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In GTE non si cambia mai: vecchi veleni e molte polemiche

Il divario di prestazioni che ha diviso Ford GT e Porsche RSR da tutte le altre contendenti ha scatenato la solita ridda di sospetti e contestazioni. Nel mirino come sempre ci sono il BoP e la delibera delle gomme specifiche per le vetture

#66 Ford Chip Ganassi Racing Ford GT: Stefan Mücke, Olivier Pla, Billy Johnson

#66 Ford Chip Ganassi Racing Ford GT: Stefan Mücke, Olivier Pla, Billy Johnson

JEP / Motorsport Images

#66 Ford Chip Ganassi Racing Ford GT: Stefan Mücke, Olivier Pla, Billy Johnson
#66 Chip Ganassi Racing Ford GT, GTLM: Dirk Müller, Joey Hand
#66 Ford Chip Ganassi Racing Ford GT: Stefan Mücke, Olivier Pla, Billy Johnson
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Podio LMGTE Pro: al terzo posto #71 AF Corse Ferrari 488 GTE EVO: Davide Rigon, Sam Bird
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#51 AF Corse Ferrari 488 GTE EVO: Alessandro Pier Guidi, James Calado, #71 AF Corse Ferrari 488 GTE EVO: Davide Rigon, Sam Bird
#51 AF Corse Ferrari 488 GTE EVO: Alessandro Pier Guidi, James Calado, Qualifying
#51 AF Corse Ferrari 488 GTE EVO: Alessandro Pier Guidi, James Calado

Nel GTE del WEC è partita la caccia a Ford e Porsche.Troppo grande, secondo i rivali, la differenza di prestazioni tra le due e tutte le altre contendenti in campo. Abissale il gap nelle qualifiche, il che ci può anche stare. Netto quello nell’arco delle 6 Ore.

Talmente grande da avere impedito, pur in presenza di molte safety car, qualsiasi contromossa da parte degli avversari. Sotto quest’ottica deve essere inquadrato il terzo posto della Ferrari di Davide Rigon-Sam Bird, terza sì ma in realtà lontanissima dai dominatori della corsa.

Insomma il mondo delle GT da copione alla conclusione della prima prova del WEC è diviso tra chi pensa che tutto vada bene così e chi invece vorrebbe un ripensamento da parte della FIA e dell'ACO sulle regole che hanno assegnato il BoP di questo inizio di stagione.

A stupire più che le prestazioni della Porsche RSR, leggerissima rispetto agli altri, è stata la Ford GT. Dove hanno trovato le vetture americane quegli oltre due secondi sulle prestazioni europee del 2017- in Imsa i valori sono differenti - pur non avendo ricevuto aggiornamenti? Il BoP non è cambiato in modo drastico rispetto al finale di stagione dell’anno passato, al di là dei 10kg in più sui tanti già avuti dalle Ferrari.

Nell’ambiente si stanno insinuando sospetti e in modo non troppo velato qualcuno fa notare che l’incredibile escalation di prestazioni da parte delle Ford e delle Porsche abbia un motivo nella scelta della Michelin di concedere alle due Case più tempo rispetto alle altre nel deliberare i pneumatici del campionato.

Per il momento l'azienda francese, già scossa dalla multa ricevuta dalla FIA per non essere riuscita a produrre la fornitura di gomme prevista per le LMP1 in tempo debito, è rimasta in silenzio ma nel mese di preparazione alla 24 Ore di Le Mans sono previste novità.

A questo va aggiunta la tradizionale strategia pre classicissima: c’è chi cela le reali prestazioni per poi piazzare la zampata vincente - fu così con le Ford e le Vantage nelle ultime due edizioni - sperando, alla luce dell'infelice risultato, di trovarsi in terra francese con un BoP specifico a proprio favore.

Thiim minimizza: ” Non credo che tutto dipenda dal BoP”

Il clima è battagliero: Ferrari e BMW sono sul piede di guerra; Aston Martin tiene un profilo basso - o sornione -, lo stesso che Nicki Thiim mostrava alla conclusione dell’infelice trasferta belga...

“Non penso che la nostra prestazione dipenda dal BoP. In curva la nuova Vantage è andata bene; è sul fronte della velocità massima che siamo molto indietro. Lentissimi; quindi anche noi potremmo avere sbagliato qualche valutazione di set up".

"La nostra è una vettura al debutto in corsa, ancora in fase di sperimentazione. Per Le Mans ho fiducia in un netto miglioramento e quanto al BoP dico che bisogna attendere l’evoluzione della stagione. A noi di sicuro serve velocità per competere su piste come queste”.

Porsche e Ford sono scese di 3” dai tempi 2017

L’analisi dei dati sembra già una sentenza: Porsche e Ford sono di un pianeta a parte. Nel 2017 la migliore Ford GT in qualifica aveva girato in 2’15”402. Quest’anno in 2’12”420. L’anno passato le ancora acerbe Porsche RSR non avevano entusiasmato: 2’16”826 per il migliore di allora, Richard Lietz. Venerdi scorso l’austriaco è sceso a 2’13”004 e il suo compagno Gimmi Bruni a 2’13”065.

La Ferrari 488 è stata evoluta rispetto al 2017. Allora Pier Guidi partì dalla pole con 2’14”938; quest’anno Calado è sceso a 2’14”383, 6 decimi in meno ma nulla a confronto del miglioramento altrui. La nuova Vantage non è andata oltre 2’15”757; la BMW M8 di Blomqvist ha segnato un buon 2’13”683.

La gara ha confermato le prestazioni delle prove

La 6 Ore ha mantenuto intatto il divario tra le vetture visto in qualifica. Porsche e Ford hanno piazzato i giri più veloci con grande facilità: al 28.giro Bruni ha ottenuto il migliore in assoluto con 2’15”667 e sotto la barriera dei 2’16” sono andati anche Tincknell, che ha piazzato 2’15”795 al 6.giro, Estre e Mucke.

Il primo degli “altri” è Calado con 2’16”817 e ancora più indietro bisogna andare per trovare la M8 di Felix Da Costa, 2’17”120 battuta persino dalla Porsche RSR di Matteo Cairoli che tra tutti i piloti della GTE AM è stato il più veloce sia in qualifica sia in corsa. La migliore Aston Martin è quella di Alex Lynn, 2’17”988, un tempo superiore alle Vantage di vecchia generazione di Alers-Hankey, di Lamy e Eastwood, più rapidi di 3 decimi e tutti schierati in GTE AM.

Impossibile reggere il ritmo di Ford e Porsche

Senza safety car in azione i distacchi sarebbero stati abissali: dopo le prime due ore Porsche e Ford avevano un vantaggio sulla Ferrari di Pier Guidi-Calado di15” dovuto all’incidente all’Eau Rouge di Tincknell. Alla 4.Ora Lietz-Bruni, che dovevano ancora fermarsi per il pit stop, conducevano di un giro-finto per via appunto dei pit stop - sulla Ford poi vincitrice e  sulla seconda Porsche di Estre -Christensen che pur pagando una penalizzazione per uscita dalla pit lane irregolare manteneva comodamente 12”939 sul duo campione del mondo.

Per la cronaca Christensen-Estre subivano un distacco da Mucke-Johnson-Pla di 23”. Quindi la distanza della Ferrari 488 rispetto ai secondi era di 36” e superiore ai 40” da Bruni-Lietz. Alla 5. Ora la Ferrari era a 24” dai leader, già in crisi con le gomme, ma impossibilitata a contendere la piazza d’onore alla seconda Porsche e alla Ford che infatti ha vinto con un giro di vantaggio su Rigon-Bird e 13”931 su Christensen-Estre, la cui RSR era penalizzata nell’aerodinamica anche dal profondo foro presente sul frontale dovuto all’impatto con un pezzo della Ford andata contro le barriere all’Eau Rouge.

Per concludere anche i dati sulle velocità indicano come non ci sia stata storia: Ford GT e Porsche sul dritto del Kemmel toccavano i 274kmh all’ora, 274,3 nelle libere per Kanaan e 272,9 per Estre.

Le BMW in corsa hanno raggiunto i 270.9 km/h con Catsburg mentre sempre in gara Bird, con la Ferrari, non ha superato i 266,9, 1 km/h in meno di quanto fatto da Calado nelle prove libere. Stessi valori ferraristi anche per le Vantage, più lente delle consorelle di generazione precedente schierate in GTEAM.

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