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WRC: scontri violenti in Cile, cancellato il Rally 2020!

La popolazione sta protestando contro l'aumento del corso della vita decretato dal governo locale e gli scontri sono diventati violenti. Parte dei fondi andranno alle persone ferite.

Elfyn Evans, Scott Martin, M-Sport Ford WRT Ford Fiesta WRC

Foto di: McKlein / Motorsport Images

Il WRC 2019 è terminato da poche settimane, ma ci sono ombre che oscurano il prossimo Mondiale Rally. Oggi i promotori del Rally del Cile 2020, quarto evento del WRC 2020, hanno annunciato che la corsa è stata annullata, lasciando così il calendario 2020 WRC scoperto di un evento.

Questa mattina i promotori della corsa sudamericana si sono riuniti al Ministero dello Sport, nell'ufficio del sottosegretario Andrés Otero, per parlare con i massimi esponenti del governo riguardo la situazione e la loro volontà di cancellare l'evento.

Alla riunione hanno presenziato il presidente della Federazione dell'Automobilismo cilena, Mauricio Melo, il presidente della commissione nazionale Rally, Gionzalo Cincha e il sindaco di Biobio, Sergio Giacaman.

Il problema che ha portato gli organizzatori a cancellare l'evento si è verificato questa settimana proprio nella regione di Biobio con gli scontri violenti intensificati in quella zona. Anche per questo i fondi destinati alla corsa 2020 - 1,2 miliardi di pesos - saranno reindirizzati.

L'edizione 2020 del Rally del Cile si è così ritrovata senza i fondi necessari per adempiere alle richieste della FIA. Per questo l'evento è stato annullato. Dopo la riunione il presidente Melo ha dichiarato: "Il Rally del Cile è stato annullato, ma tornerà a essere svolto regolarmente nel 2021".

"L'impegno rimane, anche perché abbiamo visto il grande impatto che ha avuto sul turismo in questa stagione. Ma la democrazia è la cosa più importante in Cile. Questa è stata una decisione prudente proprio per cercare di mantenere la democrazia", ha aggiunto il sindaco Giacaman.

Cile, la situazione è drammatica

Da più di un mese in Cile la tensione è a fior di pelle. Tutto è cominciato poco più di un mese fa, con il rincaro dei prezzi della metro di Santiago del Cile, che ha portato a proteste della cittadinanza. Migliaia di fruitori avevano iniziato a non pagare il servizio a causa del passaggio da 0,50 centesimi a oltre 1 euro il prezzo di un biglietto in meno di 12 mesi.

La protesta è diventata poi ancora più forte quando manifestanti hanno preso di mira tutte le stazioni della metro della città, distruggendo barriere e tornelli. Inevitabile lo scontro con la polizia, intervenuta per cercare di contenere la furia del manifestanti.

Da qualche giorno la metropolitana è stata chiusa, ma i disagi sono incrementati con la chiusura di negozi, supermercati, università e la cancellazione di tanti voli in partenza da Santiago del Cile.

A quel punto il governo ha decretato lo stato d'emergenza e coprifuoco in vigore dalle ore 19:00 alle 6:00 del mattino seguente. Poi, questo è stato revocato. Il governo ha poi bloccato i rincari dei biglietti della metro e aveva annunciato un imminente tavolo di dialogo con i protestanti per far terminare le violenze, dovute, a quanto pare, anche anche alla crescente disuguaglianza a livello economico della popolazione cilena.

Molte famiglie, infatti, devono fare ad esempio i conti con rette esorbitanti delle scuole e le famiglie spesso si indebitano per anni per permettere ai figli l'istruzione. Quasi a nulla sono servite le modifiche apportate dal governo nel 2016. Discorso molto simile anche per quanto riguarda la sanità. 14 milioni di persone hanno scelto il servizio pubblico (i cittadini possono scegliere di devolvere il 7% dello stipendio a un'assicurazione sanitaria pubblica o privata), ma i servizi ospedalieri sono sempre meno e di qualità sempre più scandente.

Molto alto anche il costo della vita e dei beni primari, soprattutto per chi vive nelle grandi città come Santiago del Cile. I prezzi, dal 2009 al 2019, sono cresciuti quasi del 150%, ma il reddito medio solo del 25%.

Questo ha portato appunto ai violenti scontri che sino a ora ha portato a 18 morti, oltre 500 feriti e 2600 arresti. Alla luce dei recenti avvenimenti appare più che giusto sospendere il Rally del Cile per il 2020, nella speranza che la situazione possa tornare quantomeno stabile nelle prossime settimane.

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