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WEC | Ferrari: podio in rimontissima dopo un sacrificio al via

I piloti delle 499P hanno preferito non rischiare e montare gomme da bagnato in partenza nonostante l'assetto da asciutto, che nel finale ha infatti pagato. Peccato per le Safety Car, ma le Toyota erano comunque superiori e si guarda avanti con grande ottimismo.

#51 Ferrari AF Corse Ferrari 499P: Alessandro Pier Guidi, James Calado, Antonio Giovinazzi

Foto di: Eric Le Galliot

La Ferrari è già a quota tre podi in questa stagione 2023 del FIA World Endurance Championship e alla 6h di Spa-Francorchamps solo i famigerati track-limits le hanno negato anche una possibile seconda Pole Position.

L'esordio della 499P tra le Hypercar della massima serie di gare di durata continua a regalare bei risultati e spunti di discussione, ma soprattutto lezioni che gli uomini di Maranello stanno imparando sempre di più nella gestione delle situazioni.

E quelle sulle Ardenne erano tipiche... da Ardenne! Previsioni meteo che minacciavano pioggia, salvo poi ritrovarsi con pista asciutta, ma cielo plumbeo e qualche goccia a scendere prima del via della corsa di sabato, dove se ne sono viste di tutti i colori.

Prima le Rosse gestite da AF Corse a prendere il comando sfruttando le Michelin da bagnato, salvo poi crollare dopo mezz'ora lasciando via libera alle Toyota di fuggire via indisturbate, mentre la strategia incrociata pensata da lì in avanti vedeva le 499P soffrire nel mandare in temperatura i pneumatici, per poi trovare pian piano un ritmo sempre più rapido e competitivo.

#7 Toyota Gazoo Racing Toyota GR010 - Hybrid: Mike Conway, Kamui Kobayashi, Jose Maria Lopez

#7 Toyota Gazoo Racing Toyota GR010 - Hybrid: Mike Conway, Kamui Kobayashi, Jose Maria Lopez

Photo by: Paul Foster

"E' stata una gara che ci ha dato sensazioni miste. Abbiamo provato a preparare la vettura basandoci sulle previsioni meteo che avevamo a disposizione. E' stato scelto un set-up maggiormente da asciutto, che per Spa è sempre una scommessa, soprattutto quando devi ragionare su 6 ore", ha spiegato nel post-gara Giuliano Salvi, Responsabile delle Operazioni in pista di Ferrari, ai microfoni dei giornalisti fra cui Motorsport.com.

"Il via sicuramente ci ha messi un po' in difficoltà, per cui abbiamo cercato di concentrarci sul fare bene il nostro lavoro. La consistenza sull'asciutto ha pagato, ma in partenza il problema è stato l'umido e si è visto".

Si è visto, ma in quel momento i casi erano due: o si provava a copiare Toyota, consapevoli della loro superiorità a parità di condizioni, oppure si cercava di diversificare la strategia puntando a qualcosa di diverso e sperando di avere qualche episodio favorevole.

In quest'ultimo caso in realtà non è stato così: le Safety Car non hanno aiutato perché ogni volta che c'era una neutralizzazione, la sosta finiva per essere posticipata, se non addirittura raddoppiata come nel caso della #51, chiamata ai box per sostituire una gomma col cerchio rotto proprio mentre veniva decretato il Full Course Yellow, con pit-lane chiusa che impediva ai meccanici ulteriori interventi se non quello di emergenza legato alla ruota.

#51 Ferrari AF Corse Ferrari 499P - Hybrid: Alessandro Pier Guidi, James Calado, Antonio Giovinazzi, #50 Ferrari AF Corse Ferrari 499P - Hybrid: Antonio Fuoco, Miguel Molina, Nicklas Nielsen

#51 Ferrari AF Corse Ferrari 499P - Hybrid: Alessandro Pier Guidi, James Calado, Antonio Giovinazzi, #50 Ferrari AF Corse Ferrari 499P - Hybrid: Antonio Fuoco, Miguel Molina, Nicklas Nielsen

Photo by: Paul Foster

Ma Salvi ha anche tenuto a sottolineare che ogni decisione è stata condivisa con gli equipaggi, ossia Miguel Molina/Antonio Fuoco/Nicklas Nielsen (#50) e Antonio Giovinazzi/Alessandro Pier Guidi/James Calado (#51).

"Al via anche i piloti hanno preferito stare sul sicuro e montare le gomme da bagnato, pur sapendo che l'assetto era da asciutto. Con condizioni mutevoli sarebbe stato molto difficile e non potevamo prenderci dei rischi, ma era preferibile sopravvivere e provare poi a rimontare".

"Forse la condizione di umido è durata un pelo di più rispetto a quello che ci aspettavamo, ma Spa sappiamo che non va sottovalutata e spesso cambia tutto in modo repentino, per cui era meglio rimanere sul sicuro e non rischiare di andare a sbattere".

"Bisogna sempre cercare un compromesso e avevamo scelto un set-up che fosse più adatto ad una situazione come quella che si è presentata nell'ultima parte di gara. Forse la condizione di umido è durata un pelo di più rispetto a quello che ci aspettavamo, ma Spa sappiamo che non va sottovalutata e spesso cambia tutto in modo repentino, per cui era meglio rimanere sul sicuro e non rischiare di andare a sbattere".

Safety car

Safety car

Photo by: JEP / Motorsport Images

Come dicevamo prima, anche le Safety Car e FCY non hanno aiutato per niente. La prima è entrata quasi subito per l'insabbiamento di Claudio Schiavoni con la Porsche di Iron Lynx, allungando di fatto lo stint con le gomme da bagnato, poi l'incidente che nel finale ha messo fuori gioco la #50 di Fuoco si è rivelato danno-beffa perché in quel momento Pier Guidi stava per entrare e dare la #51 a Calado, ritrovandosi invece la corsia box chiusa e dietro al trenino con la sosta da effettuare solo alla ripartenza.

"Per noi ogni Safety Car è stata abbastanza negativa perché nel momento in cui stai cercando di recuperare, e ci stai riuscendo, la neutralizzazione ha mandato a monte la strategia. Per esempio, la #51 alla fine stava per fermarsi ed è stata fregata dall'ingresso della SC".

"Alla fine ha influito sulle prestazioni pure dell'auto, tutti i parametri stavano andando nella giusta direzione, cercando di incrociare le strategie per risalire rispetto agli altri. Purtroppo SC e FCY hanno inciso sulle gomme, sono state situazioni sfortunate, ma fanno parte del gioco. Diciamo che ci hanno complicato un po' la vita alla fine".

Nel finale Calado si è reso assoluto protagonista di una rimonta incredibile, culminata col sorpasso ai danni della Porsche #5 di Fred Makowiecki per portarsi a casa il primo podio stagionale personale e il terzo di fila per una 499P.

"A fine gara c'era più aderenza e il passo rispetto alla Porsche era decisamente migliore, dato che loro hanno sofferto il degrado delle gomme, mentre noi siamo riusciti a gestire meglio le posteriori, fattore chiave in una situazione del genere. Noi eravamo a posto, ma è vero anche che la 963 era in crisi totale".

#50 Ferrari AF Corse Ferrari 499P: Antonio Fuoco, Miguel Molina, Nicklas Nielsen

#50 Ferrari AF Corse Ferrari 499P: Antonio Fuoco, Miguel Molina, Nicklas Nielsen

Photo by: JEP / Motorsport Images

E qui è venuto naturale pensare che se la Ferrari avesse azzardato le gomme dure fin dal via, probabilmente ora avrebbe messo in archivio una corsa diversa, forse con qualche pressioni in più sulle Toyota, magari evitando anche le soste in più per risolvere i danni provocati da episodi e contatti.

Ma Salvi tiene a precisare che l'obiettivo primario era non avere problemi e portare a casa entrambe le vetture, dato che le GR010 sono ancora troppo forti.

"Quella di montare le gomme da pioggia al via è stata una scelta nostra basata sulle informazioni che avevamo, per cui non c'è nulla da recriminare. La Toyota rimane l'auto di riferimento e lo si è visto anche alla fine, dove chiaramente stavano gestendo".

"La prima sosta d'emergenza è stata fatta per una foratura lenta, ci siamo accorti che la gomma perdeva pressione lentamente seppur dai piloti non fosse giunta alcuna segnalazione di contatti particolari. Quando è rientrata abbiamo notato il cerchio rotto, ma nessuno ci aveva detto di collisioni, incidenti o altro".

"Non credo che questo abbia influito sul risultato perché le Toyota sono comunque il riferimento, ma per noi è importante riuscire a mettere tutto assieme e imparare le varie condizioni che si presentano su piste diverse. Eravamo venuti a Spa tempo addietro solo per un test, nel quale fra l'altro pioveva, mentre in questo weekend abbiamo trovato per la prima volta una pista completamente asciutta nelle Libere".

"Non avevamo alcune informazioni su come si sarebbe comportata la vettura così, per cui abbiamo dovuto scoprirlo come se fosse un test, ma tenendo anche conto che le condizioni sarebbero potute cambiare e quindi dovendo stare pronti ad adeguarci".

#7 Toyota Gazoo Racing Toyota GR010 - Hybrid: Mike Conway, Kamui Kobayashi, Jose Maria Lopez, #8 Toyota Gazoo Racing Toyota GR010 - Hybrid: Sebastien Buemi, Brendon Hartley, Ryo Hirakawa, #51 Ferrari AF Corse Ferrari 499P: Alessandro Pier Guidi, James Calado, Antonio Giovinazzi

#7 Toyota Gazoo Racing Toyota GR010 - Hybrid: Mike Conway, Kamui Kobayashi, Jose Maria Lopez, #8 Toyota Gazoo Racing Toyota GR010 - Hybrid: Sebastien Buemi, Brendon Hartley, Ryo Hirakawa, #51 Ferrari AF Corse Ferrari 499P: Alessandro Pier Guidi, James Calado, Antonio Giovinazzi

Photo by: JEP / Motorsport Images

In tanti hanno sognato una Ferrari vincente al rientro dopo 50 anni di assenza dai prototipi, ma i tre podi di fila e la Pole di Sebring (più la 'mezza' di Spa, volendo) stanno cominciando a dare consapevolezza che il progetto 499P è valido e con la necessità di essere svezzato.

"Qual è la cosa più importante imparata in queste tre gare? La gestione delle gomme. E' sicuramente la questione principale perché quando svolgi i test da solo è tutto diverso. Come ho detto più volte, la vettura è scesa in pista per la prima volta il 6 luglio e una LMH è molto complicata. La prima cosa che contava era trovare l'affidabilità e credo che da questo punto di vista siamo a posto".

"Non ci siamo mai ritirati per problemi meccanici o altro, grazie al fatto che ci siamo concentrati molto su questo aspetto. Dopo di che siamo riusciti a fare solo un paio di test durante l'inverno che non sono stati realmente rappresentativi, per cui ogni gara per noi è un test che ci aiuta a capire come gestire le gomme".

"Credo che da questo punto di vista ci sia tanto potenziale da poter sfruttare, a Sebring abbiamo iniziato a scoprire tante cose con i nostri rivali in pista assieme per la prima volta".

#51 Ferrari AF Corse Ferrari 499P: Alessandro Pier Guidi, James Calado, Antonio Giovinazzi

#51 Ferrari AF Corse Ferrari 499P: Alessandro Pier Guidi, James Calado, Antonio Giovinazzi

Photo by: JEP / Motorsport Images

Anche Ferdinando Cannizzo, Responsabile del Programma Endurance, è sulla stessa linea: "Una gara a due ‘facce’ per noi, che ci lascia un po’ di amaro in bocca per il risultato finale, considerati gli ottimi riscontri sulle prestazioni delle vetture. La corsa è stata condizionata dalla nostra scelta iniziale di partire con un approccio conservativo, con le gomme da pioggia e dagli eventi in gara, che ci hanno penalizzati in diverse occasioni".

"La squadra, tuttavia, non ha perso la concentrazione, cercando di guadagnare una posizione dopo l’altra. Aver raggiunto il podio dimostra che stiamo facendo notevoli passi in avanti nella comprensione della vettura e nell’ottimizzazione delle prestazioni".

Certamente dispiace per non aver raccolto punti con la #50. Lasciamo Spa con insegnamenti utili per il futuro: da domani riprenderemo a lavorare per preparare la gara più importante e difficile della stagione”.

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