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Hartley: "Ci mancava un set di gomme e per il titolo bastava gestire"

La corsa dei neo campioni del mondo è stata compromessa fin dalle qualifiche, quando la 919 è finita in testacoda costringendo il team a usare un treno in più. Incontenibile la gioia di Earl Bamber, al primo mondiale in carriera.

Podio: al secondo posto Timo Bernhard, Earl Bamber, Brendon Hartley, Porsche Team

Podio: al secondo posto Timo Bernhard, Earl Bamber, Brendon Hartley, Porsche Team

JEP / Motorsport Images

#2 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Timo Bernhard, Earl Bamber, Brendon Hartley
#1 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Neel Jani, Andre Lotterer, Nick Tandy
Earl Bamber, Porsche Team
#2 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Timo Bernhard, Earl Bamber, Brendon Hartley
Podio: il secondo classificato Earl Bamber, Porsche Team festeggia con lo champagne
#2 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Timo Bernhard, Earl Bamber, Brendon Hartley
#2 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Timo Bernhard, Earl Bamber, Brendon Hartley
#2 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Timo Bernhard, Earl Bamber, Brendon Hartley

Brendon Hartley e Timo Bernhard sono al loro secondo campionato del mondo piloti endurance. Assieme a Mark Webber avevano conquistato il titolo nel 2015. Earl Bamber invece è il novellino del gruppo, inserito stabilmente nel programma LMP1 Porsche da questa stagione nonostante la bellissima affermazione alla 24 Ore di Le Mans del 2015 in coppia con Nick Tandy e con Nico Hulkenberg.

Arrivati a Shanghai con un bagaglio di punti quasi irraggiungibile dai rivali Buemi e Nakajima i tre hanno però faticato e non poco nel corso del week end. Sia per le prestazioni in chiaroscuro della 919 Hybrid nei confronti delle Toyota TS050 sia perché la loro corsa è iniziata subito in salita.

"Il problema della gara di oggi - ha detto Brendon Hartley - è che abbiamo gareggiato con un handicap. Infatti nelle qualifiche abbiamo dovuto utilizzare un set di gomme in più e questo ci ha costretto a una gara molto differente da quella che avremmo voluto fare. Sono salito in vettura dopo Earl e ho guidato per 76 giri. Fin dall'inizio ho accusato perdita di carico aerodinamico, ragion per cui tutta la prima parte della mia corsa è stata parecchio difficile. Al mio pit stop abbiamo cambiato il musetto e la situazione è  migliorata ma anche a causa della mancanza di gomme fresche a disposizione non si poteva fare di più. Per me è stato un anno fondamentale. Ho vinto per la seconda volta il campionato del mondo, la mia prima Le Mans, ho debuttato in Formula 1. Nelle ultime settimane non ho avuto un minuto libero ma ammetto che aver condiviso questo momento così importante con Timo e Earl resterà ben impresso per sempre nella mia vita".

Timo Bernhard, il più anziano del trio, prodotto della filiera Porsche dagli ormai lontani Anni 2000, non riusciva a fine gara a trovare le parole per esprimere la sua gioia: "Difficile spiegare ora la sensazione che provo per questo secondo titolo mondiale. Forse è stato più semplice effettuare il mio stint. Brendon mi ha consegnato la vettura in terza posizione e questo era l'obiettivo da centrare per chiudere i giochi qui in Cina. Avrei potuto spingere di più ma sarebbe stato del tutto inutile sia perché contro le Toyota oggi c'era ben poco da fare, sia perché ho preferito girare su un passo tranquillo per non compromettere il tutto. Le gare endurance si vincono così, sapendo quando è il momento giusto per attaccare e quello per gestire".

"Campione del mondo! Che effetto fa sentirselo dire - ha commentato Earl Bamber - ancora non riesco a crederci. Pensare che ho vinto il mio primo titolo con Porsche nel 2013 e da allora sono trascorsi soltanto quattro anni. Oggi mi vengono in mente tante cose come quando guardavo gli altri e pensavo che non sarei mai arrivato a questi livelli. La gara è stata strana: sono partito molto bene e avevo l'incombenza di compiere un doppio stint. Ma ho compreso subito che non eravamo con la mescola giusta di gomme per cui ho cercato di gestire i pneumatici nel miglior modo possibile. Le gomme andavano bene, anche il loro consumo non dava problemi. Solo che ci mancava un set nuovo rispetto ai nostri compagni e le prestazioni della 919 oggi non erano all'altezza delle Toyota. Sono onorato di essere un pilota Porsche e di rappresentare un marchio così importante".

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