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Analisi

WRC: cosa comporta la permanenza di Hyundai, Toyota e M-Sport

Hyundai, Toyota e M-Sport Ford hanno firmato un contratto triennale con FIA e promotori WRC per rimanere nel Mondiale Rally. Ecco cosa comporta il contratto e la scelta fatta dai tre team a medio-lungo termine.

Esapekka Lappi, Janne Ferm, M-Sport Ford WRT Ford Fiesta WRC, Ott Tänak, Martin Järveoja, Hyundai Motorsport Hyundai i20 Coupe WRC, Sébastien Ogier, Julien Ingrassia, Toyota Gazoo Racing WRT Toyota Yaris WRC

Foto di: Fabien Dufour / Hyundai Motorsport

Mercoledì 31 marzo il WRC ha potuto tirare un sospiro di sollievo e guardare al futuro con serenità. I tre team attualmente impegnati nel Mondiale Rally - Hyundai, Toyota e M-Sport in rigoroso ordine dettato dal Mondiale Costruttori 2020 - hanno firmato un accordo per correre nella massima serie rally sino al termine del 2024.

Non una data casuale, il 2024, perché potrebbe trattarsi dell'ultimo anno di mantenimento del regolamento tecnico che sarà introdotto il 1 gennaio 2022 e che porterà la propulsione ibrida nel Mondiale Rally per la prima volta nella sua storia. Ma sono le peculiarità di questo contratto firmato da FIA, promotori WRC e team che lo hanno reso interessante per le Case.

Costi di sviluppo condivisi, sicurezza e sostenibilità maggiori

 

Le Case e i team, per rimanere nel WRC anche nei prossimi anni, hanno preteso l'introduzione della propulsione ibrida. Le WRC Plus sono macchine che hanno riscosso un grande successo, attraendo per le velocità il suono, le capacità di adattamento ai diversi percorsi grazie a un'aerodinamica decisamente maggiore rispetto alle World Rally Car di generazione precedente.

Il mondo dell'Automotive - a ragione o meno - ha intrapreso da qualche anno la via dell'ibrido e dell'elettrico. Difficile implementare da subito la propulsione elettrica partendo dall'attuale 1.6 turbo, e per più motivi: dalla durata delle batterie ai luoghi di ricarica.

Ecco perché l'ibrido è parso la soluzione ideale per il prossimo triennio: perseguire ciò che ha determinato l'automotive, senza snaturare l'anima della categoria, tanto che il motore del futuro sarà direttamente derivato dai 1.6 attuali e affiancato da una batteria da 100 kW che dovrebbe entrare in azione nei centri cittadini nel corso dei trasferimenti e nel corso di alcune prove speciali (si parla delle Super Speciali).

Ma a trattenere le case ci sono anche altri aspetti sottolineati dal comunicato ufficiale diramato dalla Federazione Internazionale dell'Automobile. Stiamo parlando della riduzione di costi - iniziata con la semplificazione delle Rally1 a partire dall'aerodinamica, per finire alla meccanica (eliminato il differenziale centrale, ad esempio) - alla sicurezza con l'introduzione di una struttura di protezione per l'equipaggio più resistente agli urti grazie a barre laterali e posteriori rinforzate.

Un altro aspetto molto importante che ha convinto le Case a rimanere e a firmare il contratto per i prossimi 3 anni è la condivisione dei costi di sviluppo delle tecnologie per la nuova era, che porterà l'introduzione delle vetture Rally1 al posto delle World Rally Car Plus. E' importante, inoltre, non dimenticare che il "new deal" sottoscritto da FIA, Promotori WRC e Case è triennale, dunque triplicando la durata di quello attuale. L'accordo, secondo la FIA, offrirà maggiore stabilità, ma anche più opportunità legate al marketing per le Case, per i promotori e per la Federazione stessa.

Fidelizzare Case, ma anche attrarne altre

 

Questo accordo sottoscritto da Hyundai, Toyota e M-Sport Ford ha il compito di dare stabilità a un Mondiale che, nel corso dell'ultimo lustro, ha regalato uno spettacolo sportivo con pochi eguali. I Mondiali sono stati tutti assegnati all'ultimo evento - merito anche di un regolamento sportivo votato all'imprevedibilità, come l'ordine di partenza delle speciali del venerdì - e questo fa da cartina tornasole a un campionato vivo e dal futuro roseo.

Aver garantito alle Case l'introduzione dell'ibrido, ma anche la condivisione dei costi dello sviluppo delle nuove tecnologie è stata una mossa sensata per non disperdere il patrimonio creato dall'arrivo di Hyundai nel WRC, sino al ritorno di Toyota e alla presenza costante di M-Sport.

A fine 2019 il WRC ha perso Citroen, dunque una Casa molto importante che ha fatto la storia recente del Mondiale Rally. Non è un segreto che FIA e Promotori del WRC abbiano lavorato al nuovo regolamento non solo per trattenere le Case attuali, ma anche per offrire un panorama invitante a marchi che potenzialmente potrebbero entrare e rimpolpare il gruppo che si dà battaglia da anni per vincere i titoli iridati WRC.

Nel 2022, è certo, non ci saranno nuovi ingressi da parte di nuove Case. Ci saranno ancora Hyundai, Toyota e M-Sport Ford a contendersi i titoli iridati. E' chiaro però che l'adozione di una propulsione ibrida sia stata fatta anche per fare gola ad altre realtà. L'avvento della pandemia da COVID-19 ha probabilmente rallentato questo processo, ma FIA e promotori WRC sperano davvero che possa esserci l'opportunità di rendere più corposa la entry list, già divenuta più interessante nel corso degli ultimi mesi con l'arrivo di 2C Competition (supportato anche da Hyundai), ma anche il programma Toyota dedicato a Takamoto Katsuta.

La conferma di Hyundai come pietra angolare

 

Per diversi mesi il futuro nel WRC di Hyundai Motorsport è stato in bilico. Il team campione del mondo Costruttori per 2 anni consecutivi - 2019-2020 - stava aspettando il nulla osta da parte della Casa madre per il budget legato al 2022 e, dunque, per il progetto ibrido WRC.

Sin dal mese di dicembre 2020 il team director di Hyundai Motorsport, Andrea Adamo, è stato chiaro: "Se Hyundai mi confermerà se correremo nel 2022, sì, il modello è già stato scelto. La possibilità di non vederci c'è sempre. Non la invento io. A oggi ho l'ok verbale. Verba volant, scripta manent...".

Con la firma di questo contratto triennale Hyundai Motorsport ha confermato che presente e futuro sarà anche nel WRC. Togliendo per altro anche i dubbi su quale vettura sarà preparata per accogliere la propulsione ibrida. Si tratterà della i20 N di nuova generazione, lo stesso modello che Hyundai ha usato per preparare la Rally2 che farà il suo esordio a metà 2021.

La conferma della divisione sportiva della casa coreana, di fatto, è la pietra angolare che garantirà al WRC il mantenimento di una competitività necessaria per guardare al futuro. Senza Hyundai, il WRC si sarebbe ritrovato con due team, Toyota Gazoo Racing e M-Sport Ford, agli antipodi: il team giapponese capace di dominare stagioni intere e M-Sport - salvo interventi corposi di Ford Performance - a giocare il ruolo dello sparring partner.

Con Hyundai Motorsport presente, il WRC può continuare la sua marcia verso il futuro. In attesa che questo possa riservare ulteriori sorprese, il presente è solido. E lo sarà per almeno 3 anni. Di questi tempi, resi nefasti dalla pandemia da COVID-19, non è poco.

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