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Toyota chiude il Prologo con il record e quasi una Le Mans intera

La TS050 numero 8 ha concluso la simulazione percorrendo 4858km. I suoi tempi sono stati inarrivabili ma ottenuti fuori dalle regole dell'EoT. Dominio Porsche sia in GTE PRO sia in GTE AM

#8 Toyota Gazoo Racing Toyota TS050: Sébastien Buemi, Mike Conway

#8 Toyota Gazoo Racing Toyota TS050: Sébastien Buemi, Mike Conway

JEP / Motorsport Images

#8 Toyota Gazoo Racing Toyota TS050: Sébastien Buemi, Mike Conway
#8 Toyota Gazoo Racing Toyota TS050: Sébastien Buemi, Mike Conway
#71 AF Corse Ferrari 488 GTE EVO: Davide Rigon, Sam Bird
#7 Toyota Gazoo Racing Toyota TS050: Mike Conway, Alexander Wurz, Jose Maria Lopez, Sébastien Buemi, Anthony Davidson
#7 Toyota Gazoo Racing Toyota TS050: Mike Conway, Alexander Wurz, Jose Maria Lopez, Sébastien Buemi, Anthony Davidson
#4 ByKolles Racing Team Enso CLM P1/01: Oliver Webb, Dominik Kraihamer, Tom Dilmann, Kang Ling
#4 ByKolles Racing Team Enso CLM P1/01: Oliver Webb, Dominik Kraihamer, Tom Dilmann, Kang Ling
#5 CEFC TRSM RACING Ginetta G60-LT-P1: Charles Robertson
#28 TDS Racing Oreca 07: François Perrodo, Matthieu Vaxivière, Loic Duval
#17 SMP Racing BR Engineering BR1: Stéphane Sarrazin, Egor Orudzhev, Matevos Isaakyan
#82 BMW Team MTEK BMW M8 GTE: Tom Blomqvist
#97 Aston Martin Racing Aston Martin Vantage AMR: Alex Lynn, Maxime Martin, Jonathan Adams
#88 Proton Competition Porsche 911 RSR: Khaled Al Qubaisi, Giorgio Roda, Matteo Cairoli
#92 Porsche GT Team Porsche 911 RSR: Michael Christensen, Kevin Estre
#81 BMW Team MTEK BMW M8 GTE: Martin Tomczyk, Nicky Catsburg, Philipp Eng

Difficile interpretare i risultati forniti dal prologo della superstagione WEC al Paul Ricard. Che le Toyota lo dominassero era abbastanza scontato, sia per via dell’oggettiva superiorità della Casa in termini tecnologici sia per dispendio di uomini e mezzi. Non hanno quindi stupito le posizioni delle due TS050 con la numero 8 di Mike Conway , in configurazione ad alto carico, saldamente al comando da venerdi con uno stupefacente 1’32”662 e la gemella numero 7 che lo stesso pilota britannico aveva spinto nella mattinata del primo giorno a 1’34”655.

È stato il tempo ad avere choccato , il più veloce mai fatto registrare al Paul Ricard. Ma dietro a questo c’è una spiegazione:  Toyota ha voluto esasperare la prestazione assoluta del venerdi utilizzando parametri estremi e non utilizzabili in gara per spingere ogni particolare al punto di rottura, infrangendo di fatto l'EoT ovvero l'equivalente tecnologico che dovrebbe parificare le prestazioni tra le varie LMP1. C’è poi un significato anche politico nel cercare di tirare all’estremo: vedere se in questa sorta di battaglia virtuale ci sarebbero cascati i potenziali rivali delle LMP1 endotermiche. Non è accaduto, perché i tempi delle varie BR1, Rebellion, Ginetta e ByKolles sono stati molto distanti dal record.

Eppure, osservando i dati, la differenza tra la TS050 e le non ibride non è così grande come sembra. Pietra di paragone reale infatti è la seconda Toyota TS050, quella che ha simulato le 30 Ore, percorrendo 839 giri, equivalenti a 4.858km (quasi una Le Mans intera) che dapprima ha fatto segnare 1’34”655 e poi, messa in assetto da corsa, ha iniziato a scandire pomeriggio, notte, alba e chiusura del prologo al sabato con un ritmo regolare ma non così netto come avvenuto prima della simulazione. Anzi ci sono state fasi in cui sia le BR1 Dallara delle SMP sia la positiva Rebellion riuscivano a essere molto vicini come passo, sul piede del 1’39”-1’40”.

In ogni caso l’esperimento del prologo strutturato con una sessione lunga 30 Ore non ha fornito risposte chiare. Come sempre accade quella che dovrebbe essere la vetrina inaugurale del WEC è stata interpretata in modo molto diverso sia dai team sia dalle squadre. In LMP1 l’unica che ha davvero simulato un’autentica corsa di durata è stata la Toyota, probabilmente con un ritmo non da cardiopalma.  Tutte le altre invece hanno girato anche di notte, alternando però lunghe soste ai box per risolvere piccole magagne, elettronica per le BR1 Dallara, o per gli aggiustamenti del caso. In GTE, fermo restando che le Porsche hanno dominato davanti alle Ford GT, a simulare sono state BMW e Aston Martin Vantage. La seconda con Thiim-Sorensen-Martin ha percorso 872 giri: più di una Le Mans intera; la M8 con Eng-Catsburg 682 tornate. Ferrari, invece, non aveva previsto nulla se non il rodaggio di alcuni particolari. L’AF Corse ha perso quasi subito la 488 di Pier Guidi-Calado per un principio di incendio durante un rifornimento e ha proseguito il programma con l’esemplare di Bird-Rigon.

LMP1 endotermiche veloci ma non troppo

A vedere i tempi in modo superficiale si potrebbe dire che le LMP1 endotermiche abbiano deluso. Di queste ad infrangere la barriera del 1’38” sono state la BR1 Dallara di Petrov, terza con 1’37”034, la Rebellion di Lotterer, 1’37”044, la seconda BR1 di Sarrazin, 1’37” 574 e la CLM della ByKolles che Marco Bonanomi, salito in extremis, ha portato a 1’37”795. Valori simili, con la CLM che ha girato più di tutte le altre percorrendo 331 giri, quasi quanti compiuti nell’ultima stagione del WEC. Proprio questi rilievi dimostrano che anche tra la nuova generazione di LMP1 si è giocato a nascondino.

Al di là delle problematiche delle singole squadre, del lavoro di svezzamento di Rebellion, il limite prestazionale sul giro secco è  più basso di almeno un secondo e qualche decimo. Diverso il discorso sull’affidabilità: gli inconvenienti ci sono stati; non gravissimi ma in grado se ripetuti in corsa di compromettere il risultato finale. La Dallara e la Rebellion sembrano essere le più efficaci per la facilità con la quale riescono a ottenere i tempi e a mantenere la prestazione. Da rivedere invece la Ginetta a motore Mecachrome che tra tutte è quella che ha girato meno.

Porsche ha provato le gomme per Le Mans

Nel corso del prologo le Porsche RSR ufficiali hanno provato a sorpresa le gomme con le specifiche della 24 Ore di Le Mans. Entrambe le vetture sono sembrate quelle più in forma. Lietz e Bruni e Estre e Christensen hanno avuto ben pochi problemi a spingersi sotto il 1’52” senza troppi disguidi. La Porsche inoltre è stata l’unica a non incontrare problemi con i pneumatici. La Ford, che ha percorso 304 giri con l’esemplare di Priaulx-Tincknell e 253 con Mucke-Johnson-Pla, ha accusato un consumo eccessivo mentre BMW M8 e Aston Martin Vantage si sono trovate in grosse difficoltà con un deterioramento non indifferente e perdita anche di parte di mescola. Alla Ferrari questo non è accaduto ma è chiaro che i pochi giri percorsi non abbiano potuto offrire reali strumenti interpretativi alla Casa campione del mondo. L’impressione è che la stagione possa presentarsi con maggiori criticità rispetto alla passata.

RSR senza rivali anche in GTE AM

Quest’anno la Porsche anche in GTE AM non scherza: le belle RSR hanno sbaragliato  il campo nella speciale sottoclasse conquistando i primi quattro posti: Matteo Cairoli con 1’52”936 ha preceduto Barker, Campbell e Bergmeister. Anche in questo caso le Ferrari hanno girato più che altro per far impratichire i gentleman con Fisichella, Cheever junior e Beretta in veste di piloti di riferimento. Infine la LMP2 dove l’Oreca di Maldonado, gommata Michelin, ha ottenuto 1’40”771. Dietro il venezuelano la Alpine di Lapierre e l’Oreca di Vaxiviere.

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