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Bradl: "Sono in SBK perché credo in Honda e voglio tornare sul podio!"

Stefan Bradl va incontro all'anno da rookie in Superbike dopo aver lasciato la MotoGP per abbracciare il progetto Honda. Il tedesco pensa che le differenze tra le due categorie siano davvero minime.

Stefan Bradl, Honda World Superbike Team

Stefan Bradl, Honda World Superbike Team

La moto di Stefan Bradl, Honda World Superbike Team
La moto di Stefan Bradl, Honda World Superbike Team
La moto di Nicky Hayden, Honda World Superbike Team
Stefan Bradl, Honda World Superbike Team
Nicky Hayden, Honda World Superbike Team, Stefan Bradl, Honda World Superbike Team
Nicky Hayden, Honda World Superbike Team, Stefan Bradl, Honda World Superbike Team
Stefan Bradl, Honda World Superbike Team
Stefan Bradl, Honda World Superbike Team
Nicky Hayden, Honda World Superbike Team, Stefan Bradl, Honda World Superbike Team
Stefan Bradl, Honda World Superbike Team

Stefan Bradl è senza dubbio una delle novità più importanti sia per il team Red Bull Honda Superbike che per l'intero Mondiale dedicato alle moto derivate di serie. Il rider tedesco è reduce da una stagione e mezza in MotoGP da pilota titolare Aprilia e, dopo aver faticato a causa di una moto non certo competitiva per lottare ai vertici della MotoGP, ha scelto di passare in Superbike per due motivi principali.

Il primo è da ascrivere al progetto che, di fatto, lo ha catturato. E lo ha fatto a tal punto da fargli rifiutare offerte - non troppo allettanti... - di team di MotoGP, facendogli preferire la Superbike. Tutto ciò ha un nome: Honda. Il team potrà avvalersi del supporto di Red Bull e della nuova CBR1000RR Fireblade SP2. L'obiettivo di Stefan è uno solo ed è tornare sul podio, ovvero a essere protagonista di una serie di alto livello. Il lavoro per arrivare a centrare questo obiettivo sarà probabilmente molto impegnativo, ma il tedesco è convinto che questa sia stata la scelta giusta e lo ha detto ai nostri microfoni a margine della presentazione della nuova moto.

Dopo poche settimane in Superbike, come puoi giudicare questa categoria?
"Mi piace, è più rilassante rispetto alla MotoGP, l'atmosfera all'interno di questa serie è più famigliare, ma la lotta e le sfide in pista, beh, queste sono molto simili a quelle della MotoGP. Per ora ho fatto solo qualche test. Sono andati bene, ma non così bene, perché la nuova moto è arrivata abbastanza tardi. Non vedo l'ora che arrivi la prima gara perché per me sarà una storia completamente differente rispetto a tutto quello che ho vissuto sino all'anno passato. Farò 2 gare in due in un fine settimana e non ci saranno tante opportunità per prepararle. Il venerdì faremo solo 2 sessioni di prove, per poi lanciarci subito nelle Qualifiche al sabato e la prima gara. C'è meno tempo per preparare le gare e a nostra disposizione ci sarà solo una moto, dunque sarà molto importante fare bene ogni sessione, spendere al meglio il proprio tempo sul tracciato e girare molto. Ho bisogno di imparare e di girare, ma penso che potrò gestire tutto questo".

A novembre hai provato la vecchia CBR, mentre nei test di Jerez 2017 hai potuto testare quella nuova. Cosa pensi della Fireblade SP2 2017?
"Ha molta più potenza rispetto alla progenitrice. C'è più potenza. Per quanto riguarda il telaio faccio più fatica a fare una vera e propria comparazione perché sono passati 3 mesi dall'ultima volta che ho pilotato il vecchio modello. Comunque non credo che ci sia una grossa differenza tra le due strutture portanti. Per quanto riguarda la potenza, ne abbiamo di più a medio e ad alto regime, dunque è positivo. Sfortunatamente l'elettronica usata nei test era ancora tarata sul vecchio motore, dunque non adeguata alle nuove esigenze. Abbiamo avuto qualche problema nei test di Jerez e Portimao con il grip alla ruota posteriore a causa dell'inadeguata combinazione tra l'erogazione della potenza del motore e il controllo che deve fare l'elettronica. Non era perfetta, dunque la moto non era preparata per questi test e dovremo fare un lavoro importante per i test in Australia".

Nicky ha detto che non vuole tornare in MotoGP. Forse per te la situazione è differente...
"Non penso troppo avanti. SIa in Superbike che in MotoGP puoi pianificare al massimo la tua carriera per le prossime due stagioni. Vedremo. Per me l'importante per me è tornare sul podio. So che non sarà facile perché Kawasaki, Ducati e Aprilia sono forti e abbiamo molti rivali competitivi. Sono però fiducioso. Abbiamo un bel pacchetto tra la moto, il team e uno sponsor come Red Bull. Abbiamo tutti gli strumenti per arrivare al successo. Guardo avanti per tornare sul podio. Questo è il mio obiettivo 2017. In Autralia e in Thailandia non sarà affatto facile perché avremo avuto poco tempo per preparare la moto, ma spero di migliorare la moto passo dopo passo. Poi vedremo. Ma non penso a tornare in MotoGP. Ci vorrà tempo per adattarmi a questa categoria, tempo per avere successo. Non sono interessato a parlare di MotoGP e di un mio eventuale ritorno ora".

Cosa pensi del livello dei piloti della Superbike?
"Penso che sia molto simile a quello della MotoGP. Chiaramente non c'è Valentino Rossi e nemmeno Marc Marquez, ma qui abbiamo Jonathan Rea, Tom Sykes e Chaz Davies. I migliori piloti della categoria. Tornerà Marco Melandri, un pilota forte e dal grande nome. Qui è molto alto il livello della battaglia che si ha su ogni circuito. Portare la moto al limite è molto simile a come lo si fa in MotoGP. Penso anche che le lotte qui assomiglino molto a quelle in MotoGP".

Quali sono i motivi principali del tuo approdo in Superbike?
"Non c'è una ragione principale, ci sono più dettagli che hanno reso più facile la mia decisione di correre in Superbike a partire da questa stagione assieme a Honda. Avevo opzioni per rimanere in MotoGP, ma non erano molto buone. Sarebbe stato un successo chiudere in Top 10. Io volevo tornare sul podio, per questo ho riconosciuto in Honda e nella nuova CBR un progetto valido che potesse soddisfare i miei desideri. Inoltre c'è anche lo sponsor Red Bull che ha contribuito a farmi scegliere il progetto. Hanno grandi interesse in questa nuova sfida. La ragione principale era che qui avrei potuto tornare a lottare per il successo. Non sto dicendo che sia facile. Sarà davvero difficilissimo, abbiamo tanto lavoro da svolgere con il team prima di poter pensare a obiettivi come questi. Non ho scelto la strada più facile. Molta gente pensa che lo abbia fatto per avere vita più facile, ma non è così. Non è mica così facile. Mi piacerebbe, ma è tosta qui".

Quest'anno dovrai imparare circuiti da zero. Di solito impieghi molto tempo a farlo?
"No. Solitamente sono abbastanza veloce. Dovrò imparare Buriram, Magny-Cours, Imola. Portimao l'ho imparata nei test. Sarà importante avere un tempo clemente per potermi concentrare sull'assimilazione delle nuove piste il più in fretta possibile".

C'è differenza tra lo sforzo fisico con una MotoGP e una Superbike?
"No. Perché devi essere molto concentrato e preparato quando hai le gomme nuove, così come avviene in MotoGP, e poi devi adattare il tuo stile di guida a seconda del decadimento prestazionale e del consumo delle gomme. Devi compensare tutte queste cose. Ovviamente le gare sono due per ogni fine settimana, ma saranno più corte. Dunque alla fine tutto sarà abbastanza vicino o comunque molto simile".

Quale sarà l'aspetto più difficile da gestire nel 2017?
"Avremo solo una moto nel garage. Per questo il lavoro sul set up sarà molto importante. Se un pilota incapperà in una caduta o un problema tecnico, allora il suo fine settimana sarà molto, molto difficile".

Cosa pensi delle nuove regole?
"Non saprei. Quando ho letto le nuove regole non ero così contento. Ma dovremo aspettare, vedere e capire come andranno realmente. All'inizio non ci sarà felicità tra noi piloti, ma dovremo fare una valutazione non sulla gara singola, bensì su tutta la stagione. Se dovessero rendere la categoria più eccitante. Non saremo felici, ma dobbiamo aspettare e vedere. Sono regole strane e pazze. Ma dovremo davvero attendere".

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