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Una Ferrari in formato iridato in GTE-Pro

La vittoria di Pier Guidi-Calado proietta l'AF Corse al comando della serie iridata costruttori GT. Il BoP automatico ha rallentato la Ford ma l'Aston Martin non è riuscita a sfruttare l'occasione. Parziale delusione per le RSR

#51 AF Corse Ferrari 488 GTE: James Calado, Alessandro Pier Guidi

#51 AF Corse Ferrari 488 GTE: James Calado, Alessandro Pier Guidi

JEP / Motorsport Images

Podio LMGTE Pro: al primo posto James Calado, Alessandro Pier Guidi, AF Corse
#51 AF Corse Ferrari 488 GTE: James Calado, Alessandro Pier Guidi
#51 AF Corse Ferrari 488 GTE: James Calado, Alessandro Pier Guidi
#51 AF Corse Ferrari 488 GTE: James Calado, Alessandro Pier Guidi
#51 AF Corse Ferrari 488 GTE: James Calado, Alessandro Pier Guidi
#91 Porsche Team Porsche 911 RSR: Richard Lietz, Frédéric Makowiecki
#91 Porsche Team Porsche 911 RSR: Richard Lietz, Frédéric Makowiecki
#67 Ford Chip Ganassi Racing Ford GT: Andy Priaulx, Harry Tincknell
#77 Dempsey Proton Competition Porsche 911 RSR: Christian Ried, Matteo Cairoli, Marvin Dienst
Podio LMGTE Am: al primo posto Christian Ried, Matteo Cairoli, Marvin Dienst, Dempsey Proton Competition

Al Nürburgring la corsa più bella è stata quella che ha coinvolto le GTE PRO e le GTE AM. Le affermazioni della Ferrari 488 di James Calado e Alessandro Pier Guidi da una parte e della Porsche 991 RSR di Matteo Cairoli, Christian Ried e Marvin Dienst sono frutto della capacità dei piloti e delle squadre di ribaltare quelli che erano i pronostici della vigilia. La coppia dell'AF Corse ha compiuto una gara importante. Non si tratta di un'affermazione piovuta dal cielo ma costruita giro dopo giro con grande acume tattico e decisione nei momenti cruciali. Dopo avere sacrificato la prestazione in qualifica, Calado e Pier Guidi hanno marciato con un ritmo indiavolato, costante dall'inizio alla fine. Restando in modo molto intelligente dentro ai duelli che nella prima ora hanno caratterizzato la corsa, ben sette vetture nello spazio di 8", ma senza abusare o cercare manovre impossibili. Quando hanno deciso di infilare gli avversari lo hanno fatto in modo secco e preciso al contrario di altri che anche a causa della foga hanno compromesso l'usura delle gomme, cercando staccate al limite e finendo fuori traiettoria se non di pista.

La 488 vincente sul ritmo e sulla strategia

 Alessandro Pier Guidi e James Calado non sono stati i più veloci in assoluto sul giro secco. Il piemontese, che sta zittendo chi non credeva nelle sue potenzialità, è stato il più rapido della pattuglia del Cavallino con 1'56"822 al 46.passaggio, quasi un secondo più lento di Kevin Estre che  ha girato in 1'55"962 al 30.giro. Calado ha effettuato la sua migliore tornata in 1'56"891 al 71.passaggio. Valori molto simili che sono stati mantenuti per tutto l'arco delle 6 Ore con una regolarità che nessuno dei rivali è riuscita a mantenere. La strategia dell'AF Corse si è rivelata perfetta anche nella gestione delle soste: la 488 numero 51 riusciva sempre ad allungare le soste e a recuperare. La corsa si è decisa sui doppi stint  scanditi dal ritmo mantenuto da Pier Guidi e dal pilota britannico. La concorrenza delle Porsche RSR è stata quindi costretta ad alzare bandiera bianca.

Grazie alla vittoria tedesca la Ferrari è ora al comando a parità di punti,135, con la Ford, nel mondiale costruttori GT. Sarebbe probabilmente da sola se l'esemplare di Rigon e Vilander, ai quali nulla si può rimproverare, non avesse subìto un blocco al cambio che ne ha compromesso la classifica fin dalle battute iniziali. Per quanto riguarda i rivali la Ford ha limitato i danni. Il BoP automatico ha indubbiamente penalizzato le Gt statunitensi perché 20kg in più al Ring si fanno sentire. La mancanza di velocità massima, poi, ha costretto spesso e volentieri i suoi piloti a manovre disperate per superare chi si trovava davanti, con relative perdite di tempo.

La RSR non ha risolto il problema di usura delle gomme

A deludere è stata invece l'Aston Martin Vantage, velocissima sul dritto e molto meno in curva, che non ha sfruttato i miglioramenti derivanti dal BoP. Ma è bene ricordarsi che la prossima corsa sarà in Messico, dove nel 2016 le Vantage umiliarono la concorrenza, arrivando persino a doppiare Ferrari e Ford poco prima di metà corsa. Quanto alla Porsche, le belle RSR continuano a non convincere. Sono forse le più rapide del gruppo a gomma nuova ma quando si tratta di allungare gli stint le cose iniziano a diventare difficili. È per questo motivo che il secondo e il terzo posto di Makowiecki-Lietz e Christensen-Estre non possono rendere soddisfatti, alla luce di un investimento finanziario importante per realizzare una vettura che alla vigilia della stagione era indicata dai più come la favorita della serie iridata. La vera consolazione per la Casa di Weissah proviene dalla prestazione di Matteo Cairoli che ha trascinato i suoi compagni Ried e soprattutto Dienst, fino a ieri poco convincente, alla vittoria tra le GTE AM. Il lombardo in chiara difficoltà di vettura verso la fine ha anche resistito all'imperioso ritorno di Miguel Molina, un altro al quale la sottoclasse delle GT va decisamente stretta.

 

 

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