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Oliver Solberg: l'esordio strepitoso della futura stella del WRC

Analizziamo prova per prova, motivo per motivo, lo straordinario esordio di Oliver Solberg nella classe regina del WRC, avvenuto al volante di una Hyundai i20 Coupé al Rally Arctic Lapland. Il futuro è (anche) suo...

Oliver Solberg, Hyundai Motorsport

Oliver Solberg, Hyundai Motorsport

Hyundai

WRC, il tuo futuro è già oggi. Un'affermazione forte, certo. Forse in parte azzardata. Ma il Rally Arctic Finland, secondo appuntamento del Mondiale Rally 2021 ha regalato alla classe regina dei rally un nuovo, grande talento che, salvo sorprese, è destinato a diventare uno dei più seri e autorevoli contendenti al titolo iridato nel corso delle prossime stagioni: Oliver Solberg.

Il pilota norvegese-svedese, dal doppio passaporto perché figlio di Petter Solberg - iridato WRC 2003 con Subaru - e di Pernilla Walfriddson, a sua volta pilota di alto livello, ha fatto il suo esordio nella classe regina del WRC proprio nel rally disputato sulle nevi della Lapponia. Lo ha fatto al volante di una Hyundai i20 Coupé WRC Plus messa a disposizione e preparata dal team 2C Competition, portando a casa un settimo posto che dice molto meno di quanto in realtà abbia fatto il 19enne nel corso del fine settimana di gara - a oggi - più emozionante della sua carriera.

Solberg su una WRC ha acceso interesse, ha riacceso i ricordi a chi ha avuto modo di vivere l'epopea di papà Petter, ossia a cavallo tra gli anni 90 e l'inizio del 2000. Ma ha anche fatto percepire un vento fresco, un Grecale che ha reso il respiro più piacevole, rinvigorente, con l'idea di poter portare novità in un WRC che sino a un paio d'anni fa sembrava essersi impantanato in una pozza di fango, in cui, al di là dei grandi talenti presenti, non vi si potesse scorgere un orizzonte nuovo e promettente.

Adamo, la pazza idea di Solberg nel momento difficile

 

Andrea Adamo, team director di Hyundai Motorsport, è un uomo pratico e pragmatico. Pochi i viaggi pindarici, tanta sostanza per arrivare dritti alla meta. Cosa che negli ultimi 2 anni gli è riuscito piuttosto bene, dando un'occhiata alla bacheca di Hyundai Motorsport ad Alzenau con i 2 titoli iridato Costruttori WRC consecutivi arrivati nel 2019 e nel 2020. Eppure... Eppure al Rallye Monte-Carlo, forse una delle gare più difficili del team coreano da quando il manager italiano ne è alla guida, è arrivata la pazza idea.

A rivelare quanto accaduto è stato lo stesso Adamo: "Ci sono occasioni in cui lo stomaco ti guida a prendere decisioni che si rivelano migliori di quelle ponderate più e più volte". Sì, perché Adamo ha affermato di aver preso la decisione su Oliver all'Arctic con una WRC Plus durante la Power Stage del prologo del Mondiale 2021, quando solo Neuville e Wydaeghe hanno reso meno amaro un fine settimana altrimenti da cancellare.

Un'intuizione, quella di Adamo, un rischio che ha pagato immediatamente dividendi. Una mossa, però, dai risultati per nulla scontati. Oliver, 19 anni e una carriera molto breve al volante di vetture rally, senza contare l'esperienza nulla con le World Rally Car. Un azzardo, una pazza idea, tanto per parafrasare il brano di Patty Pravo del 1973 essendo in tempo di Festival di Sanremo che ha regalato al WRC un nuovo, ulteriore motivo per seguirlo con grande interesse, nell'attesa che arrivi la nuova generazione di vetture WRC, le Rally1, a partire dal 2022, ma ancora prima che vengano assegnati i titoli di questa stagione già molto interessante e incerta.

Un solo test per 150 chilometri d'esperienza

 

Una volta annunciata la sua partecipazione al Rally Arctic Finland, Hyundai Motorsport e 2C Competition hanno organizzato un test per permettere a Oliver di prendere confidenza - per quanto possibile - con la i20 Coupé WRC con cui avrebbe preso parte al secondo appuntamento stagionale del Mondiale Rally, ma anche per capire il comportamento delle gomme Pirelli Sottozero ICE J1 che avrebbero fatto il loro esordio proprio poche settimane dopo in Lapponia.

La giornata, svolta sotto un cielo splendido e una neve da invogliare qualunque pilota di rally, ha previsto un test di 150 chilometri in cui il giovane rampante, passaggio dopo passaggio, ha preso le misure al mezzo, alle gomme, alle note e alle velocità, queste ben superiori rispetto a quelle sperimentate al volante di vetture R5 nel corso dei mesi precedenti.

L'esperienza fatta da Oliver in varie categorie Rallycross è stata d'aiuto. E non poco. Infatti a impressionarlo non è stata la potenza della vettura coreana, quanto l'incidenza dell'aerodinamica nelle curve medio-veloci. Dunque un test davvero studiato per capire le potenzialità di vetture splendide, che hanno riportato la classe regina del WRC a essere l'élite che dovrebbe sempre essere.

Johnston KO per COVID. Marshall navigatore in extremis

 

Pochi chilometri di test, poca esperienza al volante di una World Rally Car e, a queste difficoltà, se n'è aggiunta una terza, inaspettata ma sempre da tenere in considerazione in questi mesi in cui la pandemia da COVID-19 è stata di fatto l'infame protagonista.

Aaron Johnston, navigatore storico di Oliver Solberg con 24 rally passati dal 2019 a oggi, è stato affetto proprio dal COVID. Sebbene si sia poi sottoposto ad altri 2 tamponi - risultati negativi - per cercare di essere accanto a Solberg all'Arctic, il protocollo FIA non ha permesso a Johnston di essere presente accanto al norvegese.

A quel punto Solberg e Hyundai hanno cercato un'alternativa. Ed è stata un'alternativa di lusso: Sebastian Marshall. Il copilota britannico è stato annunciato a poche ore dal via della gara, ma la sua esperienza nel Mondiale assieme a Hayden Paddon e a Kris Meeke lo ha portato a essere scelto per accompagnare Oliver all'esordio nel Mondiale al volante di una vettura di livello top.

L'unico pensiero legato a Marshall, la sua assenza da gare su neve nel WRC. L'ultima gara di Sebastian effettuata su quel fondo era il Rally di Svezia 2019 accanto a Kris Meeke nell'abitacolo della Toyota Gazoo Racing WRC. Altro quesito sorto spontaneo: l'assenza naturale di feeling all'interno dell'abitacolo tra Oliver e il nuovo copilota, anglofono come Johnston, ma non in sintonia con le richieste e i bisogni del 19enne.

Oliver, una gara impressionante sin dall'inizio

 

Inutile nascondersi dietro a un dito, chiunque abbia visto il risultato di Solberg nella PS1, la Sarriojarvi 1 di 31,05 chilometri, ha probabilmente ritenuto l'ingresso del ragazzo al piano superiore del WRC troppo azzardato. 31"1 i secondi accumulati dal 19enne nella stage, ossia 1" a chilometro rispetto a Ott Tanak, vincitore della stage.

Dalla PS2 svolta in notturna, sempre la Sarriojarvi 2 di 31,05 chilometri, le cose sono cambiate. Esponenzialmente. Oliver ha centrato il quarto tempo assoluto sfruttando la modifica delle note fatta dopo il primo passaggio sullo stesso percorso, ma anche un chiaro segnale di quanto sia in grado di imparare velocemente e trovare un buon feeling con un navigatore diverso da Johnston, tanto da prendere "soli" 14"8 da Tanak, ancora vincitore della prova, con il secondo ad appena 5" netti.

La giornata in cui Solberg ha poi confermato quanto fatto vedere nella PS2 è stata sabato. Con un esordiente è lecito attendersi buoni miglioramenti nel passaggio pomeridiano, ovvero il secondo sulle prove già fatte al mattino. Invece Oliver parte subito fortissimo: terzo tempo a 4"6 dalla vetta nella PS3, sesto nella PS4 a 5" dal primo e quarto tempo nella PS5 a 1"9 dal collega - Tanak - autore dello scratch.

Una progressione impressionante su prove mai viste prima. Lo score firmato dal norvegese ha impressionato e nel pomeriggio le cose sono andate comunque molto bene, al di là di un paio di errori evidenti, ma di gioventù, inesperienza e grande voglia di emergere. Quinto tempo nella PS6 a 11"4 dal top, poi ecco l'errore nella PS7 che non lo fa andare oltre al nono posto (19"4 il distacco da Rovanpera, vincitore della prova). Ottimo il quinto tempo al buio della PS8, con annesso errore, dunque un risultato ancora più importante se consideriamo il tempo strepitoso firmato da Neuville. Lo stesso Solberg ha affermato di aver ancora tanto da imparare per quanto riguarda la gestione delle gomme nel secondo passaggio, ma i risultati sono stati comunque soddisfacenti.

Domenica, poi, non ha più stupito il quarto tempo nella PS9, a soli 3"3 dalla vetta. L'errore compiuto a una curva dalla fine della Power Stage, la PS10, gli ha fatto perdere l'opportunità di entrare in Top 5 di stage e prendere punti e lo ha anche fatto retrocedere nella classifica generale dal sesto al settimo posto. Ma questo, sebbene sia stato motivo di comprensibile fastidio, non deve compromettere una gara d'esordio che diventa ora un biglietto da visita sensazionale.

PS Km Posizione in PS Gap dal 1° di PS Errori
PS1 31,05 10 +31"1  
PS2 31,05 4 +14"8  
PS3 24,43 3 +4"6  
PS4 19,91 6 +5"0  
PS5 27,68 4 +1"9  
PS6 24,43 5 +11"4  
PS7 19,91 9 +19"4 Testacoda
PS8 27,68 5 +18"7  
PS9 22,47 4 +3"3  
PS10 22,47 9 +16"5 Testacoda

Qualche errore, ma subito promosso da Hyundai

 

Il giorno dell'annuncio legato all'esordio di Solberg nel WRC, Andrea Adamo aveva sottolineato come il norvegese dovesse imparare, fare esperienza e divertirsi. Oliver, di fatto, lo ha preso in parola. Si è divertito, e tanto. Ha sbagliato, qualche volta, ma ha imparato, ha fatto esperienza. E ha fatto una cosa inaspettata: ha sbalordito dalla prova speciale numero 2. Ossia dall'inizio.

Lo stesso Andrea Adamo, team director di Hyundai Motorsport, ha affermato questo al termine della giornata di sabato: "Per prima cosa devo dire che non abbiamo deciso di portare Oliver al volante di una WRC Plus perché avevamo un pilota in più e non sapevamo dove metterlo. Pensavamo che sarebbe stato possibile per lui fare bene. Devo però dire che mai avremmo pensato di vedergli fare quello che ha fatto a partire dalla seconda prova speciale. Posso dire che mi sarei aspettato vederlo crescere nel corso della gara, e lo sta facendo infatti, ma ha iniziato a farlo molto presto!".

A suggello di un fine settimana di alto livello - sempre considerando che si sta parlando di un esordiente - ecco le parole arrivate a fine gara di Seb Marshall. Il navigatore che ha accompagnato Oliver nel suo esordio nella classe regina del WRC è stato sintetico, ma altrettanto chiaro e profondo: "Sapevamo che fosse talentuoso, ma Oliver ha fatto davvero qualcosa di veramente speciale. Una guida incredibile da parte sua nel suo debutto al volante di una World Rally Car. Il futuro di Oliver è assolutamente luminoso e brillante".

Su queste parole ci sarebbe poco da aggiungere ed è anche giusto non avere troppe aspettative su un ragazzo che, a 19 anni, ha ancora tutta la carriera davanti e che dovrà dimostrare ancora tanto. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, questo mattino è appare della stessa materia del futuro di Oliver: luminoso.

 

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