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Rebellion: dietro alla favola c'è la professionalità

Il sorprendente terzo posto della LMP1 elvetica stupisce ma dimostra che si possono ottenere risultati importanti anche con poco budget quando le circostanze diventano eccezionali. Il futuro della categoria però è in bilico

#13 Rebellion Racing Rebellion R-One AER: Matheo Tuscher, Dominik Kraihamer, Alexandre Imperatori

Foto di: Vision Sport Agency

#13 Rebellion Racing Rebellion R-One AER: Matheo Tuscher, Dominik Kraihamer, Alexandre Imperatori
#13 Rebellion Racing Rebellion R-One AER: Matheo Tuscher, Dominik Kraihamer, Alexandre Imperatori
Podium LMP1: first place Matheo Tuscher, Dominik Kraihamer, Alexandre Imperatori, Rebellion Racing,
#13 Rebellion Racing Rebellion R-One AER: Matheo Tuscher, Dominik Kraihamer, Alexandre Imperatori
#13 Rebellion Racing Rebellion R-One AER: Matheo Tuscher, Dominik Kraihamer, Alexandre Imperatori
#13 Rebellion Racing Rebellion R-One AER: Matheo Tuscher, Dominik Kraihamer, Alexandre Imperatori
#13 Rebellion Racing Rebellion R-One: Dominik Kraihamer, Daniel Abt, Alexandre Imperatori
#13 Rebellion Racing Rebellion R-One: Dominik Kraihamer, Daniel Abt, Alexandre Imperatori
LMP1 winners Matheo Tuscher, Dominik Kraihamer, Alexandre Imperatori, Rebellion Racing celebrate
#12 Rebellion Racing Rebellion R-One AER: Nicolas Prost, Nick Heidfeld, Nelson Piquet Jr.
#12 Rebellion Racing Rebellion R-One AER: Nicolas Prost, Nick Heidfeld, Nelson Piquet Jr.
#12 Rebellion Racing Rebellion R-One AER: Nicolas Prost, Nick Heidfeld, Nelson Piquet Jr.
#12 Rebellion Racing Rebellion R-One AER: Nicolas Prost, Nick Heidfeld, Nelson Piquet Jr.
#12 Rebellion Racing Rebellion R-One AER: Nicolas Prost, Nick Heidfeld, Nelson Piquet Jr.
#13 Rebellion Racing Rebellion R-One AER: Matheo Tuscher

Terzi a tavolino alla 6 Ore di Silverstone; terzi sul campo alla 6 Ore di Spa-Francorchamps; secondi nella classifica mondiale piloti con 13 punti di distacco dal trio al comando, quello dello squadrone Porsche composto da Marc Lieb, Neel Jani e Romain Dumas. Nemmeno lo scommettitore più incallito avrebbe puntato un euro su un inizio di WEC del genere per Alexandre Imperatori, Dominik Kraihamer e Matheo Tuscher. E nessuno avrebbe mai pensato che la Rebellion sarebbe stata capace di trovare quell'affidabilità necessaria per riuscire a inserirsi nelle posizioni che contano delle classifiche una volta che i guai colpiscono le tre grandi contendenti del mondiale, Porsche, Audi e Toyota.

È anche questo uno degli aspetti che sta facendo del WEC edizione 2016 un campionato pazzo e molto più interessante di quanto si potesse pensare alla vigilia e che sembra dare ragione a chi, soprattutto gli uomini dell'ACO francese, si è prodigato per cercare di inserire anche le LMP1 private, quelle senza sistemi ibridi, all'interno della serie iridata tra lo scetticismo generale. Perché questa è una sorta di sottoclasse spuria, a metà strada tra la LMP2 e la LMP1 autentica, quella dei mostri da 200 milioni di euro a stagione. Così con un budget risibile, di poco superiore a ciò che viene speso per un anno in LMP2, la Rebellion si trova ora nelle condizioni di poter bussare alla porta degli sponsor mostrando una credibilità in fatto di risultati che dovrebbe consentirle di avere qualche carta da giocare in prospettiva futura.

Vivere il momento

Il team svizzero, che poggia su solide basi tecniche e professionali data la lunga militanza nelle settore dei prototipi e che nel corso degli anni si è presentato nel mondo dell'endurance sia tra le GT come Sebah Racing sia tra le sport nel 2009 come Speedy Racing, entrerà nella storia anche perché è il primo ad aver fatto salire su un podio iridato assoluto la Dunlop dopo tanti di assenza. Il momento, quindi, è tutto da vivere con la consapevolezza che i casi eccezionali  di Silverstone e di Spa-Francorchamps ben difficilmente si ripeteranno in futuro, quando i mostri sacri del WEC troveranno l'affidabilità delle loro vetture. Ma è chiaro che l'assenza di guai importanti pone le Rebellion nella condizione di approfittare di ogni passo falso, soprattutto oggi che le prestazioni della R-One mossa dal 6 cilindri biturbo prodotto dalla AER sono più vicine rispetto a quanto accaduto nelle corse dell'anno passato. Sempre velocissima sul dritto per via della propria configurazione aerodinamica molto scarica, la vettura- che di fatto è un'Oreca LMP2 evoluta- ha marciato a Spa a una distanza interessante dalle LMP1 più lente. In qualifica  Nick Heidfeld, prima guida della seconda Rebellion che divide con Nicolas Prost e Nelson Piquet junior, è stato a meno di tre secondi dal tempo fatto registrare da Marcel Faessler con l'Audi e cinque secondi più rapido della LMP2 più veloce, l'Oreca di René Rast. In gara , invece, il gap si è logicamente alzato con Nicolas Prost autore come miglior tempo di 2'04"398 al 7. giro e Kraihamer di 2'04"022 al 65.passaggio. La media in corsa della prima Rebellion, quella dell'austriaco, di Imperatori e Tuscher, è stata sui 2'06"alto, più che giustificabile per via dei doppiaggi subiti ed effettuati e non troppo lontana da quella della Porsche superstite di Lieb-Jani-Dumas che correndo senza sistema ibrido e senza la trazione all'asse anteriore faticava a scendere sotto i 2'05".

L'equipaggio che non ti aspetti

A sorprendere  nella stagione della Rebellion è che sia l'equipaggio considerato con minor potenziale a mettersi alle spalle i più titolati Heidfeld-Prost-Piquet jr. Dati alla mano impressiona la crescita di Dominik Kraihamer che a Spa come a Silverstone è andato  fortissimo, allo stesso livello se non meglio di Nick Heidfeld, il cui nome non ha bisogno di commenti ulteriori. L'austriaco ogni tanto commette qualche errore-madornale ciò che ha combinato nelle ultime ore di corsa alla staccata della Source, finendo lungo all'esterno e poi contro il muro interno nel tentativo di ripartire- sta diventando il punto di riferimento del trio con Alexandre Imperatori, vincitore in passato della Porsche Carrera Cup Asia e decoroso protagonista della Formula 3 giapponese, in grado di reggere il suo passo e il diciannovenne Matheo Tuscher , vice campione in F.2 ed ex altalenante protagonista della GP3 internazionale, che sta imparando, dopo il debutto nelle ultime corse del 2015, con intelligenza e umiltà un mondo a lui del tutto sconosciuto.

Budget e futuro dei privati restano problematici

Come tutte le squadre private la Rebellion deve fare i conti con il budget risicato e questo è un altro punto che fa onore al team elvetico. L'accordo di collaborazione con la Dunlop ha permesso alla squadra di potere svolgere dei test di sviluppo senza aggravi sul bilancio della stagione  con il vantaggio, che era mancato nel 2015, di avere un partner con lo stesso desiderio di crescita con il quale avere un costante scambio di informazioni. I miglioramenti delle prestazioni dipendono soprattutto da questo. Il futuro, però, generale delle LMP1 private-ad oggi al via della serie ci sono solo le due vetture svizzere e la CLM del team ByKolles- resta avvolto nel mistero. Da una parte l'ACO sta facendo di tutto per mantenere in vita la sottoclasse e spera di inventarsi un'idea di reale miglioramento e di apertura a più team in vista  del nuovo regolamento tecnico e sportivo che entrerà in vigore nel 2019. Dall'altra questo clima di incertezza sta portando squadre come la Strakka Racing a congelare il progetto annunciato di una LMP1 per il 2017 perché non si riesce a comprendere  quale genere di motorizzazione sarà concessa ai privati. Escluso l'uso della tecnologia ibrida, troppo costosa e complessa per le piccole squadre e non cedibile da parte dei grandi per ovvi motivi, restano altre carte sul tavolo. Ma è chiaro che verranno svelate quando si troverà una forma quasi definitiva di regolamento per le LMP1 della classe maggiore. I due terzi posti di Silverstone e Spa  sono importanti anche per questo e non solo per la Rebellion: dicono che anche ad altissimo livello possono essere scritte belle favole.

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