La presenza della
Hyundai nel mondiale rally non passa certo inosservata. Nel parco assistenza delle gare europee giganteggia la
mega-hospitality che la Casa coreana ha allestito nel paddock, facendo sembrare dei “nanetti” Volkswagen, Citroen e Ford. A livello di marketing l’operazione fa discutere e sta pagando. Ci vogliono cinque giorni di lavoro per montare la struttura tubolare che accoglie sotto lo stesso tetto vetture, meccanici, staff, vip, giornalisti e fan.
Rinfrescata dall’aria condizionata d’estate e riscaldata d’inverno, l’
hospitality di Hyundai Motorsport è diventata una sorta di “stella polare” del parco assistenza, che permette agli uomini del team di agire nel migliore dei modi in un ambiente chiuso. Si tratta di un’idea sviluappata da
Gyoo-Heon Choi, presidente del reparto corse, insieme al team principal,
Michel Nandan che ci spiega le motivazioni della scelta.
Avete guardato l’Energy Station della Red Bull in Formula 1 per ispirarvi?
”No, non abbiamo copiato nessuno. Abbiamo realizzato qualcosa di nuovo che non c’era nel mondo del Motorsport. Non si è mai visto niente di simile nemmeno in F.1 e crediamo sia il modo migliore per promuovere la specialità. Ci vogliono cinque giorni per montare la struttura, ma a livello di immagine ha un grande peso”.
Non rischiate di snaturare il concetto dei rally?
”No, assolutamente. Anzi rendiamo un grosso servigio alla promozione dei rally perché avviciniamo un pubblico molto eterogeneo. I nostri ospiti hanno modo di vedere dal piano rialzato come si interviene sulle macchine, senza segreti: è tutto a vista. Abbiamo creato un ambiente unico: in Formula 1 chi è in una hospitality non ha modo di vedere le monoposto. Hyundai, invece, ha voluto dare un segno di quanto crediamo nell’impegno nel WRC…”.
Ogni vettura ha un suo accesso al piano terra con una piazzuola dove i meccanici e i tecnici possono intervenire come se fossero in un box perfettamente allestito.
Si possono ricreare le stesse condizioni di lavoro ovunque si corra nel mondo, senza risentire del freddo della Svezia o del caldo torrido del Messico. Al secondo piano, su tre lati del quadrato che guarda sull’officina,
è possibile affacciarsi a una balconata che dà il gusto di vivere gli interventi sulle i20 WRC senza dare alcun fastidio alla crew dei meccanici che hanno un tempo definito per apportare le modifiche richieste alle vetture.
Ovviamente è il posto ideale per incontrare i piloti e i tecnici della squadra, avendo anche l’opportunità di pranzare a buffet. Il mondiale rally entra in una nuova dimensione grazie alla Hyundai e siamo sicuri che questa iniziativa farà scuola anche per gli altri marchi impegnati nella serie iridata, poco propensi a fare da “valletti”. L’
effetto psicologico è davvero impressionante: chi non conosce la realtà del WRC è convinto che
sia la Casa coreana a dominare il mondiale, mentre è ben chiaro agli addetti ai lavori che le i20 WRC stanno facendo esperienza nel loro primo anno di corse, e la speranza è di andare a prendere le più competitive Vw Polo R WRC solo a partire dal prossimo anno.
Alle spalle del
“castello di vetro” c’è un più tradizionale motor-home dove Hyundai Motorsport ha stabilito quella che è definita la
“control race” , vale a dire la centrale operativa dove i responsabili della squadra e i tecnici tengono sotto controllo in tempo reale le i20 WRC impegnate in gara.
Dodici persone seguono sui monitor gli inter-tempi, i segnali GPS della traccia satellitare delle vetture e il contatto via radio con gli equipaggi.
Top Comments