Nicky Hayden, il campione rimasto umano
Tre anni fa moriva Nicky Hayden, a seguito di un incidente stradale avvenuto a Misano Adriatico mentre si allenava in bicicletta. Ma il ricordo di Kentucky Kid è ancora vivo e continua ad essere amato da chiunque lo abbia seguito e conosciuto.
Foto di: Honda Racing
Misano Adriatico a metà maggio profuma già di estate, il caldo e le passeggiate al mare riempiono le giornate in attesa che la piccola cittadina romagnola inizi a brulicare di piloti e squadre del Mondiale Superbike, che ogni anno fanno tappa al Misano World Circuit Marco Simoncelli per uno dei round più attesi della stagione. L’avvicinamento a questo appuntamento è uno dei preferiti da molti piloti, che qui si recano con grande anticipo per un piccolo assaggio della tipica ‘vacanza italiana’.
Nel weekend di gara, l’odore del mare si mischia con il profumo dell’asfalto, delle gomme, in un ritmo frenetico che non lascia spazio per pensare. Ma uscendo dal circuito ed andando verso l’interno della cittadina ci si ritrova in un angolo di strada surreale, che riporta alla mente momenti che il mondo del motorsport non vorrebbe mai vivere.
All’incrocio tra via Ca’ Raffaeli e via Tavoleto c’è un piccolo giardino, un vero e proprio angolo verde con una lastra di vetro che raffigura Nicky Hayden nel giorno della vittoria del suo unico titolo mondiale in MotoGP. Non è un posto come un altro, la pace ed il silenzio che accolgono chiunque passi di lì ricordano la frenesia di quei giorni di maggio del 2017. Tre anni fa, proprio il 22 maggio, ci lasciava Kentucky Kid dopo una settimana di lotta in ospedale a seguito di un incidente in bicicletta avvenuto qualche giorno prima nel punto dove ora sorge il suo memorial.
Nel sedersi sulla panchina posta nel piccolo giardino intitolato al pilota scomparso, tornano alla mente tutti i momenti della sua carriera, dal debutto nella classe regina del mondiale al titolo conquistato a Valencia, dal passaggio in Superbike alla prima (ed unica) vittoria sul bagnato a Sepang in sella alla Honda. Ma Nicky Hayden non è stato solo questo. Lo statunitense è rimasto nel cuore di appassionati ed addetti ai lavori non solamente per quanto fatto vedere in pista. Ha regalato sorrisi, di quelli che solo lui sapeva fare, ha speso parole e compiuto gesti che lo hanno sempre contraddistinto come una delle persone più pulite, solari ed umili dell’intero paddock.
Era arrivato sul tetto del mondo, aveva conquistato la fama, ma restava sempre il ragazzo semplice che proveniva dalle campagne del Kentucky. In pista veniva nominato ‘il mostro della Laguna’, in onore delle sue splendide vittorie sul suo circuito di casa, Laguna Seca. Ma una volta tolti casco e tuta tornava l’uomo normale, che aveva progetti di vita oltre le corse e sognava un futuro che gli è stato strappato tragicamente quel 22 maggio 2017.
L’intero mondo delle due ruote è ancora oggi attonito, in ogni circuito la presenza di Nicky Hayden è prepotente e sembra quasi che debba incrociare il cammino e lo sguardo di ognuno da un momento all’altro. Chiunque ricordi Nicky, lo fa parlando ancora al presente, perché continua a vivere nel cuore di chi l’ha conosciuto, di chi l’ha ammirato e di chi ha avuto il privilegio di poter condividere con lui attimi della propria vita.
Nicky Hayden è stato un grande campione in pista, memorabile è la gara di Valencia del 2006, in cui riuscì ad interrompere il dominio di Valentino Rossi consacrandosi campione del mondo in MotoGP. Dopo qualche difficoltà nel mondiale prototipi, è passato alle derivate di serie, incantando il pubblico con le azioni di gara e conquistando l’affetto degli appassionati in Superbike con la meravigliosa vittoria a Sepang, sotto una pioggia scrosciante. Risale al 2016 la sua ultima vittoria, poco più di un anno prima della tragica scomparsa, a cui ancora si fa fatica a credere.
I ricordi dei giorni concitati a seguito dell’incidente stradale avvenuto il 17 maggio 2017, i comunicati che aggiornavano sulle condizioni di salute e la notizia che nessuno avrebbe voluto né dare né ricevere sembrano un brutto incubo. Sembra ancora incredibile e surreale, perché nonostante tutto, è ancora vivo il ricordo di Kentucky Kid, che continua a correre in ogni pista, in ogni angolo del mondo, dove ha lasciato un segno indelebile.
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