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Ducati brilla per incostanza, i piloti lamentano scarso sviluppo

Al termine del round di Assen, i volti di Redding e Rinaldi sono tutt’altro che distesi. L’incostanza è il comune denominatore di una stagione che prende una piega sempre più ‘nipponica’, e i due portacolori ufficiali chiedono un maggiore sviluppo se vogliono continuare a lottare per il titolo.

Michael Ruben Rinaldi, Aruba.It Racing - Ducati

Foto di: Ducati Corse

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Quella che doveva essere la stagione della rivalsa si sta trasformando in un incubo: Ducati arrivava al 2021 con l’ombra della doppia cifra, quest’anno ricorre il decimo anniversario dall’ultimo titolo mondiale vinto dal Costruttore bolognese e Scott Redding e Michael Ruben Rinaldi erano chiamati ad interrompere questo digiuno, o almeno provare a farlo.

I due piloti stanno lavorando duramente insieme alla squadra per poter invertire la rotta di una stagione che quest’anno parla giapponese; Kawasaki e Yamaha stanno dominando praticamente su ogni pista, mentre Ducati vanta solo quattro vittorie nelle quindici gare disputate. Un bottino magro se pensiamo alle ambizioni iridate di Scott Redding al termine del 2020, anno del suo debutto in Superbike proprio in sella alla Panigale V4 R. 

Con un livello così alto, è anche difficile tornare ai fasti di un tempo, in cui Carlos Checa trionfava per poi regalare quello che Ducati ricorda come l’ultimo mondiale vinto in Superbike, ormai ben dieci anni fa. Nel mezzo c’è stato il dominio di Jonathan Rea, che detiene l’egemonia del campionato e anche quest’anno sembra non voler mollare la presa. Al di là dei progressi degli avversari, i piloti Ducati lamentano però un problema nella fase dello sviluppo, che porta la moto a non essere mai pienamente all’altezza della concorrenza.

Scott Redding, Aruba.It Racing - Ducati

Scott Redding, Aruba.It Racing - Ducati

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

L’incostanza è il marchio di fabbrica di Ducati, soprattutto in questa stagione. Se lo scorso anno Scott Redding ha combattuto per il mondiale portando la lotta iridata fino all’ultima gara con dei guizzi di Chaz Davies ancora non pienamente adattato alla quattro cilindri, quest’anno i due piloti titolari si alternano nelle posizioni di testa e nelle retrovie. Quando va forte uno soccombe l’altro e questa situazione sta rendendo tutti meno sereni, a partire dagli stessi piloti, che non hanno piena fiducia nel mezzo e non riescono a fare previsioni di ciò che potrebbe essere il loro fine settimana.

“Migliorare per lottare”, questo è il leitmotiv di Redding e Rinaldi al termine del round di Assen, l’ennesimo in cui si è raccolto meno di quanto ci si aspettasse. Sulla stessa pista dove due anni fa la Ducati, con Alvaro Bautista, aveva vinto entrambe le gare disputate infliggendo pesanti sconfitte a Rea, non è riuscita a imporsi nuovamente, piegandosi ai due rivali e rendendosi protagonista di prestazioni altalenanti con i suoi due portacolori, che hanno lasciato l’Olanda con l’amaro in bocca.

Redding, sviluppo e serenità per rilanciarsi nel mondiale

Scott Redding ha ricucito il vantaggio in classifica rispetto a Toprak Razgatlioglu, ma non basta per rilanciarsi davvero e il fatto che non vinca da Gara 1 di Estoril, ovvero da maggio nel secondo round dell’anno, fa riflettere sull’andamento di una stagione che si sta rivelando l’opposto di quanto immaginato dal britannico.

Indubbiamente la mancanza di risultati è dovuta a diversi fattori, meteo e sfortuna, tra gli altri. Qualche errore di troppo ha penalizzato il portacolori Aruba.it Racing – Ducati, che per la foga di sopperire a qualche deficit tecnico è finito nella ghiaia lasciando nelle vie di fuga punti preziosi. La scarsa fiducia del mezzo, come spesso rivelato in più occasioni, non ha permesso a Redding di trovare la serenità giusta che gli dia quella spinta per poter essere in linea con Rea e Razgatlioglu, ormai piuttosto lontani nella classifica generale.

Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team WorldSBK, Scott Redding, Aruba.It Racing - Ducati, Toprak Razgatlioglu, PATA Yamaha WorldSBK Team

Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team WorldSBK, Scott Redding, Aruba.It Racing - Ducati, Toprak Razgatlioglu, PATA Yamaha WorldSBK Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Rinaldi frustrato dal potenziale inespresso

“Non sono contento per niente, perché abbiamo dimostrato che quando siamo a posto con la moto e posso dare il 100%, siamo lì”. Queste le parole di Michael Ruben Rinaldi al termine di Gara 2 ad Assen, dove non ha raccolto più di un’ottava posizione. Un bottino magro per un pilota del suo calibro, che a Misano aveva dimostrato di poter essere della partita brillando davanti al suo pubblico. Aveva dato prova che la vittoria di Aragon dello scorso anno non era un fuoco di paglia e che i vertici Ducati avevano fatto la scelta giusta promuovendolo nel team ufficiale.

Tuttavia i risultati dicono il contrario e questo pesa enormemente sulla mente di Rinaldi. Già, perché il romagnolo sa benissimo di valere ben più di ciò che dice la classifica attuale, ma risolvere i problemi in Casa Ducati inizia a diventare ben più complicato di quanto si pensi: “Non mi sento un pilota che può chiudere in ottava posizione, quindi sono infastidito per questa cosa e non sono contento. È deludente, perché lo scorso anno non avevo la fiducia per poter dire ‘sono a questo livello’. Dovevo migliorare e non volevo essere pesante. Ma dopo la gara ad Aragon e molte altre con buoni risultati, penso di avere il potenziale per stare sempre davanti, così come il team. Ma purtroppo non siamo costanti come altri piloti, perché se vedi Toprak o Johnny sono sempre lì. Forse in confronto a loro devo migliorare come pilota, ma non sono uno che finisce ottavo. Quindi sono molto deluso”.

“Non voglio entrare nel dettaglio, ma va bene una gara negativa, ne vanno bene due. Poi siamo arrivati a Misano e avevamo voltato pagina, solo che Donington e Assen sono andate male. Solo qualche sessione o giro veloce non è abbastanza, perché sono in un team ufficiale e l’obiettivo è vincere il campionato un giorno. Se vedo progressi durante la stagione, sarò felice. Ma non siamo costanti e il problema è che quando sono veloce Scott non lo è e viceversa. Abbiamo dei problemi e proviamo sempre a sistemarli ma non ci riusciamo. Se chiedi a me o a Scott cosa faremo alla prossima gara, non lo sappiamo. Fino a che non vai in pista non vedi la realtà e questo è il motivo per cui sono arrabbiato”.

Michael Ruben Rinaldi, Aruba.It Racing - Ducati

Michael Ruben Rinaldi, Aruba.It Racing - Ducati

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Per recuperare servono tempestività e grande lavoro

Nelle interviste di Assen, Rinaldi ha preferito non scendere nel dettaglio, ma ciò che ha sottolineato è stata l’incostanza di un team che invece è chiamato a lottare per il podio ad ogni gara. Non solo: quei risultati buoni che comunque arrivano, sono divisi fra i due piloti. Nelle quindici gare disputate, i podi sono stati 11, spartiti fra Redding e Rinaldi. Cinque inoltre sono state le gare in cui nemmeno uno dei due portacolori ufficiali è salito sul podio, mentre sono stati weekend decisamente positivi quelli di Estoril, Misano e Assen, dove in tutte e tre le gare c’era almeno una Panigale V4R sul podio.

Certo, non tutto è perduto. La Superbike ha messo in archivio il suo quinto round e ne restano otto (pandemia permettendo) per poter sperare di fare dei passi in avanti. Tuttavia, in queste condizioni non si può lottare per il titolo e sia lui sia il suo compagno di squadra cercano nello sviluppo la chiave per poter dare battaglia agli avversari dalla seconda metà di stagione in poi. Ma cosa manca davvero alla Panigale V4R? La costanza, come detto, è un elemento fondamentale ed è ciò non si può dire che sia l’elemento di forza di Ducati, che al contrario vede un alternarsi di buoni e cattivi risultati anche all’interno di una stessa gara con i due piloti. Quando va forte uno, soffre l’altro e viceversa. La causa è inspiegabile, ma sicuramente non porta soddisfazione nel box, dove il malcontento dei piloti inizia a diventare sempre più palpabile.

“Il team sta lavorando sodo, non sto dicendo che non si stia impegnando – aveva affermato Rinaldi nella domenica di Assen – Sono orgoglioso di loro, ma il fatto è che non siamo allo stesso livello degli altri, non perché non siamo in grado di vincere, abbiamo dato prova di poterlo fare. Ma ci manca la costanza e quindi il nostro obiettivo è di essere costante. Sarei più felice di finire terzo ogni gara piuttosto che vincerne una e quella dopo fare decimo. Perché è bello vincere, ma è bello lottare sempre per la vittoria o per il podio”.  

Michael Ruben Rinaldi, Aruba.It Racing - Ducati

Michael Ruben Rinaldi, Aruba.It Racing - Ducati

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

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