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Nino Frison, dalla Red Bull alla Hyundai Motorsport

Il tecnico veneto ha debuttato con la Casa coreana in Sardegna e sarà il braccio destro di Nandan

Michel Nandan, team principal di Hyundai Motorsport, aveva bisogno di un braccio destro. Il monegasco non ce la faceva più a gestire la squadra coreana impegnata nel Mondiale rally e seguire in prima persona lo sviluppo della i20 WRC. E al Rally d’Italia Sardegna ha fatto il suo debutto Nino Frison come direttore tecnico di Hyundai Motorsport. Ad Alghero era nel ruolo di “osservatore” per capire le dinamiche della squadra, visto che avrà il compito di organizzare il lavoro con procedure più efficienti, mentre curerà la gestazione della nuova i20 WRC che correrà nel 2015. È un anti-personaggio che non ama stare alla ribalta, ma il suo curriculum evidenzia una profonda conoscenza di tutti gli aspetti del Motorsport. È arrivato ad Alzenau da Milton Keynes: in pochi sapevano che fino a qualche settimana fa il veneto è stato un consulente di Red Bull, collaborando sia con Red Bull Racing, sia con Toro Rosso. Con Nandan c’è stima, amicizia e… complicità: i due hanno lavorato insieme a diversi progetti per cui si conoscono a fondo. Anzi, si potrebbe dire che sono complementari. Uno attrae l’altro in programmi sempre molto sfidanti… ”Quella di Hyundai Motorsport nei rally è una bella avventura. La squadra è stata costruita da zero in un anno e credo che sia stato uno sforzo impressionante. Conoscendo Michel Nandan, ammetto che non mi sono sorpreso più tanto. Solo uno come lui poteva avviare un progetto ambizioso in così poco tempo! Ora bisogna dare una struttura alla squadra. Un team è formato soprattutto da un gruppo di persone che devono lavorare bene insieme. E, come dicono gli argentini, “…i meloni trovano il loro posto nel carro solo dopo la prima curva”. Ma con Michel non ci saranno problemi: è una persona con la quale non c’è bisogno di tante parole, a volte basta uno sguardo per capirsi. Con lui lavorare è semplice, perché siamo entrambi molto diretti”. Per un veneto appassionato di corse l’approccio con la pista è iniziato con Attilio Trivellato a Vicenza… ”Mi occupavo della formule addestrative e della Formula 3. Poi sono stato chiamato da Dallara, dove ho lavorato sul prototipo della Lancia, la LC2 che partecipava al mondiale Gruppo C. E poi il passaggio all’Alfa Romeo, quando l’Autodelta si stava trasformando in Euroracing, la squadra di Formula 1 di Pavanello. Erano i primi anni ’80 e collaboravo con Gérard Ducarouge e Gustav Brunner. I piloti della squadra erano Riccardo Patrese e Eddie Cheever”. Poi c’è stato l’approdo alla Ferrari… ”Sì, grazie a Harvey Postletwhite. All’inizio lavorai sulla F.1, ma con l’arrivo di Brunner fui destinato alla monoposto di Formula Indy: la macchina mise le ruote per terra, fece una messa in moto e fu rimessa in garage: non ha mai corso. Poi ho lavorato con John Barnard e ho conosciuto Giorgio Ascanelli, oggi responsabile tecnico della Brembo. Ho avuto il gusto di collaborare con Rory Byrne alla Benetton come consulente; poi è stata la volta di Rial e Zakspeed, scuderie di F.1 minori che offrivano delle opportunità interessanti, nonostante disponessero di risorse limitate”. Non ci sono solo monoposto nella storia… ”E’ vero, mi sono occupato anche del Dtm per la Mercedes e nel 1992 sono arrivato nei rally diventando parte del Toyota Team Europe gestito da Ove Andersson: il nostro pilota di punta era Carlos Sainz. È in quel momento che ha conosciuto Michel Nandan. All’inizio quello dei rally mi sembra un mondo rude, molto loantano dalla mia formazione in pista, ma ho scoperto che non era così. Con la Toyota ci siamo tolti delle belle soddisfazione, vincendo in tre anni cinque titoli mondiali, tra Costruttori e Piloti”. Frison ama i progetti speciali… ”La Opel con Zakspeed aveva lanciato il progetto della Calibra con il telaio in fibra di carbonio per il DTM. Si tratta di un altro lavoro che avevo condiviso con Nandan, ma che finì in niente per il mancato cambiamento dei regolamenti. Peccato perché quella era una vettura dalle prestazioni straordinarie. Mi è spiaciuto che non abbiamo mai corso…”. Alain Prost l’aveva nuovamente chiamato il veneto in Formula 1… ”Ci siamo tolti delle soddisfazioni con il motore Mugen, ma poi la musica cambiò con i V10 Peugeot. Ho lavorato anche per la Seat su un altro progetto rally mai concretizzato, perché era stato poi brandizzato Skoda: un’esperienza con dei team satelliti che poi è stata utile alla Volkswagen, in vista del lancio della Polo R WRC”. Nino Frison ora inizia una nuova avventura con la Casa coreana: l’obiettivo? Sfidare proprio la Vw nel mondiale 2015…

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