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Nandan: "La nuova i20 WRC è già in costruzione"

Il prototipo effettuerà i primi test in agosto: sono previsti anche due sviluppi della vettura che sta correndo

Nandan:
Una stagione per imparare. La Hyundai Motorsport è l’ultima arrivata nel mondo del WRC, ma si è già conquistata attenzione e rispetto e una certa simpatia. La squadra coreana è in un continuo divenire: in Sardegna ha fatto il suo debutto il nuovo direttore tecnico, Nino Frison. Lo ha fortemente voluto Michel Nandan, 54 anni, è il team principal monegasco di una struttura che annovera oltre 115 persone di ben 24 nazionalità diverse. Una “babele” da organizzare nei dettagli perché ottenga dei risultati con la i20 WRC. “In Sardegna abbiamo avuto un rally difficile ma alla fine molto produttivo. Non eravamo in lizza per lottare per i tempi di speciale, ma per sviluppare la nostra i20 WRC. Certo, è bello quando riusciamo a mostrare scampoli di competitività, come è accaduto nelle prime fasi di questo fine settimana. Il Rally Italia Sardegna è stato particolarmente duro e in alcuni fasi con temperature estremamente elevate. Il team ha fatto un ottimo lavoro, raccogliendo un sacco di informazioni n vista del prossimo round in Polonia. Thierry e Hayden hanno svolto il loro compito in modo professionale e hanno utilizzato le fasi finali della corsa per conoscere meglio la vettura. È un peccato che non siamo riusciti a finire con tutte e tre le vetture, ma abbiamo andiamo via di qui con un sacco di idee da sviluppare in fabbrica per preparare la Polonia”. Ad Alghero non sono arrivati dei punti iridati, ma la squadra che ha sede ad Alzenau, in Germania, ha già meritato un podio in Messico con Thierry Neuville, cogliendo prima del previsto l’obiettivo stagionale… "Siamo una squadra giovane: la Hyundai Motorsport a gennaio dello scorso anno era un capannone vuoto. E credetemi costruire una struttura che va a correre con una vettura del tutto nuova in un tempo così ristretto non è da tutti”. La VW ha impiegato tre stagioni a mettere insieme quella che oggi è una “macchina da guerra”: prima ha realizzato la struttura, poi la vettura e quindi la squadra. La Hyundai Motorsport ha stretto i tempi in un anno soltanto… ”A ripensarci è un mezzo miracolo, ma non siamo partiti da zero perché l’idea della macchina da rally era già stata abbozzata in Corea. È solo grazie all’aiuto del Centro Ricerche coreano che abbiamo potuto sviluppare la macchina che sta correndo adesso. Però è vero che abbiamo svolto i primi test nel luglio scorso quando nello staff c’erano solo una quarantina di persone. La priorità era trovare le persone competenti, sviluppare la i20 WRC con le prime prove in modo da preparare l’omologazione. Prima abbiamo deliberato la vettura di serie nei 20 esemplari richiesti dalla FIA e poi la versione WRC entro fine anno. Devo ammettere che quando si fa tutto di fretta, non si riesce a realizzare quasi niente al meglio. Ecco perché su alcuni aspetti dobbiamo fermarci e tornare indietro per rivedere l’organizzazione. Ora siamo poco più di 115, tre volte tanti quanti eravamo all’inizio”. In realtà non avete il tempo per rifiatare perché state realizzando la vettura nuova che dovrà correre nel 2015… ”Abbiamo iniziato lo studio della macchina nuova a gennaio, adesso la parte di progettazione è finita e stiamo costruendo il primo prototipo che verrà provato a metà estate: credo verso fino agosto. Non c’è ancora un piano dettagliato, perché gli uomini che curano la vettura sono gli stessi impegnati nel mondiale. È vero che quello che impariamo nei weekend di gara sulla i20 attuale, cerchiamo di trasferirlo anche sulla macchina nuova, ma è indubbio che stiamo facendo un doppio lavoro. La nuova vettura sarà molto diversa, anche se è dello stesso segmento di mercato. Il modello tre porte della nuova i20 sarà presentato al Salone di Parigi e si vedrà all’inizio del prossimo anno”. Intanto la factory di Alzenau si sta dotando di nuove strutture: è pronto un banco prova per i motori… “La fabbrica è in evoluzione continua: il banco prova per i motori lo stiamo tarando e sarà utilizzabile solo fra un paio di settimane, nel frattempo stiamo implementando quello delle sospensioni che, invece, deve iniziare la fase di messa a punto”. La progettazione della nuova i20 WRC dove si svolge? ”Ce ne occupiamo noi ad Alzenau, ma possiamo contare sull’aiuto del Centro Ricerche in Corea. Per esempio lo studio aerodinamico al CFD viene fatto in Europa e lo sviluppo in galleria del vento avviene a Namyang, in Corea. Quando abbiamo bisogno, chiediamo aiuto ai tecnici della Casa: il progetto della macchina nuova non coinvolge solo la Hyundai Motorsport. È una collaborazione importante che ci facilita la vita, visto che non siamo ancora una squadra finita con tutte le persone che servono, ma dobbiamo ancora crescere un po’ sia nelle persone che nella struttura: aspettiamo nuovi software e banchi di simulazione per accelerare la conoscenza e la crescita della vettura”. Sono bastate tre gare del mondiale per centrare il podio in Messico. Ora cresce l’attesa della prima vittoria… ”Non corriamo, per favore. In attesa della prima vittoria mi aspetto degli altri podi. Credo che per conquistare il successo dovremo ancora lavorare molto: avremo delle evoluzioni che arriveranno a metà anno, per l’omologazione Fia di luglio, e altre che sono invece previste per ottobre. Riguarderanno sia il motore sia il telaio. Ci giocheremo tre jocker di motore e cinque di telaio, ma dobbiamo ancora scegliere le soluzioni fra quelle che abbiamo sviluppato. Per poter combattere con la Volkswagen, infatti, dobbiamo migliorare la nostra affidabilità che è ancora al limite, solo poi ci concentreremo sulle prestazioni. Avremo il primo step per l’affidabilità in tempo per la Finlandia e lo step prestazionale per l’ultima sessione FIA dell’anno”. Pensate di vincere una gara entro l’anno? ”Quello che stiamo facendo ancora non basterà, l’obiettivo per noi è di conquistare degli altri podi alla fine della stagione. Per giocarcela con la Vw dovremo aspettare l’anno prossimo. Dobbiamo essere realisti…”. Nandan lascia intendere che il distacco dalle Vw si può misurare in tre decimi di secondo al chilometro: non sono molti… ”Gli ultimi sono sempre quelli più difficili da togliere…”. e ride… Ma il tester Bryan Bouffier, che ha vinto il Rally d’Antibes, prova del campionato francese, con la i20 Evoluzione sostiene che c’è il potenziale per puntare in alto… ”Capisco Bryan: è tornato sulla macchina dopo un anno: lui aveva condotto i primi test e, ovviamente, ha trovato una grande differenza con l‘ultima evoluzione, però non basterà per vincere. Lo sappiamo. È vero che noi lavoriamo, ma anche gli altri non restano fermi…”. In Sardegna i vostri piloti si sono rivelati veloci ma hanno commesso diversi errori… ”Se vogliono sfruttare tutto il potenziale che c’è oggi nella i20 WRC devono sempre andare al limite e magari succede che possano andare fuori. Dobbiamo evolvere la macchina su tutti i campi: motore, telaio e sospensioni per consentire loro di avere più margini. È vero che in Sardegna abbiamo guidato la corsa nelle prime fasi, ma c’è stato il frutto di una congiuntura favorevole”. L’essere stati in testa fino alla quarta prova speciale vi ha messo più pressione di quanta vi aspettavate? ”No, no. Bisogna essere lucidi nell’analisi: abbiamo cominciato la gara potendo contare su una posizione di partenza favorevole che ci ha permesso di affrontare le prime prove senza dover pulire la polvere dalla strada e poi avevamo fatto una scelta di gomme giusta. Il risultato era tutto lì, non che la macchina fosse competitiva nel confronto con la Vw”. Thierry Neuville è il pilota di punta, ma sulle altre vetture che schierate c’è una rotazione dei piloti che partecipano al campionato… ”È la strategia che abbiamo scelto quest’anno per avere più dati sulla macchina. Abbiamo scelto dei piloti specialisti sui diversi terreni da alternare sulla seconda i20 WRC. Siamo convinti che così lo sviluppo della macchina possa essere più veloce. Ma cambieremo in futuro”. In Sardegna c’è stato il debutto di Hayden Paddon: come va giudicato? ”È un talento da far crescere. Hayden è un pilota che ha l’esperienza del mondiale perché ha vinto il Produzione e si è messo in mostra con il Super2000. È giovane ma ha già un buon bagaglio di esperienza e ha fatto vedere di essere veloce. È un ragazzo che merita di essere seguito…” Il suo approccio è stato graduale, mentre da un giovane ci si aspetterebbe un comportamento più “garibaldino”… ”No, noi gli abbiamo detto cosa doveva fare. È un vero professionista che ascolta e fa tutto quello che gli viene chiesto. Il rally di Sardegna è molto difficile per un debuttante: siamo stati noi a imporgli un approccio molto graduale. Siccome deve imparare, gli abbiamo chiesto di guidare con un margine di sicurezza per correggere le note nel primo passaggio e provare a tirare di più nel secondo. Aumenteremo il passo nel corso della stagione per vedere dove potrà arrivare. Crediamo che sia il modo più corretto per farlo maturare: non dimentichiamoci che deve scoprire la macchina e la squadra”. In Sardegna ha fatto il suo debutto Nino Frison, fresco direttore tecnico di Hyundai Motorsport: è un italiano con grande esperienza di corse, sia nei rally che in Formula 1: che compiti avrà nel team?”Avevo bisogno di qualcuno che si occupasse della supervisione della parte tecnica, perché non si può fare tutto in prima persona: si finisce per lavorare male. Serviva una figura che si occupasse delle procedure, dell’organizzazione del team che è ancora un work in progress, ma che è fondamentale per poter vincere. Conoscevo bene Nino, abbiamo lavorato insieme alla Toyota e su altri progetti, quindi mi è sembrata la persona ideale per questo ruolo. Ho fiducia in lui e abbiamo sempre lavorato bene insieme…”. Si attende l’ingresso nel WRC di altre Case come la Toyota: che aspettative ci sono?”La Toyota sembra interessata a tornare nel mondiale rally, ma non credo che lo farà prima dell’introduzione delle nuove regole, anche se ancora non sappiamo quando avverrà. Stiamo parlando con la Fia, è un tema che affronteremo il mese prossimo per il regolamento del 2017”. Jean Todt, presidente FIA, spinge per l’adozione dei sistemi ibridi nelle corse. Li vedremo anche nei rally?”Non lo so: posso dire che l’ibrido come è previsto in altre categorie del Motorsport è facile da controllare in pista. Però ho dei dubbi nei rally, dove le vetture corrono sulla terra, fanno dei salti, entrano in acqua: diventa complicato specie a livello di sicurezza. I sistemi ibridi funzionano con l’alta tensione che è 400 volt. È anche vero che una macchina ibrida andrebbe ripensata completamente, ma non so se saremmo in grado di farla girare per strada in così poco tempo”. La Hyundai su cosa vorrebbe puntare, allora? ”Non siamo favorevoli all’ibrido, ma per capirlo basta guardare le vetture che produciamo. Se siamo nel WRC è perché sono state fatte delle scelte di marketing finalizzate al prodotto. Stiamo lavorando a livello di motore per ridurre gli attriti e migliorare l’efficienza. Poi, si potrebbe pensare a una riduzione dei consumi, con una limitazione della quantità di litri concessa per percorrere una certa distanza, mantenendo però sempre un certo livello di prestazioni”. Esiste una bozza di nuovo regolamento? ”No, ma il 2017 è dietro l’angolo e una decisione dovrà essere presa prima dell’inizio del prossimo anno, soprattutto se si vorrà fare qualcosa di molto diverso rispetto al regolamento attuale…”.

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