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Le migliori gare del 2021: a Monte-Carlo Ogier diventa re del Principato

Il Rallye Monte-Carlo, ovvero l'evento più conosciuto al mondo per quanto riguarda il WRC, ha regalato nel 2021 un'edizione in cui abbiamo potuto assistere all'one man show di Sébastien Ogier, diventato il pilota più vincente della storia nel Principato grazie a una prova di forza senza precedenti.

Sébastien Ogier, Julien Ingrassia, Toyota Gazoo Racing WRT Toyota Yaris WRC

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Le gare di una categoria quasi sempre hanno lo stesso valore in termini di punteggi conferiti al vincitore e a chi segue, a seconda del regolamento sportivo vigente in quel momento. Ma ci sono gare che valgono più di altre. Vuoi per fascino, vuoi per storia, per la complessità del tracciato, le condizioni meteo, o anche solo a livello affettivo.

Tutto questo potrebbe essere riscontrabile in un nome: il Rallye Monte-Carlo, almeno per quanto riguarda il World Rally Championship. L'evento che si tiene da decenni nelle strade adiacenti - ma, ormai, anche piuttosto lontane - dal Principato di Monaco non è una gara. E' "la gara". O meglio, "il rally" con la erre maiuscola. E' l'evento a cui tutti i piloti di settore vorrebbero partecipare, almeno una volta in carriera. Figurarsi pensare di terminarlo, chiudere classificati o addirittura in Top 3.

Per vincerlo, poi, non basta essere assi della categoria. Ci vuole un talento smisurato, la macchina giusta (è pur sempre uno sport a motore...), intuito, capacità di guida, capacità di lettura delle condizioni atmosferiche e, di conseguenza, anche quelle dell'asfalto. E' la gara che apre il Mondiale e dà il primo indirizzo alle classifiche, ma è anche quella gara che basta a se stessa.

 

Niente, infatti, nel corso della stagione ha le possibilità di replicare lo scenario che regalano le alpi francesi, il glamour del Principato, le insidie di un asfalto che asfalto non è praticamente mai, perché ricoperto dalla neve, dal ghiaccio, dal verglas, black ice, acqua, fango. In nessun altro posto al mondo può esistere un palcoscenico del genere. Ed è per questo che tutti vedono il "Monte" come la pietra più preziosa in un collier tempestato di gemme.

E anche quest'anno il Rallye Monte-Carlo ha aperto il Mondiale Rally in grande stile, sebbene il Parco Assistenza trovasse locazione a Gap, città natale di Sébastien Ogier, nonché il pilota più vincente in attività nel WRC e nel mondo del motorsport a 4 ruote con i suoi - allora - 7 titoli, poi diventati 8 a fine stagione.

Ed è stato proprio Sébastien Ogier a risultare l'essere umano che, assieme al navigatore Julien Ingrassia, è stato in grado di salire nella piazza del palazzo reale (meglio conosciuto come Palazzo dei Principi), stringere la mano ad Alberto II di Monaco e alla splendida consorte Charlène Wittstock, e a ritirare la coppa del vincitore.

 

Fino a qui, niente di strano. In fondo, direte voi, è il miglior pilota degli ultimi 10 anni per ciò che riguarda il WRC. Vero, ma la vittoria conseguita dal campione francese al Rallye di Monte-Carlo racchiude molto, molto di più. Per prima cosa, Ogier si è ripreso il trono lasciato a Therry Neuville e Nicolas Gilsoul la stagione precedente, quella 2020, in cui l'equipaggio belga di Hyundai aveva messo in piedi la miglior gara della carriera, detronizzando proprio Ogier e Ingrassia.

Ma la vittoria ottenuta da Ogier, dice ancora di più. Partito con la chiara intenzione di vincere a Monte-Carlo, Séb ha letteralmente sbaragliato la concorrenza. Partito con estrema calma nelle classiche prove del venerdì (un quartoe un quinto tempo nelle prime due stage), Ogier ha cambiato marcia il giorno successivo, arrivando a inanellare ben 8 scratch nelle successive 12 speciali disputate (la PS8 venne cancellata).

Un incedere senza lasciare diritto di replica ai rivali, come un felino che azzanna al collo la sua preda e non la lascia più respirare, con le conseguenze più scontate e ovvie possibili. Ogier e Ingrassia hanno letteralmente dominato sul ghiaccio, sull'asfalto asciutto, ma anche sul fango. E, tutto questo, è stato ottenuto sebbene fossero costretti ad aprire le prove speciali del primo giorno di gara, così come imposto dal regolamento sportivo per chi è campione del mondo in carica nella prima gara della nuova stagione.

 

Una prova di forza a cui nessuno ha potuto replicare. Elfyn Evans e Scott Martin, i compagni di squadra di Ogier e Ingrassia, hanno fatto del loro meglio, cogliendo il secondo posto a 32"6. Un distacco anche contenuto, se si pensa alla superiorità competitiva mostrata dai campioni del mondo in carica. E poi, al terzo posto, ecco quel Neuville che l'anno prima aveva festeggiato sul gradino più alto del podio, con accanto un ragazzo sorridente, timido - Martijn Wydaeghe - che aveva preso il posto poche ore prima di Nicolas Gilsoul.

La verità è che nessuno avrebbe potuto fermare Ogier. Si tratta forse dell'unica gara in cui il campione di Gap ha spinto per gran parte delle prove speciali. Senza gestire, senza fare calcoli. Tutto questo, però, non si è tramutato in una semplice vittoria. Perché grazie a questo successo, Sébastien Ogier e Julien Ingrassia sono diventati i piloti più vincenti della storia del Rallye Monte-Carlo.

Hanno infatti ottenuto l'ottavo successo assoluto della carriera, staccando nella speciale classifica il connazionale-rivale Sébastien Loeb, fermo a 7. Ma c'è di più, perché Ogier è diventato anche il primo a vincere nel Principato con ben 5 Case differenti: Peugeot, Volkswagen, Ford M-Sport, Citroen e Toyota. Con questo successo ha così battuto un record che apparteneva a decenni a un campione del calibro di Walter Rohrl.

I numeri, spesso, devono essere interpretati per poter essere capiti e commentati. Questa volta, invece, è un raro caso in cui basterebbe fermarsi, stare ad ammirare la prova di forza di un campione con pochi precedenti. E applaudire.

 

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