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Un mondiale rovesciato

Dal Ring cambiano le gerarchie del WEC: Porsche avanti e Audi forse al culmine dello sviluppo

Podio: vincitori Timo Bernhard, Mark Webber, Brendon Hartley, Porsche Team, secondo posto Romain Dum

Foto di: XPB Images

Overall podio: terzo posto #7 Audi Sport Team Joest Audi R18 e-tron quattro: Marcel Fässler, Andre L
Il vincitore della gara Mark Webber, Porsche Team
Il vincitore della gara Mark Webber, Porsche Team con il compagno di squadra Timo Bernhard
Il vincitore della gara Mark Webber, Porsche Team con il compagno di squadra Timo Bernhard
Lucas di Grassi, Loic Duval, Oliver Jarvis, Audi Sport Team Joest
Sessione Autografi
Oliver Jarvis, Audi Sport Team Joest
Sessione Autografi
Legende Audi Tom Kristensen, Frank Biela, Emanuele Pirro
Sessione Autografi
#8 Audi Sport Team Joest Audi R18 e-tron quattro
Lucas di Grassi, Audi Sport Team Joest

Bisogna essere sinceri: nessuno si attendeva uno strapotere assoluto come quello che la Porsche ha mostrato alla 6 Ore del Nurburgring. Si sapeva che a Weissach avrebbero ripetuto le mosse dell'anno passato quando, dopo la 24 Ore di Le Mans, era stato introdotto un nuovo pacchetto aerodinamico-e non solo- adattabile alle corse successive. Quanto la nuova conformazione fosse efficace lo avevano dimostrato sia i volti sorridenti dei piloti sia le sessioni di prove libere, dove le 919 Hybrid inanellavano giri con grande regolarità, dando sempre l'impressione di essere fluide nella guida, meno nervose, più gentili nello sfuttamento delle gomme che nel recente passato.

 Il problema del Nurburgring non è stata la forza delle Porsche quanto la debolezza delle Audi. Mai, in questa stagione, le due R18 e tron Quattro si erano trovate così indietro nelle prestazioni in gara. Nemmeno a Le Mans, dove avevano subìto una sconfitta si,ma molto onorevole, dopo avere impegnato le rivali di Weissach per almeno 12 delle 24 ore di corsa. In terra tedesca, invece, le Audi non sono mai state realmente in lotta per il primo posto. Né all'inizio di corsa, né dopo. Hanno insidiato le vettura vincitrice nella primissima ora ma solo perché il musetto della 919 numero 17 era rimasto danneggiato. E quando si sono ritrovate per le penalizzazioni subìte dall'esemplare di Jani-Lieb-Dumas al secondo e al terzo posto si sono fatte rimontare ben 37" in poco tempo.

Qualcosa quindi non ha funzionato. André Lotterer che non solo è il pilota più veloce di Ingolstadt ma anche un ragazzo intelligente non ha nascosto la propria preoccupazione. Anche perché nel dopo corsa non sembrava chiaro cosa avesse causato la mancanza di prestazioni assolute della vettura di punta, più lenta dell'esemplare guidato, questa volta ottimamente, da un Di Grassi in grande spolvero e alla fine quarto per la ragion di stato che doveva favorire chi come il trio Lotterer-Faessler e Treluyer aveva bisogno di punti per mantenere il vantaggio nel campionato riservato ai piloti.

L'impressione è che dopo Le Mans, l'Audi abbia semplicemente lavorato non peggio della Porsche ma si sia trovata nell'impossibilità di apportare ulteriori miglioramenti a un progetto già estremo e tirato al limite all'inizio della stagione. Le prossime corse, ad iniziare da quella di Austin del 19 settembre daranno le risposte.

Intanto la Porsche, forte del punteggio << maggiorato >> di Le Mans e del secco uno-due del Ring, si è portata a 184 punti in classifica iridata contro i 151 della rivale. Lo svantaggio dell'Audi sulla carta è ampiamente recuperabile ma nella realtà, considerando che la Toyota è fuori dai giochi e soprattutto non riesce mai a calarsi nel ruolo di terzo incomodo, potrebbe già essere una montagna ripida da scalare se anche in terra statunitense le R18 e tron Quattro accuseranno lo stesso gap prestazionale.

E anche qui ha ragione Lotterer quando dice che le 919 Hybrid già partono con il potenziale dello sfruttamento di più mj. Se a questo si uniscono la grande down force aerodinamica e la gentilezza meccanica mostrate al Nurburgring per Ingolstadt le prospettive diventano tutt'altro che rosee. Il tempo a disposizione per recuperare è strettissimo. Spetta ai tecnici guidati dall'esperienza e dalla professionalità dello staff diretto da Chris Reinke trovare le soluzioni per cancellare il brutto week end tedesco.

Quanto alla Porsche c'è poco da aggiungere:escluso il difetto al sensore che controlla le informazioni sul flusso istantaneo di carburante che ha causato il minuto e trentacinque di penalizzazione a Jani-Lieb-Dumas, il team capoclassifica del mondiale ha vissuto al Nurburgring una giornata da rammentare. La doppietta nella classifica assoluta, seguita da quella ottenuta in GTE PRO, dove però la seconda 991 RSR è stata graziata con una penalizzazione ridicola e tardiva comminata a Makowiecki-Pilet per l'assurda manovra fatta ai danni di Calado in regime di bandiere gialle sull'intero percorso, è un capitale che non va sprecato. Come dice Neel Jani, il più veloce  della compagnia, delle debacle dell'Audi non c'è mai da fidarsi. È anche questo rispetto reciproco tra rivali che riconoscono la forza e la competenza dell'avversario a rendere il WEC una serie speciale. Al Nurburgring i 62.000 spettatori accorsi per la quarta gara della serie lo hanno capito.

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