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Analisi

WRC: Hyundai, 2022 in forse. Il Mondiale Rally non può perderla

Il team Hyundai Motorsport non ha ancora ricevuto il budget e il nulla osta per correre nel WRC 2022 e per realizzare la vettura ibrida. Analizziamo cosa potrebbe comportare l'assenza del team di Alzenau nella prossima stagione WRC.

Dani Sordo, Carlos Del Barrio, Hyundai Motorsport Hyundai i20 Coupe WRC

Foto di: Fabien Dufour / Hyundai Motorsport

La rivoluzione ibrida nel WRC si sta avvicinando inesorabilmente, mese dopo mese. Il Mondiale 2021 iniziato a fine gennaio porterà a compimento il quinquennio in cui le regine - le WRC Plus - hanno riportato velocità e aerodinamica al centro del villaggio, al centro del Mondiale Rally. Ma il motorsport, di pari passo all'automotive, cambia rapidamente e il prossimo lustro sarà all'insegna della propulsione ibrida, a cui anche il WRC si è dovuto adeguare per non perdere le Case già presenti e continuare a offrire uno spettacolo degno di questo nome.

Toyota e M-Sport inizieranno presto i rispettivi test con le vetture del prossimo anno. M-Sport dovrebbe svolgere il primo test con la sua nuova vettura a fine febbraio, quasi in concomitanza con il Rally Arctic Finland. Toyota, invece, dovrebbe far esordire la GR Yaris ibrida pochi giorni dopo. Il grande punto interrogativo per la prossima stagione è, a sorpresa, Hyundai Motorsport. Il team di Alzenau, 2 volte campione del mondo Costruttori in carica, potrebbe essere il grande assente della nuova era del Mondiale.

Hyundai ha voluto fortemente l'ibrido

 

La Casa coreana ha spinto molto nel corso degli ultimi anni per introdurre la propulsione ibrida anche nel Mondiale Rally, considerandola elemento fondamentale per proseguire la propria esperienza in una delle ultime categorie rimaste a sfruttare solo la potenza di un propulsore termico e a non aver adottato accorgimenti di peso legati alla sostenibilità.

L'automotive, il mercato dell'auto, in pochi anni ha spinto tanto sull'ibrido. Inevitabilmente anche il regolamento sportivo del WRC ha dovuto adeguarsi per non perdere le Case presenti, senza contare l'addio a fine 2019 di Citroen Racing, con PSA Motorsport impegnata a rivedere i propri piani e a rilanciare il marchio Peugeot con una Hypercar dedicata al World Endurance Championship.

Toyota e M-Sport, a modo loro, si sono allineate alle richieste di Hyundai fatte alla FIA, ritenendo l'ibrido indispensabile per continuare i rispettivi cammini nel Mondiale. Ora la Casa giapponese e il team che ha sede in Cumbria sembrano pronti ai primi test e a iniziare lo sviluppo delle vetture della prossima stagione. Hyundai, invece, è letteralmente un computer in pausa. E' in stand-by.

I vertici non hanno ancora dato via libera

 

"Se Hyundai mi confermerà se correremo nel 2022, sì, il modello è già stato scelto. La possibilità di non vederci c'è sempre. Non la invento io. A oggi ho l'ok verbale. Verba volant, scripta manent...". Così Andrea Adamo, team director di Hyundai Motorsport, aveva parlato ai microfoni di Motorsport.com parlando del 2022 della sua squadra nel WRC. Un'anticipazione che sembrava potesse essere solo un sollecito ai vertici della Casa coreana per ricevere il via libera definitivo. In pratica, scritto.

A oggi Hyundai Motorsport non sa ancora se sarà al via della prossima stagione di WRC con la vettura ibrida. Non è stato ancora deliberato il budget per la nuova stagione, sebbene sia stato lo stesso Adamo ad affermare che la squadra ad Alzenau sia organizzata per sopportare l'ultimo sviluppo della i20 Coupé WRC Plus e la preparazione della vettura 2022 praticamente in contemporanea.

"Nel team abbiamo persone che hanno responsabilità diverse e le stiamo gestendo. Poi ormai a gestire le cose in modo particolare siamo degli esperti. Se io lo scorso anno in un'intervista come questa avessi detto che a marzo il mondo si sarebbe fermato per 6 mesi, che avremmo chiuso il Mondiale a Monza e avremmo corso in Estonia avreste chiamato il 118 pensando che il Mondiale mi avesse dato alla testa. Il 2020 mi ha insegnato a essere flessibile. Organizzati sì in maniera rigida, ma flessibile. Due parole in antitesi, ma che hanno rappresentato la svolta".

"Darwin diceva che a sopravvivere non sono i più forti, ma quelli che sanno adattarsi meglio. Altrimenti avremmo ancora i dinosauri. Essere flessibili in un'organizzazione ben definita aiuta a raggiungere i propri obiettivi. Abbiamo un gruppo di persone che stanno lavorando sulla macchina 2022, mentre un altro lavora sulla vettura WRC Plus, per quello che comunque si può fare, perché abbiamo possibilità di sviluppo limitate per quest'anno. Poi, a un certo punto, la macchina 2021 sarà portata avanti dal team gare e ci concentreremo sullo sviluppo della macchina nuova".

Hyundai Motorsport non si pone limiti

 

Di recente Adamo ha fatto sapere che la squadra si metterà al lavoro sulla preparazione della vettura in qualunque momento, qualora venisse dato il nulla osta a procedere. Anche se questo dovesse arrivare molto avanti in stagione. Probabilmente il team si è già messo avanti con alcuni lavori, considerando però che il propulsore elettrico creato da Compact Dynamics e Kreisel Electric - le imprese che hanno vinto il bando per realizzare e fornire la parte ibrida comune a tutte le macchine a fine 2019 - dovrebbe essere consegnato ai team proprio a partire da questa settimana.

Si parla di un momento delicato per le squadre, impegnate nella preparazione del Rally Arctic Finland - seconda tappa del Mondiale Rally 2021 - ma dopo la gara in Lapponia ci saranno circa 7 settimane per poter lavorare sulle nuove vetture prima del Rally di Croazia. Se il nulla osta di Hyundai dovesse arrivare anche a metà stagione, Adamo si è detto pronto per preparare comunque la vettura in poco tempo. Certo è che avere ulteriori mesi a propria disposizione non avrebbe certo trovato in disaccordo la squadra che ha base in Germania.

Non esistono scadenze, ma esistono gli avversari, che, qualora Hyundai iniziasse tardi i test, potrebbero già essersi avvantaggiate nella preparazione delle rispettive vetture ibride. Anche per questo dalla Corea non potranno certo attendere a lungo prima di dare un segnale ad Alzenau. Di percentuali legate alla presenza di Hyundai al WRC 2022 non ce ne sono. Sono stati comprati 2 kit ibridi, ma, quando arriveranno saranno probabilmente riposti in fabbrica in attesa dell'arrivo eventuale del budget necessario per continuare a competere nel Mondiale Rally.

FIA: regole 2022 non rinviate

 

Non è un mistero che Hyundai Motorsport abbia chiesto a gran voce il rinvio delle regole 2022 a causa della pandemia da COVID-19 che ha messo in crisi tutti, team ufficiali compresi. nei mesi passati Adamo ha fato richieste ben precise alla Federazione Internazionale dell'Automobile: "Ho chiesto espressamente il rinvio del regolamento 2022. Ed è estremamente sciocco non averlo fatto".

Una frase, quella detta a Motorsport.com qualche settimana fa, che lascia poco spazio alle interpretazioni. Quella della FIA è stata una scelta che ha sorpreso, perché i regolamenti che avrebbero dovuto ridisegnare le vetture di altri campionati - primo tra tutti la Formula 1 - sono stati posticipati di un anno proprio a causa della pandemia da COVID-19, che ha reso ancor meno salde le certezze economiche di team ufficiali e di quelli privati, ancora più vessati dalla situazione creatasi con il lockdown che ha bloccato gran parte del globo ormai quasi un anno fa.

Questa scelta non ha certo fatto piacere a Hyundai, ma nemmeno agli altri team che si sono trovati ad affrontare una situazione grave. Toyota ha fatto fronte a questo problema annullando l'ingresso della GR Yaris WRC Plus, mentre M-Sport ha di fatto sacrificato la stagione 2021 per arrivare alla prossima con molte più carte da giocare non solo a livello di piloti, ma anche a livello di competitività della vettura (almeno così spera Malcolm Wilson).

Il WRC non può permettersi di perdere Hyundai

 

E' noto infatti che nel 2022 non entrerà alcun team, né costruttori. I titoli iridati nel primo anno del nuovo corso ibrido saranno contesi dai tre team, o meglio, dovrebbero. Qualora Hyundai Motorsport dovesse davvero non ricevere budget per la prossima stagione, rimarrebbe Toyota a lottare con M-Sport. Una sorta di Davide contro Golia, che nel lungo periodo vedrebbe quasi certamente il team giapponese avere la meglio.

E, in una situazione del genere, è davvero concepibile pensare a una Toyota ancora a lungo impegnata nel WRC considerando l'assenza di avversari? Nel WEC è stato così, ma il ritorno d'immagine è stato soddisfacente? Correre contro se stessi potrebbe non essere l'idea migliore, dunque non è peregrino pensare a un effetto domino di ritiri qualora nel 2022 dovesse mancare Hyundai. Il WRC non può certo permettersi una situazione del genere, soprattutto ora che ha posto le basi per richiamare altre Case importanti grazie all'adozione di un regolamento tecnico molto più appetibile di quello odierno (per costi e opportunità d'immagine, più che per prestazioni).

Cosa comporterebbe il ritiro di Hyundai per la Casa coreana

 

Innanzitutto una perdita di know-how accumulato nel corso degli ultimi 7 anni, in cui Hyundai Motorsport ha corso con profitto nel WRC, portando a casa 2 titoli iridati Costruttori consecutivi. Le vittorie non sono arrivate per caso, ma per un impegno costante, investimenti di risorse che hanno portato Hyundai a mostrare la competitività e la robustezza nelle vittorie e negli incidenti (chiedere a Neuville in Cile nel 2018 e a Tanak a Monte-Carlo nel 2019) in tutto il mondo.

Un bello spot che pensiamo abbia portato più benefici che danni alla Casa coreana. Ritirandosi ora dal WRC sarebbe un peccato, perché Hyundai potrebbe consolidarsi vincendo anche con il nuovo regolamento, mostrandosi tra i primi della classe anche per ciò che riguarda l'ibrido, ossia il tipo di propulsione che a oggi ha maggior spinta derivante proprio dalle Case.

E poi, va detto, anche per il grande seguito che la squadra ha creato nel corso degli anni. Non è stato raro - anzi, tutto il contrario - vedere bandiere azzurre lungo le prove speciali quando ancora il pubblico era ammesso ai rally. In tutto questo, però, non si può non considerare i piani della Casa coreana, a oggi ancora segreti. Non saremmo sorpresi di vederli impegnati in altre categorie del motorsport nel corso dei prossimi anni. Ma, questa, è un'altra storia.

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