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WRC, Rally Turchia: ancora il problema polvere. Piloti furiosi

Dopo le prime 2 PS del Rally di Turchia i piloti protestano per il poco distacco tra le vetture che entrano in prova: la polvere non fa in tempo a posarsi sul fondo e la visibilità è poca, aumentando molto i rischi per gli equipaggi.

Kalle Rovanpera, Jonne Halttunen, Toyota Yaris WRC

Foto di: Henri Vuorinen

Sebbene Hyundai abbia chiuso la prima giornata di gara al Rally di Turchia con una doppietta grazie a Loeb e Neuville, la vera, grande protagonista delle prime due prove del quinto appuntamento del WRC 2020 è stata la polvere. Ancora una volta.

Dopo una PS1 liscia come l'olio, i problemi sono sorti nella stage successiva, la Gökçe di 11,32 chilometri. Dopo il primo passaggio di Sébastien Ogier, costretto ad aprire la stage essendo il leader del Mondiale Piloti, la polvere alzata non si è più abbassata, costringendo i piloti che sono entrati in prova successivamente ad alzare il piede in più di un punto.

Alla fine della prova, molti piloti di vertice si sono lamentati in maniera decisa, per non dire feroce. Queste reazioni sono dovute al fatto che in Turchia, la polvere, è sempre stata un problema. E, sebbene i piloti ne abbiano parlato prima dell'avvio della gara, la situazione verificatasi nelle edizioni precedenti si è riproposta.

"Ogni anno è lo stesso schifo", ha detto alla fine della stage Thierry Neuville. Il belga ha replicato a quanto detto in precedenza dal campione del mondo e compagno di squadra Ott Tanak: "Sapevamo che questo sarebbe successo. La polvere rimane alta e rende tutto più difficile e pericoloso. Fa arrabbiare".

I due piloti della Hyundai, nella Media Zone del Rally di Turchia, hanno poi approfondito l'argomento. "Evidentemente deve succedere qualcosa di brutto prima che cambino idea su quello che accade. E' un peccato. Già era davvero brutto quando lo scorso anno ero io ad aprire le prove. Quest'anno stiamo entrando in prova ogni 3 minuti. Ma le cose stanno così", ha dichiarato Tanak.

Neuville, invece, è stato ancora più duro: "E' andato tutto bene nella PS1, ma nella PS2 abbiamo trovato la stessa situazione degli anni precedenti. Sono sempre gli stessi discorsi, le stesse discussioni. Chiediamo ad ogni evento del genere di avere più margine tra una partenza e l'altra, di avere più equità tra i piloti. Ma nessuno ci vuole ascoltare e ci sono sempre gli stessi problemi".

"Lavoriamo sempre per avere vetture più costose, che possano proteggere sempre di più gli equipaggi, poi però li mandano in speciale per spingere al massimo in queste condizioni. Sappiamo che c'è un problema con la polvere. Probabilmente lo scorso anno ho perso il titolo proprio qui in Turchia a causa di una situazione molto simile, sempre legata alla polvere. Stasera ho solo cercato di finire la prova senza problemi".

"E' difficile avere condizioni eque in questo modo. Ci sono punti dove puoi anche perdere 4 o 5 secondi a causa della visibilità assente. Sono davvero stanco di avere discussioni su queste cose tutte le volte. Noi entriamo in prova e rischiamo la vita perché certe persone non vogliono cambiare quello che pensano".

Alla fine della giornata odierna è arrivato il supporto di Sébastien Ogier, leader del Mondiale e vincitore della contestata PS2 grazie a una posizione di partenza che, sulla carta avrebbe dovuto sfavorirlo, e invece si è rivelata decisiva per recuperare posizioni nella classifica generale dell'evento.

"Capisco gli altri piloti", ha dichiarato il francese. "Sono con loro, hanno ragione. 3 minuti tra una vettura e l'altra sono pochi. Non so quanto distacco avremo domani tra una vettura e l'altra, ma 3 minuti non bastano. Forse con 4 le cose potrebbero essere migliori, ma l'anno scorso con 4 minuti abbiamo visto polvere rimanere in alcune zone".

Della stessa idea anche Elfyn Evans, altro pilota Toyota: "Con la polvere sono stato molto cauto. In alcuni punti puoi anche rischiare di spingere, ma in altri punti non si vede niente, nemmeno il bordo della strada. A quel punto puoi perdere dei secondi che, in gare come questa, possono fare la differenza".

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