La Honda cambia ancora: Takahashi al posto di Giugliano
La Casa giapponese ha deciso di scaricare Davide Giugliano e puntare sul 27enne per le tappe di Portimao e Jerez, ma questa decisione lascia perplessi per una serie di ragioni. Scopriamo insieme quali...
Foto di: Toni Börner
Alla fine l’ha avuta vinta il Giappone. Con uno scarno comunicato (magari non sarebbe stato male un ringraziamento a Davide Giugliano per il lavoro e l’impegno messo in questa sua breve avventura), il team Red Bull Honda World Superbike ha annunciato l’ennesimo cambio. A fianco di Stefan Bradl, nei due round di Portimao e Jerez scenderà in pista Takumi Takahashi, tester ufficiale HRC.
27 anni, vanta tre vittorie nella 8 Ore di Suzuka (2010, 2013 e 2014) e gareggia quest’anno nel Campionato Giapponese dove ha vinto le prime due prove ed è secondo in campionato a cinque punti dalla vetta. La carta decisiva è stata naturalmente la sua grande esperienza sulla Honda Fireblade 1000RR, una mossa un po’ disperata per uscire da un tunnel tecnico da cui non si vede attualmente la fine ma che francamente lascia perplessi per una serie di ragioni.
La prima è che il giapponese non ha mai corso a Portimao e a Jerez ha svolto solo test. Si tratta di due piste non facili, molte tecniche, che necessitano di tempo per essere “assorbite” in maniera quanto più competitiva. Il che significa che riuscire a portare al limite, per quanto basso, la SP2, sarà impresa francamente improba.
La seconda è di natura tecnica. In Giappone la SP2 utilizza un’elettronica Magneti Marelli, nel Mondiale SBK Cosworth. Certamente Takahashi avrà la possibilità di effettuare comparizioni, il che è positivo, ma sfruttarne le potenzialità è tutta un’altra cosa. E poi le gomme, che spesso fanno la differenza. Bridgestone in Giappone, Pirelli nel mondiale: comportamenti molto diversi che non aiuteranno certo il lavoro di Takahashi.
In Honda Europa è più di una sensazione che avrebbero preferito continuare con Giugliano. Certo il pilota italiano non aveva brillato ma altrettanto certo non per colpa sua, visto le carenze della SP2 con l’aggiunta della rottura di un motore al Lausitzring. Forse Davide non sarà un fine collaudatore ma conosce le piste, è veloce, si poteva proseguire un lavoro con continuità. Inoltre sarebbe stato più opportuno testare la SP2 in prove fuori gara, magari spedendo la moto in configurazione SBK in Giappone e lavorando in parallelo con il team Ten Kate. Alla Honda hanno preferito una soluzione diversa, vedremo se pagherà.
"Siamo felici di dare il benvenuto all’interno del team a Takumi – sono le parole di Marco Chini, Honda WorldSBK Operations Manager – e non vediamo l’ora di vederlo in pista a Portimao e a Jerez. E’ un pilota di grande talento che quest’anno ha alzato l’asticella delle sue prestazioni: ora è senza dubbio uno dei piloti più veloci in Giappone. La Honda ha tenuto sempre in grandissima considerazione le sue qualità di pilota e di tester, e la sua lunga esperienza con la Fireblade sicuramente aiuterà il team e la Honda ad avere un’idea più chiara sull’attuale consistenza tecnica della moto in modo da poter pianificare gli sviluppi futuri".
"Sono onorato – ha commentato Takahashi -, come pilota che ha sempre combattuto per poter gareggiare sul palcoscenico mondiale, che i risultati e l’esperienza siano stati riconosciuti, dandomi la possibilità di gareggiare nel Mondiale Superbike. Userò tutta l’esperienza accumulata gareggiando nel Campionato giapponese con la CBR 1000RR Fireblade SP2, per puntare in alto e aiutare la squadra, cercando di guidare al massimo delle mie possibilità".
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