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Intervista

Albesiano: "L'Aprilia va forte, ma non hanno capito come sfruttarla"

Il responsabile tecnico del Reparto Corse di Aprilia ha parlato a Motorsport.com dell'attuale situazione della Casa di Noale in Superbike. La RSV4-RF fatica, ma per Albesiano pensa che il potenziale ci sia.

Romano Albesiano, Milwaukee Aprilia World Superbike Team

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Romano Albesiano, Milwaukee Aprilia World Superbike Team
Eugene Laverty, Milwaukee Aprilia, Romano Albesiano
Lorenzo Savadori, Milwaukee Aprilia, Alex Lowes, Pata Yamaha
Lorenzo Savadori, Milwaukee Aprilia
Lorenzo Savadori, Milwaukee Aprilia
Lorenzo Savadori, Milwaukee Aprilia
Lorenzo Savadori, Milwaukee Aprilia
Lorenzo Savadori, Milwaukee Aprilia
Lorenzo Savadori, Milwaukee Aprilia
Lorenzo Savadori, Milwaukee Aprilia
Lorenzo Savadori, Milwaukee Aprilia

I numeri, si sa, non mentono. E allora è indubitabile che l’Aprilia, nella seconda decade degli Anni Duemila, sia stata fra le Case Costruttrici che hanno scritto la storia di quel periodo della SBK. Basti pensare che in sei anni, dal 2009 al 2014, la Casa di Noale è stata capace di portare a casa 7 titoli iridati, dei quali 3 piloti e 4 costruttori, con l’ulteriore “merito” di essere stata la prima Casa italiana a vincere il titolo SBK con un pilota italiano, in quel caso Max Biaggi.

Ma come detto i dati non mentono. E allora è altrettanto innegabile che, dopo la straordinaria rimonta di Sylvain Guintoli nel 2014, l’Aprilia sia uscita dal paradiso per posizionarsi in un limbo da dove al momento non si vede come possa uscirne. La decisione di convogliare tutte le risorse nella MotoGP, compromettendo di fatto ogni ambizione in SBK, ha portato a queste ultime stagioni di grande sofferenza e anche quest’anno, con due piloti di valore come Eugene Laverty e Lorenzo Savadori, la musica non è cambiata, anzi, addirittura peggiorata rispetto al 2016.

Di tutto questo cosa ne pensa l’azienda Aprilia? Lo abbiamo chiesto a Romano Albesiano, Responsabile Aprilia Racing.
“In effetti ci aspettavamo decisamente di più, considerato alcune buone gare fatte da Savadori lo scorso anno, nella sua prima stagione in SBK, e la presenza di un pilota esperto come Eugene Laverty: obiettivamente contavamo di essere ad un altro livello. Stiamo avendo difficoltà principalmente a livello di assetto della moto, i piloti non hanno feeling e non è stato ancora possibile arrivare a qualcosa di più soddisfacente".

"A conti fatti è stato effettuato tantissimo lavoro, sia a livello di elettronica, perché c’erano problemi di freno motore, che a livello di ciclistica, con varianti di telaio e diverse rigidezze dei forcelloni. Abbiamo avuto discrete risposte in prova ma in gara non si è ancora trovato il bandolo della matassa. Per cui continueremo a provare, forse cambieremo un po’ il metodo, perché si tratta probabilmente di razionalizzare l’attività ai box piuttosto che portare componenti nuove che poi in realtà non cambiano la situazione”.

Per cercare di risolvere queste criticità probabilmente non ha aiutato il fatto che il team Milwaukee non avesse esperienza della RSV4 RF.
“E’ il primo anno per loro con la nostra moto e sicuramente non è semplice. E’ un ottimo team, molto strutturato e professionale ma che deve imparare a conoscere la RSV4 RF e trovare una metodologia di lavoro. Anche Laverty deve di nuovo prendere confidenza anche perché se il progetto di base è lo stesso di quando correva con noi, la moto è cambiata molto per via dei regolamenti che si sono modificati”.

La sensazione è che l’Aprilia si sia sforzata a rimanere in SBK ma che ne sia sempre meno convinta. L’analisi di Albesiano è onesta ma non prelude al momento a clamorosi ritiri in tempi brevi.
“E’ chiaro che se uno pensa ad Aprilia fino al 2014 dove era impegnata al 90% in SBK e al 10% in altre categorie, ora la cosa si è evidentemente ribaltata: siamo impegnati al 90% in moto GP e in termini di risorse, di budget, abbiamo ridotto considerevolmente l’attività di sviluppo della RSV4 RF. Ciò non toglie a mio parere che la moto abbia ancora un importante potenziale e se non sta emergendo è perché non è stato ancora trovato il modo per sfruttarlo a dovere”.

Resta il fatto che la mancanza di risultati sta generando un senso di insoddisfazione tra i piloti, soprattutto a Savadori, che sembra essersi impantanato in una crisi tecnica di difficile risoluzione.
“La caduta in Thailandia e il conseguente infortunio che lo ha costretto a saltare il round successivo gli hanno fatto perdere confidenza e non è più riuscito, se non a sprazzi, a ripetere quelle prestazioni importanti che ci aveva fatto vedere lo scorso anno. Recuperare quel filo non è semplice e noi faremo di tutto per aiutarlo. Anche perché la moto non è certamente peggiorata rispetto al 2016 e lui riusciva a guidarla forte".

"Un altro aspetto riguarda le gomme. A livello di qualifica, l’anno scorso c’era una soluzione che durava solo un giro ma faceva una grande differenza e lui riusciva a sfruttarla molto bene. Quest’anno sono diverse, durano più giri ma Lorenzo non riesce più a farla. Passando alle gomme da gara, i dati che emergono è che all’inizio, con pneumatici nuovi, i suoi tempi sul giro non sono come dovrebbero essere. In sostanza, non c’è differenza tra i primi giri e gli ultimi giri, le prestazione sono plafonate. E una cosa su cui dobbiamo lavorare con Lorenzo, visto che Laverty ha dimostrato a Misano che si riesce a girare forte con gomme nuove”.

In conclusione non poteva mancare di chiedere una posizione sul fermento regolamentare che sta attraversando il pianeta SBK. Albesiano la pensa così.
“In linea di massima un avvicinamento al regolamento superstock non lo vedrei male. Della centralina unica se ne può parlare, io non credo sia il toccasana, ci sono cose più semplici dal punto di vista organizzativo, di gestione, che potrebbero essere fatte per migliorare questa situazione. Parlo ad esempio dei turni di prove durante i weekend di gara che sono previsti in modo tale da non darti la possibilità di provare novità tecniche".

"Il primo turno di FP serve a prendere confidenza con il tracciato e a prepararti per la FP2 dove già ti giochi all’accesso alla Superpole e non puoi certo fare esperimenti. Una soluzione potrebbe essere quella di avere due moto a disposizione solo il venerdì, con una delle quali potresti provare cose diverse. Questo potrebbe consentire a chi deve recuperare un gap di testare soluzioni tecniche che altrimenti non si avrebbe il tempo di provare. E’ chiaro che così facendo possono progredire anche i team che sono normalmente davanti, ma essendo più vicini ad una situazione ottimale sicuramente avrebbero meno vantaggio”.

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