Portimao, Libere 1: Dominio Kawa, Ducati insegue. Camier tra i big
Rea fa subito la voce grossa, Sykes alle sue spalle. Terzo tempo per la MV, quarto per Davies, già a più di mezzo secondo. Inizia male il round per Melandri: motore ko e perso tutto il turno.
Foto di: Toni Börner
Anche se in ogni caso non potrà laurearsi campione del mondo per la terza volta consecutiva a fine round portoghese, Jonathan Rea ha fatto subito capire a Portimao che è pronto a mettere fine alle residue speranze dei suoi avversari. Pronti via e il portacolori della Kawasaki si è issato al vertice della graduatoria tempi, abbassando costantemente i suoi crono, fino a chiudere la sessione con il miglior passaggio in 1’43”170.
Un vero e proprio martello, preciso e pulito ma estremamente efficace sul fondo sconnesso e nelle buche della pista. Una prova di forza che già mette il suo compagno di squadra e la Ducati nel non proprio ottimale ruolo di inseguitori già… in affanno.
In qualche modo il volenteroso Sykes, che qui detiene ancora il record in prova e in gara datato 2013, ha contenuto i danni ma tre decimi sono già un passivo importante. Anche perché l’inglese, ormai è una costante, è più competitivo nel giro secco che sul passo gara, e se già non riesce ad infastidire il compagno di squadra, per lui sono dolori annunciati.
E la Ducati? Davies ha fatto il suo compitino, mantenendosi a portata di tiro di Rea. Il gallese è un “animale” da battaglia e ha già preferito lavorare sul passo gara che non sulla prestazione singola, anche se accusare già un distacco di oltre mezzo secondo può e deve preoccupare gli uomini Ducati.
Come preoccupa lo stop di Marco Melandri. La sessione del ravennate è durata meno di 10’ poi ha dovuto parcheggiare la sua Panigale, ammutolita per un problema al motore che al box Ducati stanno ancora cercando di capire. Sta di fatto che Marco è rimasto a sedere per tutto il tempo restante e questo senza dubbio peserà enormemente nell’economia del suo weekend, viste anche le sue conclamate difficoltà a trovare il giusto assetto quando la pista non è liscia come un tavolo da biliardo.
Problemi che non ha avuto sicuramente Leon Camier, autore di un prestigioso terzo tempo. Su questo tipo di pista la MV si dimostra sempre competitiva ma è indubbio che l’inglese ci mette molto del suo. Come sempre il segreto del successo sarà trovare continuità nel passo gara ma iniziare fin da subito a guardare la maggiore parte dei rivali dall’alto dà morale e fiducia.
Si è difeso bene anche Alex Lowes con la Yamaha, e questo è un bel segnale perché generalmente la R1 fa fatica ad adattarsi velocemente. L’inglese è stato l’ultimo dei piloti a girare sotto l’1’44” e soprattutto ha dato oltre mezzo secondo al compagno di squadra Michael van der Mark, autore della settima prestazione e speriamo con la testa ancora in SBK e non già sulla moto di Valentino Rossi...
Meglio di lui, per una manciata di decimi, ha fatto Eugene Laverty con la prima Aprilia in classifica, ma parliamo di un distacco da Rea di oltre 1”1, che diventano 1”7 per Lorenzo Savadori, decisamente troppo per una moto che dovrebbe essere a ridosso di Kawasaki e Ducati. Dietro a Xavi Fores, partenza un po’ abulica la sua, segnali di risveglio per Stefan Bradl, nono tempo mentre c’è parecchio lavoro da fare sulle BMW del team Althea, con Jordi Torres 11esimo e Raffaele De Rosa 15esimo.
A Portimao sono scese in pista tre new entry: Anthony West con la Kawasaki del Team Puccetti in sostituzione di RandyKrummenacher, Alessandro Andreozzi con la Yamaha del team Guandalini e l’annunciato TakumiTakahashi nel team Red Bull. I tre hanno chiuso nelle ultime tre posizioni e ci può stare per i primi due mentre ancora facciamo fatica a capire l’utilità del giapponese, ultimo a oltre 4”, che certamente migliorerà ma da lì a fornire valide indicazioni sulla CBR ne passa un bel po’.
Cla | # | Pilota | Moto | Giri | Tempo | Gap | Distacco | km/h |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | 1 | Jonathan Rea | Kawasaki | 18 | 1'43.170 | 160.232 | ||
2 | 66 | Tom Sykes | Kawasaki | 22 | 1'43.516 | 0.346 | 0.346 | 159.697 |
3 | 2 | Leon Camier | MV Agusta | 25 | 1'43.729 | 0.559 | 0.213 | 159.369 |
4 | 7 | Chaz Davies | Ducati | 20 | 1'43.750 | 0.580 | 0.021 | 159.336 |
5 | 22 | Alex Lowes | Yamaha | 20 | 1'43.995 | 0.825 | 0.245 | 158.961 |
6 | 50 | Eugene Laverty | Aprilia | 16 | 1'44.286 | 1.116 | 0.291 | 158.517 |
7 | 60 | Michael van der Mark | Yamaha | 21 | 1'44.552 | 1.382 | 0.266 | 158.114 |
8 | 12 | Javier Fores | Ducati | 21 | 1'44.608 | 1.438 | 0.056 | 158.029 |
9 | 6 | Stefan Bradl | Honda | 24 | 1'44.834 | 1.664 | 0.226 | 157.689 |
10 | 32 | Lorenzo Savadori | Aprilia | 18 | 1'44.910 | 1.740 | 0.076 | 157.575 |
11 | 81 | Jordi Torres | BMW | 20 | 1'45.140 | 1.970 | 0.230 | 157.230 |
12 | 36 | Leandro Mercado | Aprilia | 20 | 1'45.211 | 2.041 | 0.071 | 157.124 |
13 | 40 | Roman Ramos | Kawasaki | 23 | 1'45.361 | 2.191 | 0.150 | 156.900 |
14 | 86 | Ayrton Badovini | Kawasaki | 17 | 1'45.518 | 2.348 | 0.157 | 156.667 |
15 | 35 | Raffaele De Rosa | BMW | 18 | 1'45.570 | 2.400 | 0.052 | 156.589 |
16 | 84 | Riccardo Russo | Yamaha | 19 | 1'45.669 | 2.499 | 0.099 | 156.443 |
17 | 37 | Ondřej Ježek | Kawasaki | 18 | 1'46.484 | 3.314 | 0.815 | 155.245 |
18 | 13 | Anthony West | Kawasaki | 21 | 1'46.915 | 3.745 | 0.431 | 154.620 |
19 | 33 | Marco Melandri | Ducati | 2 | 1'47.019 | 3.849 | 0.104 | 154.469 |
20 | 121 | Alessandro Andreozzi | Yamaha | 19 | 1'47.137 | 3.967 | 0.118 | 154.299 |
21 | 72 | Takumi Takahashi | Honda | 29 | 1'47.305 | 4.135 | 0.168 | 154.058 |
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