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Davies: "Non so se accettare il rischio di sviluppare la V4"

Al termine di una gara che lo ha visto transitare terzo al traguardo, Chaz Davies ha voluto parlare un po' del suo futuro in Ducati, con tutte le incognite del caso circa la futura Panigale V4

Chaz Davies, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Marco Melandri, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team
Chaz Davies, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team
Marco Melandri, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team, Tom Sykes, Kawasaki Racing
Chaz Davies, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team
Marco Melandri, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team
Chaz Davies, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team
Chaz Davies, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team
Michael Ruben Rinaldi, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team
Michael Ruben Rinaldi, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team
Michael Ruben Rinaldi, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team
Chaz Davies, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team, Michael Ruben Rinaldi, Aruba.it Racing-Ducati SBK Team

Terzo al traguardo al termine di una gara ad eliminazione, Chaz Davies può assolutamente dirsi soddisfatto della giornata odierna che, con la debacle di Jonathan Rea e di Tom Sykes, gli ha permesso, nonostante un weekend tutt'altro che brillante, di metterci la consueta pezza e di limitare così i danni anzi accorciando in classifica mondiale recuperando 16 punti su Jonathan Rea e portandosi a 65 punti dal capolista.

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Intervistato al termine della gara, Davies si è detto contento di come sono andate le cose anche se ammette che oggi Rea gli ha fatto un bel regalo ma che non ha molto senso parlare di classifica mondiale in questo momento. Al momento la cosa principale è di capire la moto e di come metterla a punto. "sia che arrivi secondo, terzo, quarto o quinto, mi sento come se avessi spremuto il 100% dalla moto e da me. E se riesco a tirare fuori il 100% dal pacchetto sono comunque contento, per me la priorità è questa, riuscire sempre a tirare fuori il massimo prima ancora di guardare alla classifica"

Guardando invece al suo futuro in Ducati ed alla prossima Panigale V4, Davies ha preferito andare cauto: "in ducati sto molto bene, sono circondato da una squadra fantastica e da persone incredibili. Tuttavia mi rendo conto che quella che mi si sta per parare davanti è una bella sfida, devo ancora decidere se accettare il rischio di una moto completamente nuova da sviluppare. Potrebbero volerci pochi mesi come un anno o più. Non lo si può sapere prima, ci abbiamo messo tantissimo per portare la Panigale ad quel che è ora, potrebbe essere lo stesso con la V4. È una cosa da tenere in considerazione, come è da tenere in considerazione l'avere la possibilità - o meno - di diventare campione del mondo nel 2019".

Molto positiva anche la gara di Michael Ruben Rinaldi, giovane debuttante in sella alla Ducati Panigale ufficiale (anche se compete nella categoria degli "indipendenti") che, partito dalla 11esima posizione, ha dato vita ad una serratissima bagarre con Laverty e Savadori dai quali ha infine preso paga arrivando sesto sul traguardo ma comunque soddisfattissimo per il suo risultato e per aver lottato con piloti enormemente più esperti di lui.

Queste le parole del giovane numeri 21: "La gara è stata divertente, ma nei giri finali ero in crisi con le gomme anche perché le temperature erano salite ancora, quindi ho semplicemente cercato di non fare errori pensando che la sesta posizione poteva andare bene. Salteremo Laguna Seca ma farò il tifo da casa e non vedo l'ora di tornare in pista a Misano".

Discorso a parte invece per Marco Melandri. Il pilota ravennate aveva tutte le carte in regola per vincere la gara, specialmente dopo l'autoeliminazione di Rea ma la sfortuna (e un infido pedale del freno) lo hanno eliminato mentre era appena passato in prima posizione su Alex Lowes. Rientrato in pista dopo un safari nelle vie di fuga di Brno, Melandri è rientrato ma si è dovuto accontentare di una mesta 15esima posizione finale:

Queste le parole del campione romagnolo: "Guardando al nostro passo in gara oggi, era più che sufficiente per garantirci la vittoria, quindi finire 15º sicuramente lascia l'amaro in bocca. Abbiamo avuto molta sfortuna, perché mi sentivo davvero bene in sella e, una volta preso il comando, volevo dare lo strappo decisivo ma alla curva 3 ho rotto il pedale del freno posteriore e sono stato costretto ad andare nella via di fuga. Dopo, ho voluto comunque finire la gara per raccogliere informazioni importanti in vista di Laguna Seca. Guardando al lato positivo, abbiamo ripreso fiducia dopo aver migliorato la stabilità della moto quindi non vedo l'ora di tornare in pista a Laguna Seca, dove sicuramente potremo toglierci delle soddisfazioni"

Ora c'è la pista di Laguna Seca ad aspettare i piloti numero 7 e numero 33 (RInaldi corre solo le tappe europee) nella speranza di riuscire a rimettere assieme il fantastico pacchetto che abbiamo visto fino ad Imola e che abbiamo invece perso di strada a Donington.

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