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Analisi

WRC | Cosa perde Hyundai senza Andrea Adamo

Andrea Adamo ha lasciato la guida di Hyundai Motorsport WRC dopo 36 mesi e 2 titoli iridati, i primi della storia per la casa coreana nel Mondiale Rally. Ecco qual è l'eredità del manager italiano e quali sono i punti da cui Hyundai dovrà ripartire.

Andrea Adamo, Team principal Hyundai Motorsport

Fabien Dufour / Hyundai Motorsport

Hyundai Motorsport, è ancora un anno zero. Il 2022 presenterà per il team di Alzenau nuove, grandi sfide. Una vettura tutta nuova, la i20 N Rally1 ibrida, un nuovo equipaggio, quello formato da Oliver Solberg ed Elliott Edmondson, ma soprattutto un anno in cui si troverà a fare i conti con una nuova guida dopo l'improvviso addio del team director Andrea Adamo.

Un fulmine a ciel sereno, quello che ha visto il manager piemontese abbandonare il team di Alzenau. Un addio che aumenta ulteriormente i punti di domanda sulla squadra. Non tanto sulla sua solidità, sulle sua strutturazione, quanto sulla guida. Diciamolo subito: Andrea Adamo non sarà facile da sostituire.

Burbero, sarcastico e anche pungente ai microfoni della stampa, Adamo è riuscito a dare il meglio di sé proprio dove serviva. Alla "sua gente", come spesso diceva quando voleva parlare delle persone che in fabbrica ad Alzenau dirigeva ormai dal 2015. Alla sua gente, ma anche ai suoi piloti, i suoi ingegneri, cercando sempre di migliorare ove possibile una struttura trovata buone condizioni ma a secco di successi, rendendola vincente in breve tempo, ma tanto sforzo.

WRC: con Adamo 2 titoli Costruttori in 3 anni

 

Preso il comando a fine 2018 della divisione WRC, diventandone team director al posto di Michel Nandan, Andrea Adamo si era presentato con idee molto chiare.

"In Hyundai lavoro dal 2015, dunque l'ambiente lo conosco anche se non avevo a che fare quotidianamente con il team WRC. Però sicuramente ero a contatto e c'era conoscenza reciproca sulle persone. Cosa manca a Hyundai per vincere? Io al momento ho un'idea molto chiara, ma prima di condividerla con il mondo voglio esserne sicuro e prima capire bene. Credo che forse possa mancare un po' di malizia. Però voglio ragionare bene su questo punto e poi vedremo".

Malizia che il team ha impiegato poco a trovare. Dopo 3 buone gare a inizio 2019 Thierry Neuville ha vinto al Tour de Corse e in Argentina, due gare consecutive. Dani Sordo ha vinto il Rally Italia Sardegna e poi, ancora Neuville, ha colto il successo al Rally di Catalogna, proprio la gara divenuta decisiva per le sorti del titolo iridato Costruttori.

Grazie all'ultimo successo del belga, Hyundai Motorsport ha vinto il primo titolo iridato della sua storia nel WRC. 4 vittorie, 13 podi complessivi e 380 punti, sufficienti a indossare la corona d'alloro per la prima volta dopo la cancellazione del Rally d'Australia a causa di roghi dolosi, dunque criminali, divampati nell'inverno di quell'anno.

Poi, si sa, vincere è difficile, ma ripetersi lo è ancora di più. Specialmente se l'annata sportiva è interrotta a data da destinarsi come quella 2020. La pandemia da COVID-19 non ha sconvolto solo il WRC e il suo calendario. Non ha sconvolto lo sport in generale. Ha sconvolto il mondo.

La FIA ha fatto di tutto per cercare di mettere assieme un calendario che potesse permettere al WRC di portare a termine la stagione e così è stato. Nuovi rally, gare anche atipiche come l'ultima all'ACI Rally Monza Italia, hanno confermato una Hyundai complessivamente più forte, un team solido e affamato, tanto da vincere il secondo iride Costruttori consecutivo. 3 vittorie su 7 gare (quella strepitosa ottenuta da Thierry Neuville al Rallye Monte-Carlo, nel giorno in cui il mondo pianse la scomparsa di un campione dello sport qual è stato Kobe Bryant; Ott Tanak nel rally di casa, quello d'Estonia e, per finire, il bis di Dani Sordo al Rally Italia Sardegna). 241 punti sufficienti per battere ancora Toyota e portarsi a casa il titolo.

Poi ecco la stagione più difficile per Adamo al comando del team WRC. Quella 2021. Una i20 Coupé WRC Plus cresciuta molto nelle prestazioni, ma calata drasticamente nell'affidabilità ha tarpato le ali a un team che avrebbe avuto l'opportunità di vincere non solo il terzo titolo Costruttori, ma anche il primo Piloti. Invece a fare incetta di iridi è stata Toyota.

Hyundai, dopo aver perso di fatto i titoli nella prima metà della stagione, si è rimboccata le maniche e nella seconda metà ha sfoggiato un altro ritmo. Dopo la vittoria di Ott Tanak arrivata alla seconda uscita stagionale, al Rally Arctic Finland, Thierry Neuville ha dominato all'evento di casa, il Rally di Ypres, e al Rally di Catalogna. Troppo poco per confermarsi, ma un chiaro segnale in vista del 2022. Un 2022 che, però, non vedrà più Andrea Adamo al vertice della squadra coreana.

Non solo sport: gestire il team durante il COVID una grande sfida

 

Il Mondiale 2020 di WRC era partito nel migliore dei modi, ovvero con una strepitosa vittoria di Thierry Neuville e Nicolas Gilsoul al Rallye Monte-Carlo, la gara che Adamo ha sempre ritenuto tra le più speciali. Poi il Rally di Svezia accorciato a causa della mancanza di neve. Poi il Rally del Messico decurtato e il COVID-19. Una pandemia tremenda che ha messo in ginocchio il mondo intero per mesi. Questi mesi, poi, sono divenuti a oggi 2 anni, in cui stiamo vivendo strascichi.

Adamo, ai nostri microfoni, aveva raccontato così il suo modo di affrontare l'impatto della pandemia da COVID-19 per la sua squadra, i suoi uomini, e il modo in cui ha gestito tutto nella fase più delicata nel momento più drammatico vissuto dall'intero pianeta da 70 anni a questa parte.

"Credo che sia stata una delle esperienze più difficili della mia vita. Lavorativa e anche personale. E parlare di quei mesi è difficile scindere le due cose. Al rientro dal Rally del Messico la situazione era complicata. Soprattutto le prime settimane, perché non c'era chiarezza riguardo a cosa stesse succedendo. La prima cosa che ho cercato di fare è proteggere le mie persone, che vengono da varie parti del mondo. La priorità era permettere loro di poter tornare a casa. Ho preso quella decisione dovendo farlo velocemente".

"In quel momento non era chiaro per nulla. Se avessimo aspettato non avremmo potuto probabilmente permettere loro di tornare per mesi. In tanti hanno preso l'ultimo volo disponibile. Da quel momento in poi è stato tutto molto complesso. Non si sapeva quando saremmo potuti tornare alla normalità, cosa in cui non siamo nemmeno oggi. Le domande erano legate a quando saremmo tornati a correre, a lavorare. Abbiamo cercato di proteggere tutte le persone anche di fronte alle domande del management, che chiedeva come saremmo andati avanti".

"Dare sicurezze a tutti. Anche con fare molto deciso, pur non avendo di sicuro niente dentro di me. Quando hai il mio ruolo non devi cercare scuse e rappresentato la leadership di alcune persone. Prendere responsabilità e dare chiare risposte alle mie persone. Ho cercato sempre di dare chiare risposte alle persone dicendo la verità, tranquillizzando tutti ma dicendo sempre la verità, perché mi hanno insegnato che la verità rende liberi".

"Appena poi il mondo è tornato un po' più normale abbiamo cercato di ripartire, di fare test, e sono andato con loro anche perché non era chiaro come viaggiare. Non volevo delegare a terzi responsabilità che invece dovevo avere io. Sembrava tutto un film, anche negli aeroporti, dove ci dicevano di stare attenti al COVID-19, e cose così. Alla fine siamo andati avanti, abbiamo ricominciato. Ho cercato di far tornare la vita delle persone più normale possibile. E' stato emozionante rivedere le persone tornate ad Alzenau da varie parti del mondo".

Saper spingere nella giusta direzione

 

Adamo, arrivato al comando del team WRC di Hyundai, aveva per le mani una struttura molto valida, con personale altrettanto valido, che da anni inseguiva i titoli. Sfiorandoli più volte, ma senza mai arrivare ad afferrarli. In pochi mesi ecco i titoli. Il primo grazie a un'affidabilità che ha premiato le vetture coreane, in un certo senso di malizia, quella malizia invocata da Adamo appena preso il comando del team. Il secondo, invece, più di prestazione. Sintomo di un cambiamento continuo, sebbene il regolamento sportivo del WRC non consentisse troppe modifiche sulle WRC Plus, ormai avviate verso la parte finale del loro quinquennio di utilizzo.

Due titoli molto diversi, una chiara idea di come poter migliorare con mezzi limitati - causa regolamenti - ma due traguardi resi ancora più importanti per il valore degli avversari. "Si vince insieme, se perdiamo è colpa mia". Spesso l'adagio di Adamo quando le cose non sono andate per il verso giusto. Ed è sempre stato vero. La capacità di fare scudo davanti alla stampa, proteggere le sue persone - per poi magari strigliarle a dovere in separata sede, sempre in privato - per addossarsi insuccessi e delusioni. Ma sempre pronto a condividere le vittorie e ad esaltare il lavoro fatto ad Alzenau e dai suoi piloti.

"Il nome Hyundai, negli ultimi 3 anni, si è presentato nel Motorsport sempre più in un modo credibile. E il fiore all'occhiello dei titoli vinti ne sono l'esempio più lampante". Questa frase, pronunciata dallo stesso Adamo dopo la conquista dell'ultimo titolo Costruttori di Hyundai, potrebbe rappresentare molto bene la descrizione di come e quanto il team di Alzenau sia cambiato in appena 36 mesi. Ora, per il team e per Adamo, si apriranno nuovi capitoli. Diversi, quello è certo. Hyundai Motorsport dovrà ripartire dalle sue certezze, da quelle portate nel gennaio 2019 da un ingegnere torinese che ha preso per mano una squadra forte e l'ha resa vincente.

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