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Intervista

Fiorani: "La CBR è un successo commerciale, ma non ancora racing"

In un'intervista concessa a Motorsport.com, il Direttore Comunicaziona di Honda Racing Moto, ha fatto il punto sulla stagione difficile che la Casa giapponese sta vivendo in SBK, anche a causa della scomparsa di Nicky Hayden.

Stefan Bradl, Honda World Superbike Team

Gold and Goose / Motorsport Images

Stefan Bradl, Honda World Superbike Team
Stefan Bradl, Honda World Superbike Team
Stefan Bradl, Honda World Superbike Team
Carlo Fiorani
Stefan Bradl, Honda World Superbike Team
Stefan Bradl, Honda World Superbike Team
Stefan Bradl, Honda World Superbike Team
Stefan Bradl, Honda World Superbike Team
Stefan Bradl, Honda World Superbike Team
Il luogo dell'incidente di Nicky Hayden
Ricordo di Nicky Hayden
Tributo a Nicky Hayden
Tributo a Nicky Hayden
Nicky Hayden
La moto di Nicky Hayden, Honda World Superbike Team

Non sarà certamente un weekend facile quello che si appresta a vivere il team Ten Kate a Laguna Seca. Dal punto di vista emotivo, perché si corre sulla pista di casa del compianto Nicky Hayden, sostituito come anticipato da Motorsport.com da Jake Gagne; dal punto di vista tecnico perché "Kentucky Kid" avrebbe avuto maggiori possibilità, rispetto a chi scenderà in pista, di regalare alla Honda un risultato importante che sarebbe più prezioso dell’acqua in una stagione di grande “siccità” per la Casa giapponese in SBK.

Un’annata che sulla carta sembrava partire con i crismi giusti per permettere alla Honda di tornare protagonista: finalmente la moto nuova, un pilota veloce e d’esperienza come Hayden, l’acquisto di un altro top rider come Stefan Bradl. Un pacchetto competitivo che però non si è rivelato tale alla resa dei conti e il bilancio sportivo dopo sette round è desolante. Se si pensa che il miglior risultato è stato un sesto posto del pilota tedesco ad Assen si capisce bene a che sorta di debacle sportiva sia andata incontro la Casa motociclistica più grande del mondo.

Carlo Fiorani, Direttore Comunicazione Honda Racing Moto, spiega la situazione attuale e le prospettive future...
“Anche con la nuova CBR 1000RR la Honda ha adottato la stessa filosofia costruttiva – è la disamina di Fiorani -. Ovvero produrre una moto stradale sempre più evoluta per il cliente normale. Da questa moto vengono fatte poi le modifiche per adattarla alla pista e quindi farla correre nel Mondiale SBK. Siamo sempre rimasti fedeli a questo modo di intendere la moto, che deve essere soprattutto facile da guidare ed avere certe caratteristiche di sicurezza per quel che riguarda la frenata, fruibilità del motore, etc.. La moto 2017, rispetto al modello precedente, è stata aumentata parecchio a livello di potenza, siamo sull’ordine dei 205 Cv, e abbiamo fatto tutta una serie di modifiche che l’hanno resa molto più performante su strada: per ironia, questa moto, che è successo commerciale a tutti gli effetti, non siamo riusciti a renderla racing e di qui le difficoltà che stiamo avendo”.

“Parliamo soprattutto a livello di sviluppo dell’elettronica – continua Fiorani -. Negli anni passati utilizzavamo, grazie al regolamento, un ride by wire “racing” che interveniva sulle due bancate separatamente. Ora con quello di serie si lavora contemporaneamente su tutti e quattro i cilindri e quindi non sono più possibili strategie differenziate e questo ha generato una serie di problematiche che ancora non siamo riusciti a risolvere. E poi anche la conformazione del motore stesso, ottimizzata per l’uso stradale, è di difficile “interpretazione” a livello racing”.

Detto così il futuro sembra abbastanza nebuloso anche se la Honda sta lavorando in Giappone sulla moto, anche in ottica 8 Ore di Suzuka, una gara a cui le Case nipponiche tengono particolarmente da sempre...
“In effetti stiamo aspettando informazioni al riguardo anche se sappiamo che non risolverà i problemi al 100%. Questo perché la moto che prende parte alla 8 Ore di Suzuka è una moto endurance che non è così prestazionale come è una superbike. Obiettivo Honda, come quello delle altre Case, è di fare una moto con potenza sufficiente, facile da guidare, che consumi poco per poter fare delle strategie di pit-stop. In tutti i casi un aiuto dovrebbe darlo. Parallelamente stiamo lavorando in stretto contatto con Cosworth che si occupa dello sviluppo del motore e dell’elettronica”.

Ma come ci si è arrivati a questa situazione?
“Non bisogna dimenticare che la moto è arrivata a fine gennaio e in fretta e furia l’abbiamo dovuta preparare per il campionato che stava per partire. Di fatto non siamo riusciti a fare nessun tipo di test. Un po’ quello che è successo alla Ducati Panigale che ci ha messo qualche anno per essere competitiva. Trasformare la CBR 1000 RR stradale in una moto racing competitiva non siamo riusciti a farlo al momento. Grazie al cielo i risultati sportivi non hanno inciso sulle vendite della CBR che stanno andando molto bene”.

Sicuramente la tragica scomparsa di Hayden non ha aiutato, anche perché è venuto a mancare un pilota di esperienza fondamentale nello sviluppo, considerate anche le difficoltà evidenti di Bradl. La Honda sta sondando il mercato e una decisione verrà presa dopo Laguna Seca dove correrà, come detto, Jake Gagne...
“Onestamente il mercato non offre molto a questo punto della stagione, perché i piloti di buon livello sono praticamente tutti sotto contratto. Dopo la gara negli Stati Uniti prenderemo una decisione, l’orientamento è quello di cercare un pilota di esperienza, guardando in tutti i campionati. E’ più funzionale alla nostra situazione piuttosto che pensare ad un giovane magari veloce ma che non ha mai corso in SBK. La realtà è che c’è molto da lavorare e prendiamo questa stagione per portare avanti quello sviluppo che non abbiamo potuto fare ad inizio anno, in modo da presentarci più competitivi nel 2018”.

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