Ullrich: "La morte di Alboreto è il ricordo più brutto di questi anni"
Wolfgang Ullrich nel giorno della sua ultima conferenza stampa nel WEC non si è dimenticato di parlare del pilota italiano. E ha ricordato con un po'di nostalgia la prima affermazione Audi a Le Mans e l'epopea del motore diesel
Foto di: Audi Communications Motorsport
Per Wolfgang Ullrich quella del Bahrain è stata probabilmente l'ultima conferenza stampa di una carriera gloriosa e non è un caso che il manager tedesco abbia ricevuto un lunghissimo e sentito applauso da parte dei giornalisti presenti. Perché, fuor da retorica, senza Ullrich e senza l'Audi il WEC non sarà più lo stesso e di questo ne sono consci tutti quanti, ad iniziare dai responsabili della Porsche e della Toyota. La presenza del capo del motorsport Audi è servita anche a far ricordare a Ullrich i buoni e i cattivi momenti di 18 anni di presenza nel mondo dell'endurance:
"Indubbiamente la prima vittoria dell'Audi alla 24 Ore di Le Mans è il ricordo positivo al quale sono legato. Resta, almeno per me, qualcosa di speciale. Il secondo è stata l'introduzione vincente di un propulsore diesel nel mondo delle corse. Credo sia stato un momento importante per l'evoluzione tecnologica:attraverso il diesel siamo riusciti in un'impresa che la maggior parte delle persone credeva fosse irrealizzabile".
"Poi c'è il ricordo triste, quello che vorrei cancellare. Riguarda l'incidente mortale di Michele Alboreto. Perché non si è trattato solo della scomparsa di un pilota ma di una persona che per davvero faceva parte della famiglia, un uomo speciale, non sostituibile. La sua perdita ha rappresentato la parte peggiore di questi anni".
A Le Mans non avevamo le potenzialità per vincere
Ullrich ha poi voluto analizzare la stagione 2016:
"Abbiamo perso dove andavamo forte e vinto dove andavamo piano-ndr riferendosi alla rocambolesca affermazione della 6 Ore di Spa-Francorchamps-. Scherzi a parte è stato probabilmente il campionato più duro in assoluto tra quelli degli ultimi anni, dove anche il minimo sbaglio si paga a caro prezzo. Noi eravamo partiti con un progetto tutto nuovo. Prima di Le Mans avevamo una vettura competitiva e pensavamo di poter avere delle chance di vittoria in terra francese. Non è andata così: ci siamo accorti subito che non avevamo la prestazione, il passo gara per vincere. In secondo luogo a Le Mans ci è venuta a mancare l'affidabilità, cosa alquanto inusuale per l'Audi. Dopo però abbiamo compiuto un salto di qualità nell'evoluzione della vettura e credo che nella seconda parte della stagione la R18 sia sempre stata molto competitiva e veloce. Purtroppo abbiamo sprecato parecchie occasioni per vincere. C'è stata anche la componente legata alla sfortuna-ndr leggasi 6 Ore del Nurburgring o 6 Ore di Austin- che si è palesata con l'ingresso delle safety car in pista nel momento per noi peggiore, visto che dobbiamo fermarci sempre prima dei rivali per i rifornimenti. Ma è anche la dimostrazione di quanto sia stato duro ed equilibrato questo campionato: ti basta un piccolo problema, una sosta anticipata, che sei fuori da qualsiasi discorso di vittoria. Una cosa mi ha dato soddisfazione:che ora la R18 è in lizza per conquistare il primo posto ovunque. È incredibile quanto vetture di concezione diversa l'una dall'altra siano in grado di lottare per vincere in ogni corsa. Noi stiamo andando molto bene e saremmo stati ancora più veloci in futuro. Purtroppo non avremo modo di dimostrarlo".
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