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Konig in SBK: un paradosso dopo la stretta alle regole

Oliver Konig debutterà in Superbike nel 2022 a soli 19 anni e passando direttamente dalla Supersport 300 alla massima classe del mondiale. Magari potrà diventare il campione del futuro, ma alla luce delle modifiche al regolamento per limitare i danni e incrementare la sicurezza, quanto è lecito promuovere un pilota giovane e di poca esperienza facendogli bruciare le tappe?

Oliver Konig, Pedercini Racing

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Il mercato piloti prosegue in maniera incessante e la griglia di partenza della stagione 2022 si fa sempre più chiara e delineata. L’ultimo annuncio, in ordine cronologico, è quello di Oliver Konig con il team Orelac Racing. Il giovanissimo pilota ceco debutterà come titolare in Superbike scalzando di fatto Isaac Vinales, che lascia non solo il team ma la massima classe delle derivate di serie.

Mentre Vinales potrebbe passare in Supersport con il team dello zio (che intraprende l’avventura della 600 oltre alla classe Supersport 300), Konig sarà incaricato di guidare la Kawasaki ZX-10RR del team indipendente gestito da Jose Calero. La Repubblica Ceca tornerà così ad avere un rappresentante del proprio paese dal 2022 e Konig sarà il pilota più giovane della griglia, con i suoi 19 anni. Un debutto, quello di Oliver Konig, decisamente interessante, se non fosse che passa direttamente dalla classe cadetta a quella massima, senza l’esperienza della 600. Può essere un passo azzardato? Indubbiamente, ma gli interrogativi riguardano anche il nuovo regolamento, che ha alzato i limiti di età per partecipare ai campionati, al fine di ridurre i rischi.

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Dopo la tragedia di Jason Dupasquier in Moto3 e Dean Berta Vinales in Supersport 300, la FIM ha effettuato delle modifiche al regolamento per cercare di limitare i danni e, a partire dal 2023, l’età minima passa da 16 a 18 anni. Nel 2022 ancora ci saranno delle deroghe perché la modifica è avvenuta a stagione inoltrata, perciò il mercato piloti era già in fermento. Ci si chiede dunque se il limite minimo di età alzato nella classe cadetta delle derivate di serie giustifichi il passaggio di un giovanissimo in Superbike.

Eppure Konig correrà nel 2022 con i piloti più forti del mondiale, debuttando nella massima classe senza aver avuto esperienze pregresse. Le domande sono lecite: quanta esperienza può aver accumulato nel suo trascorso in 300? Ha disputato una sola stagione da pilota titolare, proprio nel 2021, mentre nel 2020 ha corso 8 gare e nel 2019, anno del debutto, solo 5. Lo scorso anno ha già esordito a Mandalika come wild card in sella alla Kawasaki del team Pedercini, chiudendo però il weekend in anticipo per una caduta in Gara 1 dove ha rimediato un infortunio.

Il miglior risultato di Oliver Konig in Supersport 300 è stato un terzo posto in Gara 1 a Most e forse è proprio la giusta esperienza che manca, un percorso lineare che può portare a una consapevolezza diversa una volta arrivati in cima. Al netto del talento del pilota ceco, fa storcere la bocca la decisione di buttarlo nella mischia senza che si sia fatto “le spalle grosse”. La mancanza di un percorso fatto a tappe è ciò che salta all’occhio in grandi talenti come quello di Jack Miller, passato dalla Moto3 alla MotoGP e arrivato alla classe regina senza la formazione della Moto2. L’ultimo caso eclatante è stato l’arrivo nella massima classe del motomondiale di Darryn Binder, che dalla entry level è approdato al team WithUYamaha (ex team Petronas) sommerso da polemiche e perplessità da parte di molti.

Darryn Binder, RNF Racing

Darryn Binder, RNF Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Lo stesso Luca Marini, commentando il debutto di Binder, aveva rivelato di aver sentito la mancanza di un percorso di apprendimento lineare, non avendo mai corso una vera e propria stagione in Moto3. La formazione è fondamentale, soprattutto nel mondiale attuale, in cui la competitività è elevatissima e le prestazioni delle diverse squadre sono sempre più livellate. La poca esperienza e la voglia di farsi notare a volte possono giocare brutti scherzi, o almeno portare un talento a bruciarsi e non riuscire a esprimersi al massimo.

Ma soprattutto, di fronte a un cambio di regolamento volto a incrementare la sicurezza, quanto è lecito portare piloti giovani e senza una grande esperienza nella massima classe del mondiale? Il limite di età imposto dalle modifiche del regolamento era stato criticato da diversi piloti, primo fra tutti Pecco Bagnaia, che aveva proposto uno sbarramento non secondo i limiti di età ma secondo il palmarès. Eccoci di nuovo all’esperienza, dunque, chiave per potersi muovere in pista in sicurezza, conoscendo i meccanismi e le dinamiche che muovono le gare cercando di limitare i danni al minimo.  

Partenza della gara

Partenza della gara

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

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