Per la Ford una partenza lanciata
La vittoria tra le GTE PRO conferma il ruolo di favorita della vettura statunitense. La Ferrari ha limitato i danni trovando in Pier Guidi un valido sostituto di Bruni. La Porsche invece è alla ricerca della costanza delle prestazioni













La Ford GT si era presentata a Silverstone nel ruolo di grande favorita. La Gt statunitense che rispetto alla Ferrari paga sul fronte della pressione di sovralimentazione ma è la seconda GTE PRO più leggera in assoluto- a differenza di quanto accade negli Usa-a un anno di distanza dal suo esordio nel WEC questa volta non ha nascosto le carte. Velocissima fin dalle prove libere, in pole position dopo le qualifiche con uno splendido 1'55"858 fatto segnare da Andy Priaulx, ha di fatto monopolizzato la corsa dall'inizio alla fine.
La fortuna aiuta gli audaci
Ed è stata anche fortunata perché l'esemplare che ha tagliato per primo il traguardo, quello di Priaulx-Tincknell-Derani dopo mezz'ora aveva dovuto anticipare la sosta ai box per riparare la portiera lato guida che si apriva come era già accaduto in altre occasioni l'anno passato e per sostituire le gomme anteriori, una delle quali aveva subito un calo di pressione. Il cambio di tattica aveva di fatto escluso dal gioco della vittoria questo equipaggio ma il regime di safety car dovuto all'incidente della Toyota di Lopez ha esaltato le prestazioni del trio, nel quale Priaulx ha guidato anche sul bagnato tirando come ai bei tempi e Tincknell ha mostrato la consueta velocità di base. Peggio è andata a chi, invece, sembrava avere la corsa in pugno, l'altra Ford di Mücke-Pla-Johnson che ha perduto la prima posizione tra la quarta e la quinta ora, vittima del regime di safety car. A Silverstone c'è stata quindi la conferma che quest'anno sarà dura per tutti battere la Ford, che anche negli Usa è il punto di riferimento della categoria.
Eccessiva la penalizzazione inflitta a Sam Bird
La corsa della Ferrari è stata determinata dalla tradizionale mancanza di velocità sul dritto ma da una grande dimostrazione di forza della squadra. L'esemplare che sembrava il più accreditato, quello di Sam Bird e Davide Rigon, ha iniziato subito in modo pessimo, toccato al via dalla Porsche di Christensen e retrocesso nelle ultime posizioni mentre il britannico era al volante. Bird è stato costretto a effettuare un doppio stint con lo stesso treno di gomme per poter rientrare nella partita. Ci era riuscito ma tutta la corsa della 488 del duo anglotaliano è stata poco costante. Rigon ha avuto problemi nel superare nonostante abbia ottenuto la miglior prestazione assoluta tra i ferraristi mentre Bird si è trovato penalizzato di 15" per il contatto avuto con l'Oreca di Beche che lo stava doppiando in una fase caotica della corsa. Una sanzione che è parsa eccessiva per un normale incidente di corsa.
Meglio è andata a Pier Guidi-Calado. Il lavoro dei piloti e della squadra che ha giocato con le strategie hanno permesso alla fine di tagliare al secondo posto una gara difficile. In ogni caso la Ferrari torna da Silverstone con la certezza di non avere sbagliato nello scegliere Pier Guidi per sostituire Bruni: il piemontese è stato veloce, costante,sempre allineato ai tempi del compagno. Il gap della 488 GTE con le Ford, però, è stato notevole, visto che le GT statunitense avevano un buon margine sul giro nei confronti della vettura italiana che perdeva in tutti i settori, accusando distacchi pesanti nel secondo e nel terzo.
Per la Porsche una scelta di gomme controcorrente
La Porsche è ancora in fase di studio della nuova vettura che ha grandi potenzialità ma le esprime non in modo costante. Le prove avevano dimostrato la difficoltà della vettura a sposarsi con le gomme Michelin che ancora la RSR non sfrutta a dovere. Gli uomini di Weissach hanno accusato il venerdi un eccessivo consumo della mescola media-usata da tutte le GTE gommate dalla Casa francese- ragion per cui hanno tentato di optare per una soluzione mista, mettendo le dure in appoggio. In gara il quadro è mutato. Makowiecki è stato un leone, portando la RSR anche al comando della corsa al 26.giro dopo aver rimontato dall'infelice posizione di partenza.
Il francese e Lietz sono poi finiti al terzo posto, recuperando in extremis sulla Ford di Pla, dopo avere effettuato uno splah che li aveva estromessi dalla zona podio. La seconda Porsche di Christensen-Estre si è ritirata dopo 3 ore e 15' avvolta da fumo e fiamme per la rottura del motore, sulla quale i tecnici tedeschi stanno indagando. Prima di allora aveva disputato una gara molto nervosa con Christensen parecchio veloce e aggressivo. Oltre a questo guasto è rimasta l'impressione che la Porsche, una volta trovata la costanza nelle prestazioni, possa diventare più di uno spauracchio per tutti quanti; il potenziale è molto elevato.
Anonima, infine, la prestazione delle Aston Martin Vantage che solo nelle prime fasi sembravano poter dire la loro per il podio. Una serie di circostanze negative, compreso l'assurdo incidente in ingresso di pit lane all'ultima ora con la CLM di Rossiter che ha centrato la Vantage di Adam, non ha permesso alle vetture inglesi di confermare le prestazioni delle qualifiche. Forti di una velocità massima superiore a tutti quanti le due Vantage dalla terza ora in poi sono a poco a poco scomparse dalla lotta per il podio, in preda a problemi di varia natura, non ultima la guidabilità, con un passo gara scandito da decimi superiori a quelli degli avversari diretti.
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