Aegerter: “Non è stato facile dover provare ancora di meritare la SBK”
Due volte campione del mondo nello stesso anno e in due categorie diverse, Dominique Aegerter ha fatto il salto in Superbike quest'anno con la Yamaha del team GRT. I record, le soddisfazioni e la frustrazione trasformata in motivazione sono alcune delle cose che lo svizzero ha raccontato a Motorsport.com in questa intervista esclusiva.
È uno dei piloti più apprezzati per il suo talento cristallino e si sta confermando un grande protagonista nel mondiale Superbike: Dominique Aegerter ha battuto ogni record in Supersport e, dopo due anni nella classe intermedia delle derivate di serie, ha debuttato quest’anno nella classe regina. Lo svizzero è arrivato in SBK in forza al team GRT con un bottino pesante, ben due titoli in Supersport e uno in MotoE, quest’ultimo conquistato lo scorso anno in concomitanza con quello della 600.
Aegerter è un pilota di grande esperienza, un veterano della scena mondiale che ha corso con ogni tipo di moto brillando ovunque è andato. E in Superbike non è diverso, in una stagione dominata dalla Ducati di Alvaro Bautista, il portacolori GRT riesce a trovare il suo spazio con prestazioni ottime che lo portano non solo ad avere tanti occhi puntati addosso, ma anche ad essere una pedina importante del mercato.
Al momento è ottavo in classifica generale e, se guardiamo gli indipendenti, è secondo dietro al più esperto Axel Bassani. Motorsport.com ha avuto l’occasione di incontrare Dominique Aegerter e scambiare due chiacchiere sull’impresa compiuta nel 2022, quando ha conquistato il doppio titolo (Supersport e MotoE), sull’adattamento alla Superbike e sul futuro, oltre alla lotta con il pilota Motocorsa e il recupero da un arm pump che non gli ha permesso di essere al top in questa prima fase di stagione.
Prima di tutto, come stai?
“Sono pronto a ripartire. Un mese fa mi sono sottoposto a un’operazione per risolvere un problema di arm pump che mi ha fatto faticare quest’anno. Spero che ora vada molto meglio. Ma ogni giorno mi sono sentito meglio. Se guardiamo le foto sembra spaventoso, ma non è nulla”.
In poco più di un mese ci sono tre gare, Misano, ora Donington e fra poco Imola. È impegnativo…
“Dopo Misano ci sono state tre settimane, Donington sarà impegnativa ma sarò completamente recuperato!”.
Anche perché dopo la stagione impegnativa che hai avuto lo scorso anno…MotoE e Mondiale Supersport…ora ti sembra quasi di riposarti”
“Sicuro! Ora magari ci sono tre settimane di stop ogni weekend di gara, quindi devo fare qualcosa da fare, non dico gare ma comunque qualcosa. Perché quando hai così tanto libero hai modo di allenarti a casa per prepararti al meglio, ma se non sei tanto sulla moto non è meglio”.
Quindi l’anno scorso ti sei divertito ad essere così tanto impegnato
“Lo scorso anno penso di aver corso per 20 weekend, che era simile a quando correvo in Moto2. Ma con gli eventi, i test e anche i viaggi è stata impegnativa. Devi anche prepararti al weekend, e quando finisce devi recuperare. Ma con due team, e anche con dei risultati positivi è stato tutto più facile”.
Inoltre, ogni weekend dovevi salire su una moto diversa, quanto è stato difficile adattarsi ogni volta?
“Questo sicuramente non è stato facile. Conoscevo molto bene la 600, quindi è stato più semplice adattarsi. Anche il tempo in pista è stato maggiore, quindi ho avuto modo di lavorarci di più. Ma con la MotoE non è stato semplice, perché ogni volta che sali in moto hai al massimo 6 o 7 giri, perciò è tosta”.
Dopo aver gestito una situazione del genere, come ti senti ora nel concentrarti solo su un campionato?
“Sicuramente è più semplice, ma è anche più impegnativo. La Superbike ha un livello altissimo, molto più elevato della Supersport o della MotoE. Stiamo lottando con i migliori del mondo, hai 3 gare in un weekend e la moto ha tanta potenza. Quindi per il corpo è pesante. Devi avere la forza di guidarla, forse è anche per questo ce il mio braccio faceva male a ogni gara. Ho vinto il campionato in MotoE, quindi pensavo che il mio obiettivo fosse raggiunto. Ora vorrei essere in vetta nel mondiale Superbike”.
Lo scorso anno sei stato un recordman, vincendo due titoli in due categorie completamente differenti. Ora è il tuo primo anno in Superbike e stai finalmente dimostrando di averla meritata, dopo la delusione dello scorso anno.
“Grazie, hai detto bene. Quando nel 2021 ho vinto il titolo in Supersport, volevo andare in Superbike. Ma non so esattamente perché non sono riuscito, forse non c’erano posti liberi o magari i team non volevano un pilota svizzero che avesse già 30 anni (ride, ndr). Ho dovuto dimostrare ancora di meritarla, non è stato facile ma ho disputato una stagione fantastica con tante vittorie, pole, giri veloci. Penso di aver meritato il posto che ho ora, con il supporto di Yamaha”.
Pensi che nel 2022 la frustrazione di non essere andato in Superbike ti abbia aiutato a dare quel qualcosa in più che ti ha fatto disputare la stagione incredibile che abbiamo visto?
“Forse a volte nei meandri della tua mente hai questo pensiero, devi dimostrare di meritare qualcosa perché a volte ci sono piloti che vanno in MotoGP o in Superbike senza mai aver vinto un campionato o addirittura una gara. Questo per me è sempre stato difficile da capire, m quando ho avuto il contratto in Superbike ero anche nervoso, perché non sai mai come sarà. Il team, la moto, l’elettronica, le gomme…durante l’inverno ero molto teso, poi ho fatto i primi test e ho potuto dimostrare di aver meritato questo posto”.
Senti la pressione da questo punto di vista?
“La pressione c’è sempre. Sicuramente la pressione viene principalmente da te stesso, poi dal team, sponsor, famiglia, fan, giornalisti (ride, ndr). Vuoi essere sempre il migliore, vuoi essere migliore del tuo compagno di squadra. Vuoi essere il miglior rookie, il miglior pilota indipendente…cose così. La pressione è sempre lì, ma devi capire come sfruttarla nel miglior modo”.
Inoltre stai imparando a conoscere nuove piste dove nel motomondiale non hai mai corso o comunque sono nuove con la Superbike. Mi viene in mente Imola. Come sta andando la familiarizzazione con queste piste e come approcci?
“Bene, dai. Ovviamente aiuta quando hai già fatto dei test, come Barcellona, Portimao. Abbiamo già dei dati, perché poi lo stile di guida è diverso con la Superbike, per i punti di frenata o cose così. Il primo anno in Supersport è stato molto più difficile perché non conoscevo tante piste: Most, Magny-Cours, a Donington avevo corso tantissimi anni fa. Quest’anno non conosco Imola e sarà difficile perché avremo solo due prove libere. Generalmente si usano per fare il setup, ma io le userò per imparare la pista”.
Ora hai disputato già cinque round in sella alla Superbike: quali sono i tuoi punti deboli e quali quelli più forti? Cosa pensi di dover migliorare?
“È difficile da dire, forse dovrei essere nel gruppo di testa già dalla partenza per avere la possibilità di lottare nella gara lunga. La Sprint non è male, credo che i miei punti forti siano la costanza, la qualifica…ma anche il lavoro con il team”.
Sei a 38 punti di distacco da Axel Bassani. Pensi di poter essere il miglior indipendente?
“Ci sono ancora tante gare da disputare, quindi vedremo”.
La lotta è tra voi due, che al momento siete i più competitivi…
“Sì, al momento. La stagione è molto lunga ancora. Se ha dei punti di vantaggio è messo meglio, ma le cose possono cambiare. Danilo Petrucci ha disputato delle buone gare…abbiamo fatto solo 5 round, ne restano diversi, quindi vedremo”.
Dominique Aegerter, GRT Yamaha WorldSBK, Danilo Petrucci, Barni Racing Team touch
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
Questi round saranno importanti anche per il futuro. Toprak lascia la Yamaha a fine stagione, quindi resta un posto vacante nel team ufficiale
“Ovviamente c’è un posto in più. Diciamo che non posso sostituirlo in ogni caso perché lui è lui e ha il suo nome. Io mi trovo bene nel team in cui sto. Ho del materiale ottimo, credo dello stesso livello degli ufficiali. Il mio manager ovviamente parla in giro per capire quale sia la migliore opzione per me, ma io sono contento di GRT. Sarebbe bello vedermi in un team ufficiale”.
Quindi ora non pensi al futuro e ti poni come obiettivo quello di essere il miglior rookie…
“Non è proprio il mio primo obiettivo. Ne ho altri che arrivano prima e che mi pongo gara per gara. A volte il podio potrebbe essere un obiettivo. Poi dipende da che posizione è il miglior rookie. Magari significa comunque finire 11°, allora non sarei felicissimo. Mi pongo gli obiettivi passo dopo passo. Il mio prossimo è quello di essere costantemente in top 5, ora lo sono in top 10 o top 8. Se riuscissi a essere nei primi cinque e magari lottare per il podio sarei contento. Questo è il mio prossimo passo”.
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