vederci, almeno si poteva andare in griglia. Quindi ho detto che non avrei aderito ed avrei corso”.
Comunque Rea riconosce che le condizioni non erano ideali, ma afferma che fossero accettabili, negando anche il fatto di aver ricevuto pressioni, dunque la decisione di correre è stata solo sua: “Ai piloti a favore del boicottaggio non piaceva l’idea che avessi un’opinione diversa da loro, ma non mi faccio di certo influenzare da qualcuno che mi mette pressione per fare qualcosa che non voglio. Nessuno mi ha puntato una pistola alla tempia dicendomi di correre. Lo dicono, ma non è vero, inoltre correvamo anche per vincere il titolo costruttori. Io ho sentito che le condizioni, pur non essendo ideali, ci permettevano di correre. Abbiamo completato 21 giri di gara ed i piloti partiti sono arrivati al traguardo. Alla fine noi abbiamo conquistato 20 punti”.
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