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Intervista

Tandy: "Il segreto? Nessuno, sono solo un buon pilota"

Confermato da Porsche anche per il 2016, l'inglese spiega perché è facile guidare vetture diverse

Nick Tandy, Porsche Team

Nick Tandy, Porsche Team

Porsche AG

#911 Porsche North America Porsche 911 RSR: Patrick Pilet, Nick Tandy
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Porsche Team: Nick Tandy
#47 KCMG ORECA 05: Matthew Howson, Richard Bradley, Nick Tandy
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LMP1 podio: vincitore di categoria e vincitore assoluto Porsche Team: Nick Tandy
#19 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Nico Hulkenberg, Nick Tandy, Earl Bamber
#19 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Nico Hulkenberg, Nick Tandy, Earl Bamber, Frédéric Makowiecki
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#19 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Nico Hulkenberg, Nick Tandy, Earl Bamber
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Porsche Team: Nick Tandy
#911 Porsche North America Porsche 911 RSR: Patrick Pilet, Nick Tandy
#47 KCMG ORECA 05: Matthew Howson, Richard Bradley, Nick Tandy

Strana la vita del pilota professionista, soprattutto se si cimenta al volante delle ruote coperte. Nick Tandy non è solo un globe trotter del motorismo, costretto a girare da una parte del globo all'altra senza soluzione di continuità ma anche uno degli ultimi campioni versatili dell'automobilismo. È per questo che non sarà presente alla 6 Ore COTA di sabato notte né con la Oreca LMP2 con la quale ha dominato la 6 Ore del Nurburgring né con la Porsche 919 che ha portato alla vittoria alla 24 Ore di Le Mans assieme a Nico Hulkenberg e Earl Bamber. Quando, alle 17 ore locali (le nostre 24), i suoi colleghi scatteranno per una corsa che si annuncia fondamentale per le sorti del WEC-in tutte le categorie- Nick sarà probabilmente sotto la doccia. Poche ore prima, infatti, sarà impegnato sempre ad Austin nella corsa di contorno al volante della fidata Porsche RSR con la quale partecipa alla serie Tudor statunitense. D'altronde il suo impegno americano era la priorità all'inizio di una stagione che per l'ancora trentenne, compirà gli anni il 5 novembre, pilota britannico sta diventando trionfale, forse la più bella della sua carriera. Simpatico, disponibile, allegro, Tandy anche quando non è impegnato direttamente con la Porsche è una presenza fissa nell'hospitality della Casa tedesca e non è un segreto che anche nel 2016 sarà uno dei titolari dello squadrone di Weissach. Con quale vettura non si sa.

"L'unica cosa che posso dire con certezza è che resterò pilota della Porsche. Inizierò l'anno prendendo parte alla 24 Ore di Daytona con la GT e sicuramente correrò con la 919 alla 24 Ore di Le Mans". E glissa sulle voci che lo vorrebbero ancora più presente nel programma LMP1, dove in questa stagione oltre a Le Mans, ha gareggiato alla 6 Ore di Spa-Francorhamps, nella quale era rimasto coinvolto nelle fasi iniziali della corsa in un contatto a Fagnes con la Porsche 991 ufficiale di Kevin Estre.

Personaggi come Tandy sono rari nel mondo dell'automobilismo moderno. La sua adattabilità a qualsiasi tipo di vettura è rinomata ed è forse per questo che la Porsche non si è lasciata sfuggire l'occasione di servirsi del pilota britannico. Il quale, senza alcun apparente problema, salta da una tipologia di vettura all'altra. Virtù rara di questi tempi.

"No, ti smentisco. L'approccio tra una categoria e l'altra è molto simile. Faccio un esempio:la RSR GTE o il modello che corre nella serie Tudor e la Porsche 919 hanno differenze abissali nella concezioni e nell'estetica.Anche le prestazioni sono molto diverse.E allora uno è portato a pensare che un pilota che guida una GT non può certo andare bene con un prototipo, perché questo è di gran lunga più veloce. Sai cosa ti dico? È una visione del tutto sbagliata. Se tu sei un buon pilota di GT lo sarai anche in LMP1 e in tutte le altre classi. Il segreto è avere l'esperienza e il sapere carpire le informazioni su come riuscire a ottenere il massimo delle prestazioni. Tanto alla fine i problemi da risolvere sono sempre gli stessi: bisogna lavorare pensando all'aerodinamica e ai trasferimenti di carico. Prendiamo la Porsche 919 con la quale ho vinto Le Mans. Nei curvoni veloci ha un comportamento molto simile a quello di una monoposto così sei costretto a utilizzare il grip aerodinamico per non farla scomporre e mantenerla nella traiettoria ideale. Il discorso cambia quando invece si affrontano le curve lente. Allora ti accorgi che la vettura ha un peso significativo che la rende simile a una GT. E in questo caso lavori sul trasferimento di carico. Dai retta a me:il buon pilota sfrutta le potenzialità di entrambe".

Ti ha aiutato l'esperienza nel mondo delle monoposto, Formula Ford-ndr.è stato vincitore del Festival nel 2007- e poi Formula Palmer e Formula 3, per diventare pilota universale?
"Non come potrebbe apparire. Anche qui parliamo con un esempio. Tu conosci René Rast. A quanto ne so di esperienza con le formula non ne ha, se non quando muoveva i primi passi con la Formula BMW. Ebbene è uno dei piloti in assoluto più veloci al mondo tra le LMP1 perché è...un grande pilota. Può guidare con la stessa facilità una Porsche GT3 Supercup, un'Audi R8 GT come la R18 LMP1. E credo che potrebbe fornire lo stesso livello di prestazioni anche in Formula 1, dove probabilmente avrebbe soltanto bisogno di un periodo di apprendistato per comprendere alcune specifiche proprie di quelle vetture. Ma alla fine andrebbe forte. Mi spiego meglio: cambiano le discipline ma dal punto di vista del pilota i problemi da risolvere restano gli stessi in tutte le categorie: sterzare a destra o a sinistra, accelerare, frenare, cambiare. Più ti abitui a pilotare il maggior numero di vetture e più sei in grado di andare forte sempre. Questo significa essere professionisti".

Per i tuoi rivali quanto è difficile confrontarsi con un vincitore della 24 Ore di Le Mans?
"Ah ah. Lo spero proprio. Scherzi a parte quando sono entrato nel mondo del professionismo e quindi ero alle prime armi dovevo confrontarmi con piloti del calibro di Timo Bernhard o Marc Lieb. Li guardavo, li osservavo, cercavo di capire cosa facessero in determinate situazioni e avevo un grande rispetto nei loro confronti. A livello psicologico confrontarsi con gente che reputi se non migliore ma dal curriculum solido e importante è uno stimolo per migliorarsi in continuazione"

Al Nurburgring il vederti guidare l'Oreca LMP2 che hai portato sia alla conquista della pole position sia alla vittoria era uno spettacolo. Pensi che Howson, Bradley e Nicolas Lapierre, che ti sostituirà come accaduto a Le Mans, siano i favoriti per la corsa di sabato notte?
"Il livello della LMP2 si è ulteriormente alzato rispetto all'inizio del campionato e sicuramente ci sarà una bella lotta anche in prospettiva di punti iridati. Io posso dire che l'Oreca che ho guidato al Nurburgring era molto differente da quella che avevamo portato al debutto a Silverstone. E non era detto che questo fosse sicuro, perché un conto è girare su piste veloci come Le Mans, dove hanno vinto, un altro al Nurburgring che ha caratteristiche molto diverse e dove conta l'appoggio aerodinamico, la trazione e l'inserimento. Penso che la vettura sarà molto competitiva anche ad Austin e che loro siano i favoriti".

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