WRC, Turchia: PS9 nella bufera. La stage è troppo dura?
Al termine del Rally di Turchia tante le critiche per la speciale più lunga dell'itinerario 2020. "La durezza di una sezione ha reso la gara una lotteria", hanno affermato Neuville, Loeb e Makinen.

Il Rally di Turchia è riconosciuto come una delle gare più dure del Mondiale Rally 2020, se non la più difficile per le condizioni climatiche e del fondo. Al termine delle 12 speciali che hanno consacrato Elfyn Evans come vincitore e nuovo leader del Mondiale.
Una vera sorpresa, perché la gara, sino alla PS9, era nelle mani di Thierry Neuville con un vantaggio di 33"2 sulla coppia formata dai due piloti che hanno dominato 15 anni consecutivi nel WRC: Sébastien Loeb e Sébastien Ogier.
Nella PS9, la Cetibeli 1 di 38,15 chilometri, è accaduto l'imponderabile. Neuville, Ogier e Loeb hanno forato rispettivamente una gomma a testa, lasciando strada libera a Evans. Sino a quel momento, il gallese non era mai riuscito a mostrare un passo che lo potesse portare a lottare per la vittoria e nemmeno per il podio.
Al termine della gara, Neuville, Loeb e anche Tommi Makinen, hanno convenuto che la PS9 - Cetibeli, in turco, significa "complicato, difficile" - fosse una prova troppo dura per come sono strutturate le vetture WRC Plus in utilizzo tutt'ora.
Il belga della Hyundai, che si è visto sfilare di mano una vittoria che sarebbe sata meritata, ma anche necessaria per credere ancora nella possibilità di vincere il titolo iridato, è il pilota che ha usato le parole più dure.
"Il rally in sé è bello ed è godibile, Le stage mi piacciono. Qui sono sempre stato veloce, dunque è un rally che spero di riavere nel Mondiale, ma dobbiamo dare un'occhiata alla durezza della gara e delle prove.
Penso che tutte le prove siano buone, guidabili, eccezion fatta per la prova speciale più lunga. Ci sono alcune sezioni che dovrebbero essere tagliate".
"Possiamo fare i primi 10 chilometri e gli ultimi 10 o 15, ma la parte centrale è da togliere. E' troppo dura per le vetture che stiamo utilizzando, specialmente in un Mondiale così corto. Alla fine il tuo risultato non dipende più da quanto tu sia stato bravo prima, ma è questione di fortuna. Così mi sembra francamente troppo".
Della stessa idea Sébastien Loeb, che ha giudicato la prova come una vera e propria lotteria, dunque non una prova che premia il merito e le prestazioni, quanto invece la fortuna.
"Mi è piaciuto molto correre al Rally di Turchia, le speciali sono belle. Ci sono alcune parti veloci, altre tortuose, così come fondi puliti e altri davvero insidiosi. C'è un po' di tutto, ma come ha detto Thierry la prova più lunga è un po' troppo dura e questo fa sì che generi una sorta di lotteria".
A dar man forte alle opinioni dei due piloti di Hyundai che ieri hanno occupato la seconda e terza posizione sul podio del Rally di Turchia è arrivato Tommi Makinen. Il team principal di Toyota Gazoo Racing ha parlato a sua volta di lotteria da evitare per permettere a tutti di correre nelle stesse condizioni.
"In questa gara le condizioni sono difficili e, naturalmente, tutti sappiamo di cosa si tratta. Al momento, con il regolamento in vigore, si tratta praticamente di una lotteria. Correre qui in Turchia va bene, ma consiglio l'utilizzo di gomme molto più resistenti, così da rendere la gara uguale per tutti. In tal caso nessuno si preoccuperebbe tanto delle forature, né degli pneumatici".

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Riguardo questo articolo
Serie | WRC |
Evento | Rally di Turchia |
Autore | Giacomo Rauli |
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