Melandri esclusivo: “Non volevo finisse così, ma ho dato il mio meglio”
Al termine della sua ultima gara della carriera, Marco Melandri ci ha rivelato in un’intervista esclusiva i suoi piani per il futuro e la voglia di scoprire la vita fuori dal paddock.
Marco Melandri, GRT Yamaha WorldSBK
Gold and Goose / Motorsport Images
Il round di Losail non ha rappresentato solamente la tappa finale del Mondiale Superbike, ma anche l’ultima gara della carriera di Marco Melandri. Come già annunciato a luglio, a fine stagione il veterano avrebbe appeso il casco al chiodo, chiudendo un capitolo importante della sua vita e della storia del motociclismo, italiano in particolare.
Melandri, che ha esordito nel mondiale nel 1997 in 125cc, vanta più di venti anni di carriera, costellata di momenti difficili ma anche di successi che lo hanno portato ad essere ricordato tra i grandi italiani degli ultimi tempi, insieme a Valentino Rossi, Loris Capirossi e Max Biaggi. Con quest’ultimo condivide il passaggio alle derivate di serie, dal 2011 infatti Melandri è approdato al Mondiale Superbike, chiudendo la sua prima stagione solo alle spalle di Carlos Checa.
Dopo una breve parentesi in MotoGP, è tornato in Superbike nel 2017 con Ducati, prima di intraprendere l’avventura con Yamaha GRT, ultima tappa della sua lunga e ricca carriera. Motorsport.com ha incontrato Marco Melandri a Losail e ci ha raccontato i suoi sentimenti, i piani per il futuro e come vede il Mondiale il prossimo anno.
Marco Melandri, GRT Yamaha WorldSBK
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
Non è il finale che avevi sperato, quali sono le tue sensazioni?
Credo che solo in Superpole Race mi sono divertito, ma per tutta la stagione ho avuto difficoltà. È triste perché non ho potuto esprimere il mio potenziale. Lo scorso anno a fine stagione ero anche davanti a Chaz, invece quest’anno ero a due secondi dai primi. Quindi quando non trovi il feeling con la moto è impossibile andare veloce. Non volevo finisse così, ma ho dato il mio meglio”.
Quindi sei felice che sia finita?
Sono deluso di finire così, ma sono felice che sia finita, perché mentalmente non avevo proprio più energia. Ho bisogno di staccare dal paddock e dalla vita delle gare per un po’. Forse verrò per divertimento fra qualche anno. Sicuramente mi piacerebbe continuare a guidare, ma lo farei con un progetto di scuole di guida, ho dei progetti e mi diverto con le e-bike, quindi vorrei provare a scoprire questo mondo.
Tutte queste attività compenseranno l’adrenalina delle corse?
L’adrenalina è qualcosa di cui ho bisogno, ma fortunatamente ho molte passioni che mi danno adrenalina, come il volo. Continuerò a fare qualche gara, ma senza pressione, ma solo per divertimento e per scoprire nuovi posti. Mi piacerebbe staccare un po’, voglio pulire un po’ la mia mente. Ma non voglio ricoprire altri ruoli come il manager, non voglio viaggiare, passare troppi giorni nel paddock. Voglio vedere cosa mi offre il mondo fuori da qui, perché sono nato nel paddock e ci sono cresciuto, l’unico stile di vita che conosco è questo.
Marco Melandri, GRT Yamaha WorldSBK
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
Sei arrivato in Superbike nel 2011 e la serie è cambiata molto da allora. Pensi che questi cambiamenti siano stati positivi o no?
Ci sono punti positivi e negativi: il problema principale è che copiamo troppo la MotoGP ma non abbiamo gli stessi soldi. Dovremmo tornare a renderlo un po’ più popolare e meno professionale. Non è facile però, perché se lo fosse lo farebbero. Stanno lavorando per migliorare, credo che la Superbike serva da pioniera per scoprire nuovi paesi per la MotoGP e anche se questa categoria fatica molto sopravvive perché serve alla MotoGP.
Diamo un’occhiata al futuro, la griglia di partenza sarà piuttosto rinnovata. Come vedi la prossima stagione?
Credo che i cambiamenti forse renderanno la vita più facile a Rea. Sicuramente Bautista sarà forte, lo sarà anche Honda, ma non credo più veloci di quanto non lo fosse Alvaro quest’anno con la Ducati. Penso che non siano nemmeno pronti come quest’anno o più veloci di Davies. Sono curioso di vedere Razgatlioglu sulla Yamaha, perché per me è uno dei migliori talenti attuali.
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