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Analisi

WRC | Ecco come le Rally2 possono far saltare le nuove regole 2025

Il WRC adotterà un nuovo regolamento dal 2025 che avvicinerà le Rally2 alle Rally1, ma questo potrebbe già saltare: il futuro delle Rally2 attuali è segnato: le motorizzazioni stanno sparendo, le vetture di serie faticano a essere vendute. Si tornerà indietro a breve?

Gus Greensmith, Jonas Andersson, Toksport WRT Skoda Fabia RS Rally2

Lo scalpore destato dall'abbandono della propulsione ibrida da parte delle vetture Rally1 a partire dal 2025 riecheggia ancora nell'aria, eppure diversi segnali lasciano intendere che per il motore elettrico fornito da Compact Dynamics il tempo di dire addio al Mondiale Rally non stia affatto arrivando.

Lo scorso 28 febbraio la FIA ha ufficializzato che, a partire dal prossimo anno, le vetture Rally1 torneranno ad avere una motorizzazione esclusivamente termica, abbandonando l'ausilio dell'elettrico e tornando a funzionare completamente con il 1.6 turbo benzina di cui sono dotate anche oggi e un carburante sostenibile.

Oltre a questa misura, è stato pensato di ridurre l'aerodinamica delle Rally1, aumentando invece quella delle Rally2 con il preciso intento di avvicinare le due categorie nelle prestazioni già dal prossimo anno, aumentando così le Case in grado di lottare per le prime posizioni della classifica generale.

L'intenzione era quella di avere un gruppo di Costruttori quasi sullo stesso piano prestazionale, aggiungendo Skoda Motorsport e Citroen Racing a Toyota Gazoo Racing, Hyundai Motorsport e M-Sport Ford. Questa misura è stata pensata per ovviare all'assenza di Case intenzionate a entrare nel WRC, aumentando così il parco partenti con chi già corre nel Mondiale.

Durante il fine settimana di gara del Safari Rally, tenutosi un paio di settimane or sono in Kenya, le Case hanno redatto una lettera da consegnare alla FIA, spiegando come sia molto complicato realizzare vetture nuove, diverse dalle attuali Rally1, in appena 6-7 mesi. I costi sarebbero troppo alti, il dispendio di risorse altrettanto ingente e, probabilmente, insufficiente per presentarsi al via della prossima stagione con vetture competitive.

Problemi di tempistiche, di costi, ma non solo. All'inizio dell'anno avevamo già cercato di fare un possibile quadro del futuro, una sorta di ragionamento su cosa avrebbe dovuto fare il WRC per rilanciarsi e non rimanere fermo, stagnante nella vallata in cui trova e da cui non ha ancora imboccato un'uscita convincente.

Già da mesi è chiaro come la classe Rally2 sia sul filo del rasoio. Il mercato dell'auto, nel corso degli ultimi anni e in vista dei prossimi, sta già dando indicazioni importanti. Considerando le piattaforme delle vetture e le motorizzazioni, appare chiaro come, ad esempio, le attuali Skoda Fabia e Citroen C3 siano sempre più ai margini dei progetti delle rispettive Case produttrici.

La tendenza è quella di realizzare motori turbocompressi di cilindrata sempre più ridotta, mentre oggi le Rally2 (ma anche le Rally1) hanno in dotazione motori che stanno terminando la propria vita sul mercato automotive. La Skoda Fabia RS Rally2 sta utilizzando un 1.6 turbo da 289 cavalli, mentre quelle stradali hanno 1.0 turbocompressi da 80, 95 e 110 cavalli, escludendo la singola versione sportiva, la Monte-Carlo DSG 1.5 TSI da 150 cavalli.

La Hyundai i20 N Rally2 sta utilizzando un'ultima partita di motori acquistati qualche anno fa dalla divisione sportiva che ha base ad Alzenau per le vetture TCR e Rally2. Quei motori, oggi, sono già finiti fuori produzione, con Hyundai che ha abbracciato il downsizing dei motori al pari di quasi tutte le altre realtà.

Motori, ma non solo. Abbiamo parlato anche di piattaforme, di segmenti di vetture. E' chiaro da diverso tempo che il mercato dell'automobile si sta indirizzando verso SUV, mini Suv e crossover. Le Case che oggi corrono nel WRC2 con le Rally2 faticano a vendere i modelli di vetture che sono impiegati nelle corse (anche le versioni meno spinte) ed è lì che le cose potrebbero cambiare a breve.

Non deve sorprendere qualora Skoda scegliesse di terminare la produzione della Fabia senza sostituirla o di farla diventare un mini SUV. Stesso discorso vale per Hyundai e Citroen con i rispettivi modelli.

L'incertezza sui passi futuri, abbinata alla certezza legata all'immediato futuro delle Rally2 - quello che le vedrà sparire di anno in anno - potrebbe portare la FIA a tornare sui suoi passi e recuperare il regolamento che a oggi è destinato al pensionamento a fine anno. Una riabilitazione dell'ibrido e dell'attuale aerodinamica per le Rally1, con la consapevolezza che l'avvicinamento tra Rally1 e Rally2 non potrà essere effettuato.

Questo è uno scenario più che plausibile. Dovremo attendere ancora qualche giorno per conoscere gli sviluppi di questa vicenda. Il 25 aprile si terrà l'incontro della WRC Commission e allora potremmo conoscere cosa ci aspetterà nel 2025 e nel 2026. Tutto questo in attesa di quella rivoluzione regolamentare che negli anni passati ha fatto tornare in WEC e la F1 in auge.

Serviranno scelte di buonsenso, più che dettate dalle esigenze degli ingegneri, servirà lungimiranza più che il protagonismo di determinati attori. Un piano attraente, che possa finalmente convincere le Case a sposare il progetto di una categoria eccezionale, ma ormai in disarmo da troppi anni.

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