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Scandola racconta a Motorsport.com il suo Rally Italia Sardegna

Umberto Scandola è stato protagonista in Sardegna di una prestazione maiuscola in WRC2 che, fino alla rottura di un manicotto del radiatore, lo ha visto comandare la categoria. Il veronese ci racconta il rally dal suo punto di vista.

Umberto Scandola, Skoda Fabia R5 Skoda Motorsport Italia

Foto di: acisportitalia.it

Umberto Scandola, Guido D'Amore, Skoda Fabia R5
Umberto Scandola e Guido D'Amore, Skoda Fabia R5
Livrea Skoda Fabia R5 di Umberto Scandola
Umberto Scandola e Guido d'Amore, Skoda Fabia R5, Skoda Motor Sport Italia
Umberto Scandola e Guido d'Amore, Skoda Fabia R5, Skoda Motor Sport Italia
Umberto Scandola e Guido d'Amore, Skoda Fabia R5, Skoda Motor Sport Italia
Umberto Scandola e Guido d'Amore, Skoda Fabia R5, Skoda Motor Sport Italia
Umberto Scandola e Guido d'Amore, Skoda Fabia R5, Skoda Motor Sport Italia
Umberto Scandola e Guido d'Amore, Skoda Fabia R5, Skoda Motor Sport Italia
Umberto Scandola, Skoda Motor Sport Italia
Umberto Scandola e Guido d'Amore, Skoda Fabia R5, Skoda Motor Sport Italia
Umberto Scandola e Guido d'Amore, Skoda Fabia R5, Skoda Motorsport Italia
Umberto Scandola, Skoda Motrosport
Umberto Scandola, Guido D’amore, Skoda Fabia R5, Skoda Motrosport Italia
Umberto Scandola e Guido d'Amore, Skoda Fabia R5, Skoda Motor Sport Italia
Umberto Scandola e Guido d'Amore, Skoda Fabia R5, Skoda Motor Sport Italia
Conferenza Stampa: Paolo Andreucci, Peugeot Sport Italia, Giandomenico Basso, BRC, Umberto Scandola,

Un sogno spezzato da un manicotto del radiatore al primo passaggio della Monte Lerno, la prova speciale più lunga del Rally Italia Sardegna 2016. Una vera beffa per Umberto Scandola, che dal sogno aveva estrapolato una prima tappa da incorniciare.

Primo per distacco nella categoria WRC2, con oltre 11 secondi di vantaggio sul primo pilota ufficiale Skoda Motorsport, Esapekka Lappi. Oltre un minuto dal secondo, Jan Kopecky e qualche secondo in meno da Teemu Suninen, poi vincitore. Non basta. Perché il dato più bello era da ricercare nella classifica generale che recitava così: al settimo posto Umberto Scandola, navigato da Guido D'Amore su Skoda Fabia R5 del team Skoda Italia Motorsport.

Un manicotto tagliato per pochi millimetri può infrangere un momento eccezionale, ma non può cancellare il fatto di aver mostrato a tutti di avere le qualità per poter competere con i migliori piloti di rally al mondo. Il trentenne veronese ha voluto parlare con noi di Motorsport.com, raccontandoci in un'intervista esclusiva la sua gara. La gioia prima, la delusione poi, ma soprattutto la consapevolezza di avere le carte in regola per potersela giocare con tutti.

"E' stata una gara molto bella per noi, poi è chiaro che le gare vanno finite, ma poi quando ci si mette un po' di sfortuna non si può fare nulla. L'importante è aver mostrato di essere là davanti".

Umberto, partiamo dalla fine della gara, il momento più amaro. Cosa ha lasciato nel team questa conclusione così amara?
"Il ritiro è stato molto amaro, ma ci lascia consapevoli del fatto che siamo un ottimo team. Che, anche come piloti, siamo competitivi a livello internazionale e questa è la cosa più importante, e che ci lascia anche tanta voglia di riprovare ad affrontare un'altra gara del Mondiale Rally".

Questo ritiro potrebbe avere poi ripercussioni sul vostro campionato che state facendo nel CIR 2016?
"Assolutamente no, anzi, ci ha dato un vero e proprio scossone in positivo e, tra l'altro, abbiamo utilizzato soluzioni tecniche che torneranno certamente utili per il prossimo Rally di San Marino, quindi è stata doppiamente utile questa uscita a livello internazionale. Quello che è capitato in Sardegna ci ha spronati anche un po' di più del solito".

Per la tappa sarda del WRC avevate lo stesso materiale degli ufficiali Skoda?
"Il materiale era quello che ci passa Skoda Motorsport ed è il massimo del massimo perché altrimenti non avremmo fatto certi tempi. Il pilota può essere bravo fin che si vuole ma se non si dispone del materiale giusto davanti non ci sta. Abbiamo solo adottato un set up differente a livello di barre, molle e sospensioni della vettura, perché il nostro ingegnere ci ha consigliato per il meglio già nei test e abbiamo seguito la strada indicataci prima dell'inizio della gara, erano regolazioni più morbide di quanto avessimo in mente e questo ci ha aiutati".

Passando a parlare della prima tappa, l'inizio è stato da ricordare. Raccontaci come avete costruito una giornata così bella.
"Partiamo con la SuperStage di Ittiri, quella di giovedì sera. Era molto ghiaiata, il grip era davvero poco e chi partiva davanti era sicuramente penalizzato. Non eravamo preoccupati, perché abbiamo visto che le WRC2 che sono state davanti a noi erano partite dietro e anche se eravamo a 2 o 3 secondi dai primi di classe sapevamo bene di poter recuperare nella giornata successiva".

Poi, ecco la prima tappa...
"Sì, abbiamo deciso di partire con il medesimo passo che utilizziamo nel CIR sullo sterrato. E abbiamo visto che quello che di solito utilizziamo nelle competizioni nazionali ci ha permesso di viaggiare nei piani alti della classifica sin dalle prime speciali. E' un'andatura vincente. Non abbiamo mai commesso errori, siamo andati forte ma in sicurezza. E' anche un po' una sorpresa per noi. Contavamo di fare bene, ma non sapevamo quanto in realtà potessimo essere veloci rispetto ai nostri avversari. E' stata una bella sorpresa anche per noi".

Hai lottato con Esapekka Lappi e Jan Kopecky, ovvero i due piloti titolari del team ufficiale Skoda per il rally italiano. In appena una tappa li hai massacrati...
"Sì, è vero che sono andato più forte e questo mi fa un piacere immenso. Però ci può essere una gara no per un pilota, come poteva essere per Kopecky, perché quelli non erano i suoi tempi. Con Lappi, invece, eravamo a qualche secondo. Non è stato un vero e proprio dominio. Era solo una tappa, ma era comunque lunghissima. Infatti poi abbiamo potuto vedere cosa può succedere in un rally del genere. Sono stracontento, possiamo essere competitivi in un rally internazionale, ma voglio rimanere con i piedi ben piantati a terra. Abbiamo fatto solo una tappa di una gara del mondiale, non abbiamo vinto nulla, ma ci ha spronato e abbiamo capito qual è il nostro vero valore".

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